“Ritorno al nucleare? Prima serve sia sicuro”

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Bologna, 4 marzo 2025 – “La ricerca progressista non va mai fermata”, ma prima di questo viene “la sicurezza“. Entusiasta sì, ma con i piedi per terra, il vicegovernatore dell’Emilia-Romagna, Vincenzo Colla, ha preso parte ieri alla visita dei due ministri Urso e Pichetto Fratin al centro di ricerca Enea del Brasimone. Un centro in cui, negli ultimi anni, l’azienda newcleo ha insediato il proprio centro di ricerca e sviluppo. La società intende produrre a livello industriale piccoli reattori modulari a fissione nucleare di quarta generazione (raffreddati al piombo), che utilizzano come carburante una ‘miscela’ di rifiuti da altre centrali (MOX).

E per farlo costruirà al Brasimone entro il 2026 un prototipo elettrico del reattore che intendono commercializzare: la prima mini-centrale, da 30 MW, vedrà invece la luce nel 2030 a Chinon in Francia, mentre quella da 200MW sorgerà nel Regno Unito. La visita dei ministri, ieri, arriva a pochi giorni dall’ok in Consiglio dei ministri del ddl sul nucleare newcleo, con know-how italiano e capitali privati quasi interamente italiani, è al momento l’unica realtà nel continente a essere prossima a produrre reattori raffreddati a piombo fuso, una tecnologia studiata da anni da Enea proprio al Brasimone.

Quale è il significato della visita di due ministri, oggi, al Brasimone?

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“C’è un punto per noi evidente – afferma Vincenzo Colla, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna -. Il Brasimone (sull’Appennino bolognese, ndr) è un luogo che fa ricerca con Enea, in questi anni con Newcleo sono arrivati 50 tra ingegneri e ricercatori, e c’è stata una rigenerazione del luogo molto importante. La ricerca progressista non va mai fermata. Detto questo la traiettoria del nucleare è lunga e deve essere sicura. Nell’immediato abbiamo altri problemi: i costi dell’energia, l’Europa, il tema dell’automotive, le filiere”.

Il giro illustrativo della nuova centrale Newcleo al centro Enea del Brasimone: nella foto da sinistra il vicepresidente dell’Emilia Romagna Vincenzo Colla e il ministro Adolfo Urso

Quanto dipenderà la sopravvivenza delle valley emiliano-romagnole dal nucleare?

“Non lo so dire. Parliamo di una tecnologia che per farla diventare sicura bisogna studiare e avere esempi in prototipazione. Tra l’altro qui si farà un prototipo non nucleare ma gestire 10 MW di energia ad alte temperature è già un passaggio fondamentale. Poi quando ci sarà un impianto attivo in un luogo, che funziona, certificato dagli enti competenti, spetterà al governo che ci sarà prendere decisioni senza dimenticare però che abbiamo alle spalle due referendum che hanno messo un punto in questo Paese. Per ritornare in quella direzione, serve un altro atto democratico altrimenti sarebbe una cesura culturale e non ne abbiamo bisogno”.

Quindi lei caldeggia un altro referendum?

“No, io non caldeggio un referendum. Caldeggio la possibilità di usare tutte le ricerche per fare cose sicure, quando abbiamo la certezza che c’è una cosa sicura allora apriamo una discussione democratica nel Paese a partire dal parlamento”.

Il presidente di Confindustria Orsini è più ‘lanciato’ sui reattori a sostegno delle imprese. Ma è così semplice?

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“No, intanto questi reattori devono esserci ed essere sicuri. Non siamo ancora alla discussione sul dove, ma sul come e se è sicuro. Poi parleremo della location. Ho detto, infatti, al ministro Pichetto Fratin che il decreto sulle aree idonee “lo farai poi tu””.

Il ministro aveva parlato, in passato, anche di un riutilizzo per il nucleare delle aree delle vecchie centrali. Su Caorso, ad esempio, la Regione che idea ha?

“Sono tutte aree in smantellamento, ci sono ancora le ‘barre’ nella piscina. Bisogna ancora trovare i luoghi dove mettere quanto di pericoloso del passato c’è ancora. E’ un po’ forte, quindi, pensare già a un riutilizzo di quelle aree”.

La nostra regione, idrogeologicamente parlando, alla luce delle alluvioni che ci sono state non la rendono la candidata ideale per il nucleare, no?

“(ride) Non riusciamo nemmeno a trovare le aree idonee per le rinnovabili, mi sembra che la discussione sulle aree idonee sul nucleare non è e non sarà una discussione semplice in questo Paese”.



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