Aprirà venerdì 11 aprile in Basilica Palladiana la mostra di Patrizia Mussa “Teatralità. Architetture per la meraviglia” a cura di Antonio Calbi, promossa dal Comune di Vicenza, progettata e prodotta da Studio Livio con il sostegno di Gemmo SpA.
Fino all’8 giugno saranno esposte nel salone al primo piano più di 80 immagini di grande formato con interventi di coloritura a mano, che restituiscono un percorso di analisi della teatralità in architettura. Il Teatro Olimpico di Vicenza e i teatri di Sabbioneta e Parma – che segnano il passaggio dai teatri di corte agli edifici veri e propri – al Teatro alla Scala di Milano, dal Teatro San Carlo di Napoli al Teatro La Fenice di Venezia, dal Teatro Regio di Torino al Teatro Argentina di Roma, dal Teatro della Pergola di Firenze al Teatro Massimo di Palermo, unitamente ad alcune architetture che testimoniano la vocazione “teatrale” di certa architettura italiana, come la Basilica Palladiana, la Reggia di Venaria, quella di Stupinigi, la Reggia di Caserta, Palazzo Grimani a Venezia.
A presentare la mostra c’erano oggi in sala Stucchi il sindaco Giacomo Possamai, l’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin, il presidente e amministratore delegato di Gemmo SpA Irene Gemmo. In collegamento l’artista Patrizia Mussa e il curatore Antonio Calbi.
«In Basilica Palladiana, nel grande salone, si aprirà l’11 aprile una mostra di fotografia inconsueta – ha detto il sindaco Giacomo Possamai – . Gli scatti, infatti, sono stati ritoccati dall’artista con i pastelli offrendo una versione inedita delle architetture riprodotte, tra le quali vedremo anche i monumenti palladiani. La mostra, che arriva a Vicenza dopo essere stata ospitata in luoghi di prestigio come Palazzo Reale a Milano mentre ora è a Parigi all’Istituto italiano di Cultura, è offerta da Gemmo, azienda vicentina che ha deciso di essere per noi mecenate offrendo una mostra che potrà essere apprezzata da tutti»
«Nell’ultima settimana di apertura dei Tre capolavori a Vicenza annunciamo l’arrivo imminente di un’altra esposizione che i vicentini ma anche i turisti avranno l’occasione di vedere nel salone durante la visita del monumento – ha commentato l’assessore alla cultura Ilaria Fantin -. La fotografia rientra tra le novità delle proposte culturali del 2025 per la città da parte della nostra amministrazione e in questo caso si tratta di una fotografia diversa da quello che ci si aspetta di solito perché le foto vengono ritoccate con il colore, utilizzando una modalità artistica inconsueta. Le fotografie in mostra ci daranno la possibilità ammirare numerosi teatri italiani, architetture che fanno parte del nostro patrimonio storico artistico. Questi scatti invitano a ragionare su aspetti tecnici relativi alla conservazione a alla valorizzazione, aspetti di cui anche noi ci stiamo occupando relativamente al Teatro Olimpico che tra l’altro farà parte delle opere esposte».
La mostra giunge a Vicenza dopo essere stata allestita in luoghi di prestigio: a Palazzo Reale a Milano, a Villa Zito a Palermo, a Parigi, all’ Hôtel de Galliffet, sede dell’Istituto Italiano di Cultura.
A Vicenza saranno esposti sei nuovi lavori: Piazza dei Signori di Vicenza, omaggio alla città palladiana. E poi l’Arena di Verona, le Procuratie di Venezia, il Parlamento Subalpino a Palazzo Carignano di Torino e l’Ara Pacis di Roma.
Nelle sue fotografie, Patrizia Mussa usa un linguaggio che sembra, a prima vista, di natura oggettivante, per l’uso della luce naturale, la visione frontale, il fuoco totale, che si inseriscono in una calibrata “narrativa”, razionale e cristallina. Ma la fotografia è, per l’artista, solo il punto di partenza. Dopo aver fissato la veduta e realizzato la stampa su carta cotone, Patrizia Mussa interviene infatti con i pastelli colorati a ripercorrere i dettagli – rendendola molto simile a un dipinto o a un arazzo -, marcando così una distanza definitiva dal linguaggio meramente fotografico per approdare in un campo artistico ancora senza nome dove l’atto fotografico si unisce al gesto pittorico.
«Ne risultano figurazioni inedite – aggiunge il curatore Antonio Calbi – che appartengono alla concretezza dell’esistente e del suo dato storico e allo stesso tempo se ne emancipano, assumendo dimensioni altre, quasi metafisiche. […] I teatri fotografati e rielaborati da Patrizia Mussa sono quintessenze formali, poesia visiva, esistenzialismo pittorico senza figure umane.»
L’intento di questa particolare ricerca dell’artista non è restituire una catalogazione dell’architettura dei teatri italiani, quanto rivivere e restituire un’esperienza personale attraverso il gesto artistico: «Un lavoro di rigore e ripensamento – spiega la fotografa –, uno sguardo ad occhi socchiusi, l’innesco di un processo onirico, di smagliatura, di impoverimento, la ricerca di una radice, di un’anima, di un altro significato; una sorta di radiografia, di istantanea retinica o corticale, impressa su un velo sottile.»
Ciò che Patrizia Mussa offre al pubblico non sono quindi solo fotografie descrittive del sontuoso patrimonio architettonico teatrale italiano, ma l’idea stessa del teatro quale luogo per la comunità, in cui riunirsi, guardare ed essere guardati, sorta di tempio laico costruito «per l’immaginario – dichiara ancora Calbi –, luoghi dove può affiorare l’intangibile e dunque sono ambiti dell’anima, della visione e dell’ascolto, della realtà replicata in scena, affinché si possa meglio osservarla, e allo stesso tempo sono “spazi liminali” dove è possibile superare il dato reale per provare a sfiorare il mistero che si nasconde dietro le cose».
«Siamo particolarmente orgogliosi di aver sostenuto questa splendida mostra e di concludere nella nostra città di Vicenza questo percorso che ha toccato tappe prestigiose come Milano, Palermo e Parigi – dichiara Irene Gemmo, presidente e amministratore delegato di Gemmo SpA – Il sostegno all’arte e alla cultura è una missione che portiamo avanti da sempre, non solo attraverso iniziative come questa ma anche nel nostro lavoro quotidiano, garantendo funzionamento ed efficienza degli impianti dei più prestigiosi siti e beni culturali italiani. Crediamo fortemente nel valore inestimabile del nostro patrimonio artistico, che abbiamo l’onore di tutelare, salvaguardare e valorizzare. La conclusione di questo viaggio a Vicenza assume per Gemmo un valore anche simbolico, perché qui affondano le nostre radici da oltre un secolo ed è da questo territorio che prosegue il nostro cammino al servizio della bellezza, della storia e dell’innovazione del nostro Paese».
La mostra è accompagnata da un volume edito da Silvana Editoriale & Studio Livio, con testi di Antonio Calbi, Gabriel Bauret, Giovanna Calvenzi, Nicola Fano, Simone Percacciolo.
La mostra “Teatralità. Architetture per la meraviglia” sarà visitabile in Basilica Palladiana dall’11 aprile all’8 giugno, dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso ore 17.30) e sarà compresa nel biglietto di ingresso al monumento ( www.museicivicivicenza.it ).
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