Addio a Bruno Pizzul, il legame con Sesto San Giovanni tra premi e ristorazione | Sesto Notizie

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Bruno Pizzul si è spento oggi all’età di 86 anni all’Ospedale di Gorizia. Un’icona del giornalismo sportivo italiano, la sua voce ha accompagnato milioni di tifosi nelle telecronache della Nazionale dal 1986 al 2002, diventando un simbolo del calcio raccontato con passione e competenza. Ma oltre alla carriera televisiva, Pizzul ha avuto un legame speciale con Sesto San Giovanni, città che lo ha visto protagonista per anni come presentatore del Premio Nazionale “La Torretta”.

Il legame di Bruno Pizzul con Sesto San Giovanni

Bruno Pizzul è stato una figura di riferimento per il Premio “La Torretta”, riconoscimento istituito nel 1974 per celebrare personalità che si sono distinte nello sport, nell’arte e nelle professioni. Per diversi anni, Pizzul ha condotto numerose edizioni della manifestazione, conferendo prestigio all’evento con la sua autorevolezza e il suo inconfondibile stile comunicativo.

Bruno Pizzul, negli anni in cui ha presentato ha premiato grandi campioni dello sport come Alessandro Nesta, Enzo Berzot, Silvio Berlusconi, Jean Alesi e molti altri. Pizzul ha spesso presentato le cerimonie, contribuendo con la sua esperienza e professionalità a rendere l’evento un appuntamento imperdibile per il mondo sportivo e culturale.

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Il ricordo della Pentola d’Oro

Oltre al celeberrimo “Premio Torretta”, il noto telecronista sportivo della Rai frequentava la città spesso e volentieri non solo per presentare, ma anche per condividere momenti di convivialità. Tra le sue tappe preferite con amici e colleghi, il ristorante “Pentola d’Oro”, come ritrae la foto dove Pizzul, qualche anno fa, è insieme ai proprietari Stefania Colosimo e Gennaro Lepore.

A ricordarlo è proprio Lepore: “Una persona gentile e buona d’anima, che aveva sempre una parola carina per tutti. A tavola amava piatti semplici e non disdegnava di ricordare vecchi aneddoti legati al mondo del calcio e dei calciatori famosi. Qui da noi al ristorante si rilassava, trovava un ambiente cordiale e passava delle serate spensierate. Pizzul era un vero signore”, conclude Gennaro Lepore.

Una carriera leggendaria nel giornalismo sportivo

Nato nel 1938, Bruno Pizzul ha iniziato la sua carriera giornalistica in Rai nel 1969, diventando la voce ufficiale della Nazionale italiana di calcio dal 1986 fino al 2002. Ha raccontato cinque Mondiali e quattro Europei, accompagnando gli Azzurri in momenti di gloria e sconfitte. La sua prima telecronaca fu Juventus-Bologna, spareggio di Coppa Italia del 1970, mentre l’ultima partita commentata fu Italia-Slovenia del 2002.

Oltre alle telecronache, ha condotto trasmissioni storiche come “Domenica Sprint” e “La Domenica Sportiva”. Il suo stile sobrio, elegante e sempre misurato lo ha reso uno dei telecronisti più amati dagli italiani.

Foto dalla pagina Facebook “Lo Strappo”

Dalla carriera da calciatore alla strage dell’Heysel

Prima di diventare giornalista, Bruno Pizzul aveva intrapreso la carriera di calciatore, giocando per Catania, Udinese, Ischia e Sassari Torres, fino a un grave infortunio al ginocchio che lo costrinse al ritiro.

Un episodio che ha segnato profondamente la sua carriera di telecronista è stato quello della strage dell’Heysel, il 29 maggio 1985, quando durante la finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool persero la vita 39 persone. “È stata la telecronaca che non avrei mai voluto fare“, disse in seguito Pizzul, ricordando la difficoltà di dover raccontare una tragedia così drammatica.

Bruno Pizzul: un’eredità che resta nella storia

Bruno Pizzul lascia un segno indelebile nel giornalismo sportivo italiano e nella storia di Sesto San Giovanni, città che ha avuto l’onore di ospitarlo come protagonista del Premio Torretta. La sua voce resterà per sempre nel cuore di chi ha vissuto il calcio attraverso i suoi racconti, e il suo contributo alla cultura sportiva continuerà a essere ricordato con affetto e stima.

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