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di Vito Schepisi
La Procura di Bruxelles ritorna sul caso Quatergate: chiesta la revoca dell’immunità per le due eurodeputate PD Elisabetta Gualmini e Alessandra Moretti
di Vito Schepisi – 4 marzo 2025
Poco più di due anni fa, nel dicembre del 2022, in Europa, alcuni esponenti di rilievo del Gruppo della sinistra europea (S. & D.) furono colti col malloppo nel trolley.
Un caso di tangenti pagate da Qatar e Marocco, per influenzare favorevolmente la valutazione del Parlamento Europeo sul rispetto dei diritti umani in quei paesi.
Il terremoto mediatico scoppiò inaspettato, e senza che la solita sordina della sinistra, e senza che gli amichetti con la toga (privi di legittimità giudiziaria in Belgio) potessero fermarlo.
A Bruxelles, per la Giustizia, la solidarietà ideologica funziona meno, al contrario che in Italia.
Funziona meno anche la manipolazione mediatica, in Italia, invece, sempre in servizio permanente.
Dopo i primi scoop che non si potettero fermare e nascondere, i media controllati dal “potere” economico-finanziario, ridussero quasi subito il volume del sonoro, ed applicarono in tutta fretta la consolidata formula del silenzio.
E questa omertà, in Italia, già dopo pochi giorni, diventò così dura e spessa da non poterla più scalfire.
Nel 2024 ci sarebbero state le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo e a Bruxelles per non sfavorire il Gruppo di S & D – che nei sondaggi era già dato perdente – si provò la formula tutta italiana della sordina.
La sinistra in Italia non perde mai le elezioni, non è mai trascinata in tribunale, non è mai forcaiola, non è mai violenta, non ruba e non subisce condanne, non è mai responsabile di niente e … non paga mai!
Ops! tra questi “mai” uno, ma solo uno vero c’è! … “la sinistra non paga mai!”.
Anche a Bruxelles, tra l’altro, nel 2024, ci sarebbero state le elezioni e sulla questione, il Gruppo S. & D., per non farsi mancare niente, non s’è sottratta dal fornire ciò che è apparso come un plateale conflitto d’interessi, con la candidatura (per un partito di centrosinistra francofono del Belgio) del magistrato che conduceva le indagini (per la cronaca, non è stato eletto).
Spento il megafono, per la tutela dell’interesse sovrano della sinistra europea, tutto è passato dal clamore iniziale al silenzio assoluto.
Fino ai nostri giorni, però, perché le indagini silenziosamente sono andate avanti, e la Procura di Bruxelles ha chiesto la revoca dell’immunità parlamentare per due europarlamentari italiane del PD che, al tempo, furono solo sfiorate dall’inchiesta (mentre i più coinvolti, di cui uno (Panzeri) ha ammesso le colpe, ha riferito sui complici ed ha patteggiato, non sono stati ricandidati).
Questa volta l’attenzione giudiziaria di Bruxelles è passata sulle eurodeputate dem Elisabetta Gualmini ed Alessandra Moretti coinvolte nella … “vicenda della presunta corruzione e nel favoreggiamento dell’ingerenza straniera nel Parlamento europeo”.
Le due parlamentati europee, rielette in Italia nelle fila del PD, oggi negano ogni loro responsabilità e, in risposta all’iniziativa della Procura federale belga, hanno rilasciato il seguente comunicato:
“Al fine di sottolineare la totale estraneità ad ogni fatto corruttivo, abbiamo deciso di auto sospenderci dal gruppo al quale apparteniamo, i Socialisti e democratici (S&D), per essere pienamente a disposizione della magistratura per qualsiasi esigenza istruttoria”.
La questione è ora all’attenzione dell’Ufficio di Presidenza del Parlamento Europeo che provvederà alla comunicazione all’Assemblea Plenaria, per poi passare all’esame della Commissioni per gli Affari giuridici dell’Europarlamento.
L’auspicio è che, almeno in Europa, la Giustizia abbia un corso coerente col suo nome, e che, senza lasciare ombra di dubbio, faccia sapere a tutti che la corruzione, qualora in questo caso ci sia stata, e sembra proprio così – come hanno ‘testimoniato’ dai trolley pieni di soldi in contanti – è sempre un reato e che la sua condanna è d’obbligo per la tutela delle persone oneste.
Serve anche questo, per stabilire che la Giustizia non possa avere né colori e né strabismi ideologici e che la Legge, come è scritto nelle aule dei tribunali, debba essere davvero uguale per tutti.
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