Carmine Saladino lascia Maticmind, la società attiva nel settore della Ict system integration da lui fondata.
Oggi la società ha comunicato la stipula di un accordo vincolante per la cessione della intera partecipazione di Carmine Saladino (nella foto) in Maticmind a Mozart HoldCo, società interamente detenuta dal fondo Cvc Capital Partners e Cdp Equity, controllata del gruppo Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). Al completamento dell’operazione, Cvc e Cdp Equity deterranno il 100% di Maticmind: nel dettaglio Cvc deterrà circa l’82% mentre Cdp Equity circa il 18%.
Nelle settimane scorse era emersa la manifestazione d’interesse da parte di Cvc per il gruppo Tim al governo italiano, prima che si concretizzasse l’operazione con Poste Italiane che ha presto il posto di Cdp nell’azionariato del gruppo guidato da Pietro Labriola. In quell’occasione si era ipotizzato che la presenza di Cvc in Maticmind avrebbe potuto facilitare un’operazione con Tim Enterprise, rileva oggi Radiocor.
Ma del passaggio di proprietà oggi incuriosisce il tempismo: la comunicazione dell’uscita di Saladino da Maticmind giunge all’indomani della notizia che l’imprenditore romano è stato interrogato come persona informata dei fatti nell’ambito dell’inchiesta emersa ieri che vede indagati l’ad di Sogei, Cristiano Cannarsa, e Stefania Ranzato, proprietaria e capo azienda di Deas spa, per concorso di tentato peculato nell’indagine sulla società del ministero dell’Economia per i servizi informatici.
Tutti i dettagli.
PASSAGGIO DI PROPRIETÀ PER MATICMIND
Il fondo Cvc Capital Partners e Cdp Equity rilevano le quote del fondatore Carmine Saladino in Maticmind.
Al completamento dell’operazione, Cvc deterrà circa l’82% mentre Cdp Equity circa il 18%. Contestualmente, Saladino lascerà la presidenza di Maticmind e ogni ruolo operativo all’interno del gruppo.
COSA FA MATICMIND
Come spiega sul proprio sito web, Maticmind è “un System Integrator italiano operante nel settore ICT e in grado di progettare, integrare e gestire soluzioni tecnologiche innovative per mezzo di competenze specialistiche in ambito Networking, Cyber Security, Digital Workplace, Data Center, Cloud, Enterprise Application e Automation/IoT”.
Maticmind conta più di 1000 dipendenti in tutta Italia e sedi distribuite su tutto il territorio italiano: Milano, Roma Carucci, Torino, Padova, S. Fiorentino, S. Spirito (BA), Roma Ciampino, Napoli, Modena e S. Giovanni La Punta.
I SETTORI
La società lavora con i clienti dei settori pubblico e privato nei seguenti settori verticali: Telco Provider, Finance, Utilities, Enterprise, Pubblica Amministrazione Centrale e Locale, Sanità, Education.
LA PROPRIETÀ
Con un capitale sociale pari a 16,5 milioni di euro, la società è controllata al 100% da Mozart HoldCo, società interamente oggi detenuta da Cvc Capital Partners e Cdp Equity.
LA GOVERNANCE
Fino ad ora, il cda di Maticmind era così composto: Carmine Saladino (presidente), Luciano Zamuner (ad); Lorenzo Forina; Pasquale Andolfo; Fabio Pulidori; Giorgio De Palma; Andrea Peyracchia; Carlo Lamari; Andrea Dardano; Alessandro Baccarin e Camilla Bianchi.
SI DEFILA SALADINO
Ma ieri il presidente e fondatore Saladino ha annunciato l’uscita da Maticmind.
“Sono orgoglioso – ha affermato l’imprenditore romano – del lavoro degli ultimi 20 anni. Un lavoro di squadra per il quale ringrazio tutti quelli che mi hanno sostenuto, in particolare Cvc, Cdp Equity e l’amministratore delegato di Maticmind Luciano Zamuner che hanno da subito sposato il mio progetto. In bocca al lupo alla squadra Maticmind, sono certo contribuirà con determinazione alla crescita e al successo del gruppo”.
RESTANO CVC E CDP EQUITY AL 100%
Da parte sua Giorgio De Palma, partner di Cvc ha aggiunto: “Siamo entusiasti di continuare a investire in Maticmind, un’azienda che negli anni si è trasformata da system integrator a società di tecnologia, leader nelle tecnologie digitali (networking, cloud e cybersecurity), nell’IoT per le infrastrutture e la mobilità e nella sicurezza” A Carmine Saladino, aggiunge Francesco Mele, amministratore delegato di Cdp Equity, “vanno i nostri ringraziamenti per aver fatto di Maticmind un’azienda leader nel settore delle soluzioni tecnologiche innovative. Come azionisti continueremo a sostenere questa realtà strategica per il nostro Paese”.
IL BILANCIO IN PERDITA DI MATICMIND
La società ha chiuso l’esercizio di bilancio 2023 con ricavi di circa 354 milioni di euro, in aumento rispetto a 290 milioni dell’anno precedente. Il totale costi ammonta a 375 milioni di euro. Il Margine operativo lordo ammonta a 53,3 milioni di euro, in aumento rispetto a 37 milioni del 2022.
Allo stesso tempo Maticmind ha chiuso l’anno con una perdita d’esercizio pari a 28,2 milioni di euro, dopo aver rilevato ammortamenti e svalutazioni per complessivi 34,3 milioni di euro, oneri finanziari al netto dei proventi finanziari per euro 16 milioni ed imposte dell’esercizio positive per 44mila euro. Gli ammortamenti relativi agli avviamenti iscritti nel bilancio consolidato risultano essere pari a 30,4 milioni di euro.
La Posizione finanziaria netta è positivo per 166,9 milioni di euro, in miglioramento rispetto a 70 milioni del 2022.
L’INCHIESTA SOGEI
E ora arriviamo alle notizie di ieri. È finito nel registro degli indagati Cristiano Cannarsa, amministratore delegato di Sogei, al centro della maxi inchiesta della Procura di Roma che nei mesi scorsi ha portato all’arresto dell’ex dg di Sogei, Paolino Iorio. Attualmente Iorio è in carcere per corruzione dopo l‘arresto in flagranza per corruzione lo scorso 15 ottobre mentre intascava una mazzetta da 15mila euro da Massimo Rossi, ex legale rappresentante di Itd Solutions, la società controllata da Digital Value.
A quattro mesi di distanza dunque l’amministratore delegato di Sogei è indagato dalla Procura di Roma per tentato peculato insieme all’imprenditrice Stefania Ranzato, proprietaria di Deas, nell’ambito della maxindagine. Secondo l’impianto accusatorio della procura a coinvolgere Cannarsa ci sarebbe una proposta per un appalto Sogei da oltre un milione e mezzo di euro in favore della società Deas, iscritta nel registro degli indagati, attiva nel settore della cybersicurezza.
Come ricorda il quotidiano Domani la società romana negli ultimi anni ha avuto un boom di fatturato ottenendo svariate commesse pubbliche, tra cui dal ministero della Difesa.
Ma che c’entra in tutto ciò Maticmind e – secondo Domani amico del ministro Guido Crosetto – Saladino?
I VERBALI DELLE DICHIARAZIONI DELL’EX DG IORIO
Bisogna arrivare alle dichiarazioni rilasciate ai pm da Iorio il 10 dicembre 2024, come riporta oggi il Fatto Quotidiano.
Il sospetto dell’ex dg è che “Cristiano Cannarsa stesse dando una mano alla Deas (facendogli aumentare il fatturato grazie ai contratti con Sogei) per farla acquisire da Maticmind (già dell’imprenditore Carmine Saladino, amico del ministro della Difesa, Guido Crosetto, entrambi estranei all’indagine, ndr)” a condizioni favorevoli ai titolari (…)”, scrive oggi il Fatto.
Dunque, secondo Iorio, l’obiettivo di questi favoreggiamenti era far aumentare il fatturato della Deas (come infatti emerge dal bilancio 2023 di cui scriviamo più avanti) così da renderla appetibile per una potenziale acquisizione.
Ma la MaticMind non ha mai acquistato la Deas.
ANCHE L’INDAGATO ROSSI TIRA IN BALLO SALADINO
Anche l’altro arrestato nel filone principale dell’inchiesta Sogei, Massimo Rossi, tira in ballo Saladino di fronte ai pm.
Come riporta ancora il Fatto Quotidiano, “l’imprenditore ai pm dice aver visto Saladino anche al ristorante “La Darsena” a Fiumicino: “Venni a sapere dell’interesse di Cannarsa affinché MaticMind si comprasse Deas, me lo disse lo stesso Saladino”. Poi Rossi parla anche di Sdapa, gara che si è aggiudicato, secondo i pm, corrompendo l’ufficiale Masala. Saladino ha perso, poi ha fatto ricorso al Tar senza successo. Ai pm Rossi dice: “… È inutile che le dico no di Saladino e il Ministro, non è che c’è bisogno che spendo parole su questo, no”. Il pm Gianfranco Gallo: “È quello che gli ha affittato la casa; giusto?”. E Rossi: “Si, è quello che ha fatto anche un incontro con Cisco prima della gara di cui parliamo Sdapa. Le sembra normale che un ministro fa un incontro con l’ad della Cisco alla presenza di Saladino?”. Poi aggiunge: “La gara è stata bandita, vado a memoria, tra settembre e ottobre ’24, ma la preparazione risaliva a tanto tempo prima…”.
In questo caso – prosegue il Fatto – Rossi parla di un incontro di cui ha saputo de relato, avendoglielo riferito – dice lui – un dirigente di Cisco, Paolo Capomasi, ma il cui oggetto sarebbe stato “l’accordo quadro Cisco relativo alla gara Sdapa”. “(…) Non ci trovo niente di anomalo, fatto salvo che c’è la presenza di un operatore”, aggiunge Rossi. Fonti vicine al ministro (completamente estraneo a queste vicende) spiegano che Crosetto non ricorda questo incontro con Saladino, di certo ha visto l’ad di Cisco, come avviene con i vertici di tante altre aziende, e gli fu portato da Mariani (ex Mbda, oggi Leonardo). “Con l’Ad di Cisco – precisano – non si parlò di gare, che non sono competenza del ministro”.
A confermare l’incontro è Carmine Saladino: “Si è parlato di strategie mondiali di Cisco, non certo di gare. – dice al Fatto –. C’ero perché sono un fornitore Cisco. Questa gara l’abbiamo persa”.
SALADINO INTERROGATO COME PERSONA INFORMATA DEI FATTI
Infine, oggi Domani rileva che il pm di Roma ha sentito Carmine Saladino sui fatti di Deas e Sogei, come persona informata dei fatti. Agli atti c’è d’altronde un’intercettazione del 18 giugno 2024 in cui uno degli indagati dell’inchiesta Sogei, l’ufficiale della Marina Antonio Angelo Masala, riferisce al proprio interlocutore che Rossi (Massimo, arrestato a ottobre) e Saladino «si stavano incontrando in quanto Cannarsa stava spingendo entrambi a procedere all’acquisizione della Deas spa riferibile alla “fidanzata” di Cannarsa».
Una circostanza smentita da Saladino ai magistrati che, comunque, stanno cercando di far chiarezza sui rapporti tra quest’ultimo e, appunto, Rossi, tra i principali indagati nel fascicolo Sogei, conclude Domani.
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