“Violenza piscologica” e “campagna anticristiana”, ancora scontro sulle veglie anti-aborto

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Le veglie antiabortiste tornano davanti agli ospedali di Modena e Bologna, sulle orme della texana “40 days for life”, che coordina, a livello internazionale, le azioni per “porre fine all’aborto attraverso la preghiera e il digiuno – si legge sul sito – la sensibilizzazione della comunità e una veglia pacifica che dura tutto il giorno davanti alle strutture che praticano l’aborto”, in particolare a Bologna e Modena, come si evince dal calendario sul portale, sarebbero in programma nei giorni prima di Pasqua, dal  al 13 aprile. 

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“Possono essere vissute come una forma di violenza psicologica e morale dalle persone che decidono una interruzione di gravidanza”. ha detto l’assessore regionale alla Sanità, Massimo Fabi “come Regione dobbiamo tutelare l’accesso sicuro e sereno ai servizi previsti dalla legge da parte delle donne”, anche se la Regione “non ha alcun potere autorizzativo o impedivo”. 

Sulla stessa linea il consigliere del Movimento 5 Stelle in viale Aldo Moro, che raccomanda “l’accesso alle interruzioni volontarie di gravidanza (ivg) in un contesto libero da pressioni – mentre le veglie dei gruppi antiabortisti eserciterebbero – pressioni psicologiche sulle donne che accedono al servizio di Ivg e sul personale sanitario coinvolto”. 

“Le manifestazioni violente sono quelle dei centri sociali”

“Sono inaccettabili le parole del consigliere regionale del M5s Casadei, spinte solo da una cieca ideologia, su di un tema così  sensibile come l’aborto – replicano Marta Evangelisti, capogruppo, e Francesco Sassone consigliere Fratelli d’Italia in Regione – finalizzate soprattutto a contestare i medici obiettori e le associazioni pro-life, senza spendere neanche una parola su un tema per noi fondamentale: la tutela della vita, la consapevolezza di poter ricevere informazioni ee aiuto ovvero garantire che nessuna donna scelga di abortire per motivi economici, ma che abbia ben chiaro che non sarà lasciata sola e che può esistere un’altra soluzione. Questo è un tema centrale sul quale Fratelli d’Italia ha sempre posto l’attenzione a livello nazionale – continuano – e continuerà a farlo, sostenendo la piena attuazione della legge 194 con un focus sulla prevenzione e sulla tutela della vita umana sin dal concepimento. Riteniamo inoltre che l’attacco di Casadei nei confronti dei medici obiettori di coscienza sia grave, in quanto il diritto di libertà di coscienza è un aspetto fondamentale della libertà individuale”. Allo stesso modo per Evangelisti e Sassone “risultano irricevibili le parole dell’Assessore Fabi, che demonizza le manifestazioni delle associazioni pro-life, arrivando a definirle violente, mentre si tratta di presìdi silenziosi volti alla tutela del valore della vita. Le vere manifestazioni violente sono piuttosto quelle dei centri sociali, dalle quali la sinistra non prende mai le distanze”.

Provita: “RU486 in Emilia Romagna può essere assunta anche a domicilio”

Sebbene Francesco Perboni, referente di Pro Vita & Famiglia dell’Emilia-Romagna, smentisca l’organizzazione delle veglie da parte dell’associazione che rappresenta, contesta però la “gravità del tentativo in corso da parte della Regione Emilia Romagna di reprimere iniziative totalmente innocue di altre associazioni per sensibilizzare sul valore di ogni vita nascente senza causare la minima “pressioni psicologica” nei confronti di alcuna persona – scrive in una nota – L’unica, vera pressione psicologica sulle donne è quella causata dalla mancanza di reali alternative all’aborto, che le spinge sempre più spesso a scegliere di interrompere una gravidanza che vorrebbero proseguire, nonché di una piena e corretta informazione sui rischi e danni per la loro salute causati dalla pillola abortiva RU486, che da quest’anno proprio in Emilia Romagna può essere assunta anche a domicilio, abbandonando la donna a una tragica solitudine”.

“Non sarà di certo il consigliere Casadei a stabilire se un cittadino ha o non ha il diritto di pregare perché la dignità della vita umana – ribatte Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus – sia sempre rispettata dal concepimento alla morte naturale in privato così come in qualsiasi spazio pubblico, come garantito dalla Costituzione italiana, ‘la più bella’ solo quando conviene politicamente alla Sinistra. Pensavamo di aver relegato queste folli pretese staliniste agli oscuri decenni del Novecento, ma evidentemente le tentazioni totalitarie tornano prepotentemente alla ribalta in Emilia Romagna. Casadei la smetta di usare il dramma dell’aborto per fomentare una vergognosa campagna mediatica anticristiana – attacca – L’unica, vera pressione psicologica sulle donne l’ha fatta la Regione Emilia Romagna consentendo l’assunzione della pillola abortiva RU486 a domicilio, abbandonando le donne a una disperata solitudine”. (fonte bolognatoday.it)



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