La Commissione Ue ha aggiornato l’elenco europeo dei rifiuti introducendo nuovi codici per garantire il corretto trattamento delle batterie a fine vita e il recupero di risorse strategiche per il futuro dell’automotive europeo
Il futuro dell’automotive europeo, al centro del piano d’azione presentato oggi dalla Commissione Ue, passerà anche per un nuovo approccio alla gestione di flussi di rifiuti ricchi di risorse indispensabili per l’autonomia strategica, la competitività e la decarbonizzazione dell’industria. A partire dagli scarti derivanti dal trattamento delle batterie a fine vita, che saranno oggetto di una più severa e stringente regolamentazione. Con un atto delegato presentato oggi la Commissione Ue ha infatti stabilito l’aggiornamento dell’elenco europeo dei rifiuti, prevedendo anche l’inserimento di nuovi codici per identificare e supportare la corretta gestione dei residui provenienti dalle diverse fasi del ciclo di vita delle batterie, tra cui la cosiddetta ‘black mass’, il prodotto intermedio del trattamento degli accumulatori esausti.
La proposta di modifica dell’elenco riscrive, tra l’altro, i paragrafi 16 06 (batterie e accumulatori) e il capitolo 19 (rifiuti da impianti di trattamento) dell’elenco, in quest’ultimo caso anche con l’aggiunta di un nuovo paragrafo (il 19 14) specifico per le frazioni intermedie provenienti dal trattamento termico o meccanico dei rifiuti di batterie e degli scarti di produzione delle batterie, la ‘black mass’, appunto. Che al pari dei rifiuti di batterie al litio, al nichel e allo zinco, nonché quelli di batterie al sodio-zolfo e alcaline viene classificata come rifiuto pericoloso. Vengono inoltre aggiunti nuovi codici pericolosi (20 01 42* e 20 01 43*) per le batterie esauste oggetto di raccolta differenziata nei rifiuti urbani.
Una revisione non di poco conto, che avrà un impatto rilevante sugli Stati membri e sugli operatori della filiera del fine vita delle batterie, soprattutto in termini di oneri amministrativi. “Per proteggere meglio l’ambiente, la Commissione classificherà la ‘black mass’ delle batterie come rifiuto pericoloso. Ciò porterà a un migliore controllo delle spedizioni – ha dichiarato la commissaria Ue all’ambiente Jessika Roswall – e soprattutto al divieto della sua esportazione verso paesi non OCSE”. Con l’aggiornamento dell’elenco europeo, infatti, le frazioni che entreranno nel perimetro giuridico dei rifiuti pericolosi saranno anche soggette a regole più severe sulle movimentazioni transfrontaliere, incluso il divieto di esportazione verso i paesi in via di sviluppo, mentre per le spedizioni verso i paesi OCSE ed EFTA andrà attivata la procedura PIC (previo informato consenso).
Un giro di vite che, nelle intenzioni dell’Ue, servirà non solo a ridurre il rischio di gestioni non a norma, ma soprattutto a incentivare il più agevole trattamento dentro i confini dell’Unione. “Mantenendo la ‘black mass’ più a lungo nell’economia – ha detto Roswall – possiamo promuovere il riciclo delle batterie e la nostra economia circolare”. Oltre che ambientale, insomma, il tema è strategico, visto che la ‘black mass’ contiene elementi indispensabili per l’industria europea delle batterie ma il cui approvvigionamento oggi dipende in massima parte dalle importazioni da paesi terzi. Elementi come nichel, cobalto, manganese e litio, censiti non a caso nella lista dei 17 Strategic Raw Materials, l’elenco delle risorse chiave per la transizione ecologica e digitale il cui fabbisogno, entro il 2030, dovrà essere soddisfatto almeno per il 25% dal riciclo. Per questo, si legge nel piano automotive presentato oggi dalla Commissione Ue, sulla ‘black mass’ “verrà presa in considerazione la possibilità di facilitare le spedizioni intra-Ue e di imporre ulteriori restrizioni alle esportazioni”.
L’emendamento all’elenco europeo dei rifiuti entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione dell’atto delegato della Commissione in Gazzetta Ufficiale, ma prima sarà sottoposto al vaglio di Consiglio e Parlamento, che avranno due mesi di tempo per formulare eventuali obiezioni. Dopo l’entrata in vigore scatterà un periodo transitorio di 18 mesi, al termine del quale la nuova classificazione sarà a tutti gli effetti operativa. Nel frattempo, garantisce l’Ue, Il lavoro si concentrerà sull’applicazione dei nuovi codici negli Stati membri. “Le procedure di autorizzazione e la relativa documentazione – chiarisce la Commissione – dovranno essere adattate e gli operatori dei rifiuti potrebbero dover modificare le loro procedure di gestione per rispondere alle nuove e più rigorose disposizioni quando trattano e spediscono rifiuti pericolosi all’interno dell’Ue e verso i paesi OCSE”.
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