Fenicotteri rosa, caviale Beluga da 3.000 euro al chilo e crudo di gamberi, un avventore che fa saltare il tappo di un Krug dell’85 con il portacestello del ghiaccio. Nelle serate turbo della Gintoneria, a due passi dalla stazione Centrale di Milano, tutto era instagrammabile e niente era vietato. Comprese droga e giovani escort dette «le cavalle», gruppetto coordinato dal proprietario che comprendeva anche una minorenne soprannominata «la puzzola». Il locale ha prosperato grazie a bottiglie di pregio, ragazze a pagamento e stupefacenti anche in formula «a domicilio tutto compreso» fino a ieri mattina, quando Stefania Nobile, figlia di Wanna Marchi, il suo socio ed ex compagno Davide Lacerenza, il factotum Davide Ariganello sono stati arrestati dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf. Le accuse, a vario titolo, sono autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Sequestrati il locale e oltre 900 mila euro ritenuti provento dell’autoriciclaggio.
I PACCHETTI
Origine dell’inchiesta coordinata dal pm Francesca Crupi sono alcune operazioni sospette riguardanti le movimentazioni finanziarie di Lacerenza, beneficiario di ingenti somme di denaro con una causale singolare: «Champagne». Per 641.187 euro in tre anni e mezzo (dal 2020 a settembre 2023), versati dalla stessa persona. Che, ascoltata dagli investigatori, riferisce di bonifici per serate organizzate in Gintoneria o a casa propria «con l’acquisto di un pacchetto che comprendeva champagne, escort e stupefacenti», scrive il gip Alessandra Di Fazio nell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Il cliente, stando agli atti, pagava le bottiglie, Lacerenza aggiungeva ragazze e droga in base alle preferenze – «Vuoi la riccia? La pugliese? Quella che fa i twerke?» – e guadagnava dal sovrapprezzo sugli alcolici che le escort incoraggiavano a ordinare: «Viene uno che vive a Dubai, fagli fare una bella bottiglia almeno, caldeggiamelo», motivava tale Francesca. Gli avventori non badavano a spese, c’è chi ha sborsato 70 mila euro in un colpo solo e chi, dalle 9 di sera alle 8,30 del mattino, ha usufruito del servizio delivery di Ariganello «per 35 mila euro in pu…ane e bamba».
I privilegiati avevano a disposizione La Malmaison, moquette rosa e saracinesche sempre abbassate, per «prestazioni sessuali» proprio di fronte alla Gintoneria. A gestire l’attività, stando all’inchiesta, era Lacerenza, 59 anni, «il King» che rombava per la città su una Ferrari da 300 mila euro con fiancate personalizzate e girava video nei quali lava i cerchioni con lo champagne. Stefania Nobile figurava come dipendente della Ginto Eventi, «in realtà amministrava il locale insieme al suo ex», annota il gip. «È lei a gestire i conti correnti e a suggerire dove farsi fare i bonifici (su conti esteri per sfuggire ai controlli), nonché come giustificare fiscalmente gli ingenti costi dei pacchetti». Ricorda al King di farsi fare gli scontrini, lui depista con foto su Instagram: «Faccio sta scena del crimine, mettiamo un po’ di bottiglie vuote e facciamo vedere che siamo qua con clienti potentissimi». Stefania Nobile «chiude gli occhi di fronte a una palese attività criminosa», appena incassa ordina una nuova Lamborghini Urus verde, va spesso in Albania con la madre «ove nulla esclude che reinvesta il denaro in nero».
STILE DI VITA
Anche Wanna Marchi, che non è indagata, era consapevole di ciò che accadeva nella Gintoneria: nelle intercettazioni esprime disgusto per un cliente, «uno schifoso», salvo rallegrarsi per le entrate. E al telefono con il figlio critica lo stile di vita dell’ex genero, pronosticando futuri guai con la giustizia. La Marchi, lavorando come cameriera quando il Malmaison era un ristorante, ha ottenuto la liberazione anticipata dopo la condanna a 9 anni e mezzo per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, imputazione condivisa con la figlia (9 anni e 4 mesi) per la televendita di amuleti miracolosi. Ora, per lei, un altro arresto. «Escludo che Stefania Nobile abbia favorito o sfruttato la prostituzione, stando all’imputazione non ha dato alcun apporto né ha ricevuto lucri diretti. E la misura non è stata applicata per fatti di droga», precisa il suo avvocato Liborio Cataliotti.
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