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L’alert di Vittorio Rizzi, Direttore Generale del DIS: “Colmare i vuoti normativi”
“C’è un grande gap tra l’evoluzione scientifica e l’adeguamento degli strumenti normativi: abbiamo costanti ‘lack’ nella legislazione su queste tematiche che ci pongono di fronte a vere e proprie acrobazie interpretative, per adeguarsi a un mondo che cambia in maniera repentina. La velocità del cambiamento maggiore si registra proprio nell’universo cyber”. Lo ha detto Vittorio Rizzi, Direttore Generale del DIS, intervenendo a CyberSec 2025.
Vittorio Rizzi, Dis (Ansa)
Bisogna “cercare di guardare più lontano rispetto al futuro più imminente, stante questa velocità di modernizzazione e progresso, per poter anticipare e guardare oltre. Noi oggi non abbiamo ancora una definizione giuridicamente condivisa del concetto di criptografia, delle norme per poter individuare il tema e il problema. Non abbiamo strumenti adeguati per penetrare quel mondo”.
“Abbiamo il tema dell’analisi Open source e dell’IA che diventa lo strumento per esplorare l’Open source. Significa per l’intelligence di tutto il mondo avere una determinata capacità computazionale, strumenti e algoritmi addestrati” e poi, ha proseguto il direttore generale del DIS, c’è il tema delle “tecnologie emergenti potenzialmente distruttive”, come “l’intelligenza artificiale, la moneta virtuale e tutto il tema delle criptovalute e delle blockchain, la nuova sfida del nucleare, i social media come base di indottrinamento per gli attentati terroristici e della disinformazione.
“Uno scenario che preoccupa, nel quale il dominio cyber sta diventando centrale. Il tema della cybersicurezza deve essere affrontato come un tema del presente, la minaccia cyber va guardata come trasversale a qualsiasi spazio della nostra vita. Serve un dibattito su vari fronti e temi, coinvolgendo profondamente il legislatore, perchè questi temi vanno necessariamente normati e regolamentati”, ha concluso Rizzi.
“Da IA a criptovalute, tecnologie emergenti potenzialmente distruttive”
Si sta tenendo oggi (5 marzo) e domani l’evento annuale di riferimento in Italia sulla cybersicurezza: è il CyberSec2025, a Roma nei Saloni di Rappresentanza della Caserma dei Carabinieri “Salvo D’Acquisto”. Il tema – attualissimo nel nuovo contesto internazionale che si va delineando – è “l’AI, Crittografia Post Quantum, Spionaggio e Geopolitica: il nuovo mondo della Cybersecurity”.
Il rapido sviluppo delle tecnologie emergenti impone nuove riflessioni sulla protezione dei dati, sulla privacy e sulla sicurezza nazionale, offrendo strumenti avanzati, ma sollevando anche interrogativi critici sulle vulnerabilità.
E’ il titolo della 4a edizione Un evento a porte chiuse. Un evento di riferimento per la sicurezza cibernetica e la resilienza digitale, incentrato sulle sfide e le opportunità del futuro della sicurezza informatica globale.
I relatori, il focus del convegno
Tra i relatori vi saranno personalità di rilievo del mondo delle istituzioni (Parlamento, Governo, Autorità regolatorie), Forze Armate, industria e gli stakeholder provenienti dall’Italia, dagli altri Stati europei ed extra Ue.
cybersec 2024 (Cybersec )
I partecipanti:
Vittorio Rizzi, Direttore Generale del DIS, Bruno Frattasi, Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Mario Beccia, Vice Direttore delle Informazioni per la Cybersecurity della NATO, il Gen. Salvatore Luongo, Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, e Diego Brasioli, l’inviato speciale per la Cybersicurezza della Farnesina, sono solo alcuni degli speaker confermati di CyberSEC2025.
Cybersecurity, Melillo: sistema giustizia in ritardo su tecnologie
“Nel coordinamento delle iniziative degli uffici giudiziari sul versante delle tecnologie da utilizzare a fini organizzativi c’è da recuperare un grande ritardo: il sistema giudiziario, delle forze di polizia e dell’intelligence con il passaggio all’era digitale si è trovato in una condizione di pratica subalternità cognitiva e di pratica ignoranza delle tecnologie che vengono utilizzate, una condizione che tutt’ora perdura ma che non è tollerabile trasferire anche nell’era dell’intelligenza artificiale e dell’intelligenza generativa, con cui si moltiplicheranno i problemi e le minacce”. Così Giovanni Melillo, Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, intervenendo a CyberSec 2025.
“Cresceranno le minacce – ha proseguito – ma anche fortunamente la capacità di investigare, le potenzialità investigative per la neutralizzazione degli attacchi informatici. C’è la possibilità di ricavare molti vantaggi dall’IA”, ma “occorre su questo sviluppare un rapporto nuovo, diverso, tra mondo dell’impresa della cybersecurity e istituzioni con compiti di giustizia e sicurezza. La sfida consiste nel dotarsi di sistemi proprietari, basati sull’intelligenza artificiali generativa capaci di controllare gli sviluppi e gli effetti. E’ una sfida che nessun Paese può affrontare da solo, rispetto alla quale occorrà riconoscere e dichiarare che c’è bisogno di più Europa, anche sul versante decisivo nel rapporto tra tecnologie e sistemi di investigazione”, ha concluso Melillo.
il Procuratore Nazionale Antimafia Giovanni Melillo (lapresse)
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