Lo sport come leva per il benessere e la crescita del Paese

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In un’epoca in cui le distanze sembrano aumentare – tra generazioni, territori, fasce sociali – lo sport continua a rappresentare un tessuto connettivo globale capace di unire le persone e abbattere barriere fisiche, culturali ed economiche.

È questo il primo messaggio di fondo che emerge dalla terza edizione dell’Osservatorio Valore Sport, la piattaforma fondata da TEHA nel 2022 per il posizionamento strategico del settore dello sport in Italia, insieme ad importanti partner pubblici, il CIP, il CONI, l’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale e Sport e Salute, e privati, Amadori, Decathlon, FitActive, Gatorade, Generali e Matrix Fitness. L’iniziativa intende indirizzare contenuti di analisi e ricerca e raccomandazioni di policy ai decisori e agli stakeholder di questo settore esteso, secondo una logica collaborativa, con l’obiettivo di rilanciare la cultura del movimento nei territori e al centro delle agende politiche.

Nel Paese negli ultimi anni la consapevolezza sull’importanza dell’attività fisica sembra in crescita e i dati Istat mostrano segnali positivi: il numero di persone che non pratica mai sport è in diminuzione, dimostrando un’attenzione maggiore verso stili di vita sani e attivi. In particolare, la quota di italiani che non praticano mai sport, oggi pari al 35% della popolazione, è in calo di -5,6 punti percentuali tra il 2001 e il 2023. Tuttavia, permangono importanti disparità nell’accesso alla pratica.

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Figura 1. Il profilo sociodemografico di chi non pratica nessuna attività fisica in Italia (valori %), 2023. Fonte: elaborazione TEHA su dati Istat, 2025.

Figura 1. Il profilo sociodemografico di chi non pratica nessuna attività fisica in Italia (valori %), 2023. Fonte: elaborazione TEHA su dati Istat, 2025. 

L’accesso alla pratica sportiva resta un tema da attenzionare anche guardando ai bambini, in particolare alle infrastrutture sportive scolastiche: quasi il 60% degli edifici scolastici italiani non dispone di una palestra, con punte superiori al 75% in alcune regioni del Mezzogiorno.

Quest’anno, l’Osservatorio ha posto al centro delle analisi e del dibattito il legame tra sport, salute, prevenzione e qualità della vita, analizzando le correlazioni tra sedentarietà e altri stili di vita a rischio – come il consumo di tabacco e alcol e la scarsa aderenza a una dieta equilibrata. Dalle elaborazioni emerge come le persone fisicamente attive hanno una propensione al fumo inferiore del -12% rispetto ai sedentari, al consumo abituale di alcol inferiore del -2%, al consumo abituale di frutta e verdura del +42% e di carni bianche del +37%.

La sedentarietà contribuisce all’insorgenza di numerose patologie, tra tumori, malattie cardiovascolari, diabete, ma anche malattie psicologiche e neurodegenerative. Le conseguenze di questa tendenza sono rilevanti non solo in termini di salute pubblica, ma anche dal punto di vista economico. Nel 2023, la sola sedentarietà ha provocato in Italia un costo complessivo di 5,9 miliardi di Euro, incidendo per il 2,6% sulla spesa sanitaria nazionale. Considerata la correlazione tra sedentarietà e altri stili di vita scorretti, è possibile quantificare un impatto ulteriore del fenomeno: l’influenza della scarsa attività fisica sulla propensione al fumo, al consumo di alcol e alla dieta scorretta genera un costo aggiuntivo annuo di 774 milioni di Euro, per un costo sanitario totale del fenomeno di 6,7 miliardi di Euro.

Figura 2. Costo della sedentarietà in Italia e spillover sugli altri stili di vita legati alla sedentarietà (€ miliardi), 2023. Fonte: elaborazione TEHA Group su dati Ministero della Salute, Fondazione Umberto Veronesi e fonti varie, 2025.
Figura 2. Costo della sedentarietà in Italia e spillover sugli altri stili di vita legati alla sedentarietà (€ miliardi), 2023. Fonte: elaborazione TEHA Group su dati Ministero della Salute, Fondazione Umberto Veronesi e fonti varie, 2025.

Figura 2. Costo della sedentarietà in Italia e spillover sugli altri stili di vita legati alla sedentarietà (€ miliardi), 2023. Fonte: elaborazione TEHA Group su dati Ministero della Salute, Fondazione Umberto Veronesi e fonti varie, 2025. 

Oltre a generare ricadute positive sul sistema sanitario e di welfare, lo sport attiva molteplici filiere economiche, contribuendo alla crescita del PIL e dell’occupazione. In particolare, con 24,7 miliardi di Euro di Valore Aggiunto generato nel 2022 (dati a consuntivo ICSC), la filiera estesa dello sport incide per l’1,4% del PIL nazionale e attiva oltre 425.000 posti di lavoro, contribuendo all’1,6% dell’occupazione nazionale.

Le evidenze raccolte nel Rapporto di quest’anno confermano che l’Italia è sulla strada giusta, ma che servono interventi strutturali per accelerare il cambiamento. L’opportunità e possibilità di praticare attività fisica in modo continuativo purtroppo dipende troppo spesso dal reddito individuale e familiare disponibile, dal territorio di residenza e dalla sua dotazione infrastrutturale, che a livello nazionale e locale necessita di maggiori investimenti, almeno per raggiungere il livello dei Paesi a noi comparabili.

In questo contesto, l’Osservatorio ha formulato sei proposte di policy, fondate su una Visione a lungo termine intitolata “2050 – Italia in Movimento”. L’obiettivo della Visione è trasformare l’Italia entro il 2050 in uno dei Paesi con il più alto livello di attività fisica e partecipazione sportiva della popolazione, garantendo un accesso equo e inclusivo a tutti i livelli, grazie ad alcuni target contenuti in una Roadmap da traguardare, tra cui il dimezzamento della quota attuale di sedentari, la dotazione di una palestre in tutte le scuole, l’aumento del +30% del numero degli impianti sportivi, mantenendo intatti i primati ottenuti nel medagliere di Olimpiadi e competizioni mondiali ed europee.

In particolare, il dimezzamento della popolazione sedentaria secondo le stime dell’Osservatorio consentirebbe una riduzione significativa della spesa sanitaria (-77 miliardi di Euro cumulati nel periodo 2023-2050) ed un consistente aumento del PIL generato dalla filiera estesa dello sport (+264 miliardi di Euro cumulati nel periodo 2023-2050) e della conseguente occupazione (+374.000 posti di lavoro nella filiera estesa dello sport al 2050).

Per raggiungere gli obiettivi fissati dalla Roadmap, occorre agire con un’ottica multidimensionale e collaborativa, secondo il principio guida di “Sport in All Policies”: lo sport è, infatti, un ambito altamente interdisciplinare, che incide sulla salute pubblica, sull’educazione, sull’integrazione sociale, sullo sviluppo economico, sull’attrattività turistica e sulla proiezione internazionale del Paese, solo per citare alcune delle principali direttrici di impatto che rappresentano responsabilità e competenze di ben 13 (almeno) degli attuali Ministeri.

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Allo stesso modo, è fondamentale che la promozione dell’attività fisica segua un secondo principio, quello di “Sport for All”: le politiche sportive devono far sì che la pratica sia accessibile a chiunque, senza distinzioni di età, genere, provenienza, estrazione sociale e condizione socioeconomica, a maggior ragione da quando, il 20 settembre 2023, lo sport è entrato nell’articolo 33 della Costituzione Italiana, al quale è stato aggiunto un nuovo comma: «La Repubblica riconosce il valore educativo, sociale e di promozione del benessere psicofisico dell’attività sportiva in tutte le sue forme».

La promozione della cultura del movimento non è solo una sfida sportiva, ma un investimento strategico per un Paese più sano, più coeso e più competitivo.



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