Impegnare il Sindaco e la giunta comunale per affrontare la questione dell’inquinamento da arsenico nei depositi di RFI a confine con il Villaggio Unrra e il Villaggio di Contesse, e per adottare misure correttive in merito al traffico veicolare e alla gestione dei materiali di scavo del cantiere di raddoppio ferroviario di Nizza di Sicilia e Giampilieri. Questo il senso della mozione presentata questo pomeriggio al consiglio comunale, proponente Raffaele Rinaldo, consigliere del gruppo Sud chiama Nord, che ha incassato l’approvazione di tutto il civico consesso a eccezione della consigliera del pd Antonella Russo che si è astenuta, contrariamente ai suoi colleghi del gruppo.
“Nei depositi di RFI, situati a confine con il Villaggio Unrra e il Villaggio di Contesse, è stata depositata la terra di scavo proveniente attualmente dal solo cantiere del raddoppio ferroviario di Nizza di Sicilia. A seguito di un’indagine della magistratura, avviata su segnalazione del Sindaco di Roccalumera, Onorevole Giuseppe Lombardo, è emersa la presunta presenza di arsenico in quantità pari a 5 volte superiore ai limiti consentiti per le zone residenziali.Circa 20.000 metri quadri di area sono stati posti sotto sequestro, generando grande preoccupazione e disagio tra i residenti”, si legge nel documento presentato e approvato.
“Nel Consiglio Comunale del 24 febbraio 2025, convocato appositamente per affrontare la questione, sono stati assenti ingiustificatamente RFI, Italferr e ARPA, enti che avrebbero potuto fornire chiarimenti e soluzioni alla cittadinanza. L’assenza di questi enti ha lasciato la comunità senza risposte concrete, alimentando ulteriormente la paura e l’incertezza. A seguito del dibattito durante la seduta del Consiglio Comunale, è emerso un dato preoccupante: una volta che riprenderanno le attività del cantiere di Giampilieri, con l’avvio dello scavo della Galleria Scaletta, è previsto un passaggio giornaliero di oltre 300 camion (150 pieni e 150 vuoti) per il trasporto della terra di scavo verso il deposito di RFI a Messina”, prosegue il documento.
“Questo traffico veicolare, anche nel caso in cui trasportasse terra non contaminata da arsenico o altre sostanze, causerebbe inquinamento acustico e atmosferico, con emissioni di ossidi di azoto e polveri sottili, mettendo a rischio la viabilità e la sicurezza dei residenti del Villaggio Unrra. Il problema è accentuato dal fatto che i mezzi pesanti utilizzerebbero l’unica via di accesso al villaggio, già soggetta a ordinanze per regolamentare il passaggio in concomitanza con gli orari scolastici”, si spiega ancora.
“Gli operai del deposito RFI, consapevoli dei rischi legati alla presenza di sostanze potenzialmente pericolose e all’esposizione a polveri e inquinanti, sono adeguatamente protetti da dispositivi di protezione individuale (DPI). Tuttavia, i residenti del Villaggio Unrra e delle aree limitrofe, a causa della stretta vicinanza tra le abitazioni e il deposito RFI, si trovano di fatto in una situazione analoga a quella di un’unica area. Nonostante ciò, mentre gli operai beneficiano di misure di sicurezza e protezione, i cittadini, esposti agli stessi rischi, non dispongono di alcuna forma di tutela”, sottolinea il testo.
“Sappiamo bene che non è realistico né pratico dotare i residenti di dispositivi di protezione individuale, come avviene per gli operai. Tuttavia, questa impossibilità non fa che avvalorare la tesi che il rischio per la salute dei cittadini sia concreto e tangibile. Se gli operai necessitano di DPI per lavorare in sicurezza, è evidente che i residenti, vivendo a stretto contatto con l’area interessata, siano esposti a potenziali pericoli per la loro salute e il loro benessere. Questa disparità di trattamento, inaccettabile dal punto di vista della salute pubblica e della giustizia sociale, richiede un intervento immediato per garantire che i cittadini non siano lasciati indifesi di fronte a rischi che, come dimostrato, sono reali e non trascurabili”, prosegue il testo.
“Il territorio interessato è già fragile e soggetto a criticità ambientali e urbanistiche. L’aumento del traffico pesante e la presenza di materiali potenzialmente inquinanti aggravano ulteriormente la situazione, con ripercussioni negative anche sul turismo e sulla qualità della vita dei residenti”, viene ancora aggiunto.
La mozione
La mozione ha voluto proporre al sindaco e alla giunta la creazione di rampe di accesso all’autostrada A18. ” Realizzare rampe di accesso direttamente dal cantiere all’autostrada A18 Messina- Catania, in modo da evitare il passaggio dei mezzi pesanti attraverso i centri abitati del Villaggio Unrra, Contesse e altri comuni limitrofi.Questa soluzione ridurrebbe il traffico sulla Statale 114 e migliorerebbe la viabilità, soprattutto in vista della stagione estiva”, spiega il documento.
Ancora il consiglio ha voluto proporre il prolungamento della copertura dello svincolo S. Filippo, “estendendola con un tratto d iappena100 metri oltre la via Adolfo Celi (ex Statale 114) fino alla via Calispera, creando così un’alternativa viabile per l’accesso al deposito RFI – prosegue la mozione – Questa opera, già prevista nel progetto del Ponte sullo Stretto, potrebbe essere anticipata per risolvere le criticità attuali e migliorare la viabilità futura della città. Considerando che molti dei soggetti coinvolti nel progetto del Ponte sullo Stretto sono gli stessi che operano nel raddoppio ferroviario, si potrebbero avviare tutte le necessarie interlocuzioni per accelerare la realizzazione di questa infrastruttura. Tale intervento non solo rappresenterebbe una soluzione immediata per ridurre l’impatto del traffico pesante sui centri abitati, ma costituirebbe anche un’opera strategica per la viabilità cittadina, soprattutto in vista della futura rimozione dei cantieri e della riorganizzazione del territorio”.
Ancora è passata l’ipotesi di una individuazione di nuovi siti di deposito o soluzioni logistiche alternative per “valutare l’individuazione di un nuovo sito di deposito per i materiali di scavo, lontano dai centri abitati, in modo da liberare definitivamente i residenti del Villaggio Unrra e Contesse dalla paura e dal disagio causati dalla presenza di materiali potenzialmente inquinanti – si legge ancora – Prendere in considerazione che trattandosi di un’area già a contatto con una linea ferrata, sarebbe meno impattante trasportare la terra di scavo via rotaia, raggiungendo facilmente il deposito al Villaggio Unrra, o meglio, valutare il trasporto sempre via rotaia all’interno dell’area ex Officine Grandi Riparazioni, dove non sarebbe difficile trovare spazi idonei al deposito temporaneo, distanti dai centri abitati. Spazi che ovviamente alla fine del cantiere verranno ripuliti a cura della società operante”.
Secondo il consiglio comunale sarà necessario soprattutto eseguire un monitoraggio, alla luce della trasparenza e con la finalità di produrre interventi a tutela della salute pubblica per “garantire un monitoraggio costante e trasparente della situazione, coinvolgendo ARPA, RFI e Italferr in incontri pubblici con la cittadinanza, per fornire aggiornamenti e risposte chiare sulle azioni intraprese – si legge nel testo – considerato che il TUEL all’art. 50 comma 5, individua il Sindaco come massima autorità sanitaria, si evidenzia la possibilità che, qualora necessario, possa emanare un’ordinanza contingibile ed urgente affinché le parti che hanno scaricato i detriti adottino tutte le misure necessarie per evitare che questi possano arrecare danno alla salute dei cittadini residenti nel Villaggio Unrra e nelle zone circostanti”.
Inoltre è necessario richiedere ulteriori incontri con gli enti assenti durante la seduta del 24 febbraio e per questo è stato incaricato il presidente del consiglio comunale, Nello Pergolizzi, “ad avviare un’interlocuzione formale con le parti che non si sono presentate al primo Consiglio Comunale, in particolare RFI, Italferr e ARPA, al fine di ottenere risposte alle domande rimaste inevase e acquisire tutta la documentazione necessaria, inclusi i rapporti ufficiali rilasciati dagli enti preposti al controllo ambientale e sanitario, per garantire massima trasparenza e verificabilità delle informazioni”, conclude il testo.
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