In Grecia il governo di Kyriakos Mitsotakis è sempre più impopolare

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In Grecia stanno diventando sempre più intense le critiche contro il governo del primo ministro Kyriakos Mitsotakis, che secondo molti non starebbe gestendo in modo opportuno le indagini sul disastro ferroviario avvenuto nel 2023 sulla linea Atene-Salonicco in cui morirono 57 persone. Fu il peggior incidente ferroviario della storia del paese, ma dopo due anni le indagini non sono ancora concluse e non è stata fissata una data per il processo. Le opposizioni criticano anche la mancanza di soluzioni pratiche presentate dal governo per risolvere i problemi strutturali della rete ferroviaria greca, che erano noti da tempo ma che l’incidente ha reso ancora più evidenti. Per questo la scorsa settimana, in occasione del secondo anniversario del disastro, ci sono state grosse proteste in più di 200 città.

L’opposizione sta sfruttando il malcontento per provare a indebolire il governo, che almeno a livello parlamentare è molto forte: il partito di Mitsotakis, Nuova Democrazia (di centrodestra), ha la maggioranza assoluta. Martedì è stata approvata anche con i voti della maggioranza la proposta del PASOK, il principale partito di centrosinistra all’opposizione, di istituire una commissione parlamentare per verificare le eventuali responsabilità dell’allora viceministro per la Gestione delle emergenze Christos Triantopoulos. Mercoledì il PASOK, insieme al partito di sinistra SYRIZA, presenterà una mozione di sfiducia contro il governo. Data la composizione del parlamento è improbabile che passi ma Kathimerini, il principale giornale greco, scrive che potrebbe comunque esserci un rimpasto di governo. 

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Le critiche sono condivise da gran parte della popolazione. Secondo un sondaggio condotto a metà febbraio dall’agenzia greca ALCO per Alpha TV, una delle principali reti televisive greche, il 65 per cento delle persone ha «per niente» o «poca» fiducia nelle indagini in corso, mentre l’81 per cento crede che il governo non abbia fatto abbastanza negli ultimi due anni per mettere in sicurezza la rete ferroviaria (mercoledì in un discorso davanti al parlamento, Mitsotakis ha detto che il suo governo metterà in atto un piano per modernizzare il sistema ferroviario greco entro il 2027).

Secondo lo stesso sondaggio, il 72 per cento degli intervistati crede che il governo abbia cercato di coprire i responsabili dell’incidente e inquinato di proposito alcune prove fondamentali. Questa convinzione, che per ora rimane solo un’ipotesi, è stata espressa anche dal 43 per cento delle persone che alle ultime elezioni avevano votato per Nuova Democrazia.

Mitsotakis è in carica dal 2019: in questi sei anni è sempre stato molto popolare e alle ultime elezioni parlamentari, a giugno del 2023, il suo partito era riuscito a ottenere la maggioranza assoluta in parlamento nonostante l’incidente ferroviario fosse avvenuto da pochi mesi e l’idea che il governo avesse una qualche responsabilità nel disastro era già discussa. Tuttora Nuova Democrazia rimane il partito più popolare in Grecia, sebbene i suoi consensi siano in calo secondo i sondaggi.

Le proteste davanti al parlamento greco ad Atene, il 28 febbraio 2025 (AP Photo/Thanassis Stavrakis)

– Leggi anche: Le grosse proteste in Grecia per il disastro ferroviario di due anni fa

L’incidente ferroviario in questione avvenne nella notte tra il 28 febbraio e il 1 marzo del 2023: vicino a Tempes, nella regione della Tessaglia, un treno merci e un treno passeggeri che viaggiavano accidentalmente sullo stesso binario si scontrarono. A bordo del secondo c’erano 352 persone, alcune delle quali morirono nell’impatto. Alla collisione seguì una violenta esplosione, che causò la morte di altri passeggeri.

Pochi giorni prima, a fine gennaio, l’allora ministro dei Trasporti Kostas Karamanlis aveva criticato le preoccupazioni dell’opposizione sulla sicurezza della rete ferroviaria, definendole imbarazzanti. Due giorni dopo l’incidente Karamanlis si dimise (pochi mesi dopo è stato rieletto in parlamento e per questo al momento gode dell’immunità parlamentare).

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Le critiche al governo non finirono lì. Contrariamente ai protocolli previsti dall’Unione Europea, il 4 marzo la zona fu sgomberata dai rottami del treno e ricoperta di ghiaia e cemento, cosa che rese impossibile recuperare delle prove potenzialmente fondamentali. Al tempo il procuratore locale negò di aver dato l’ordine di sgombero e disse anzi che solo il governo poteva farlo. Anche il governo negò a sua volta ogni responsabilità: ancora oggi non è chiaro perché la zona fu liberata così in fretta.

Nelle ore successive all’incidente inoltre le varie agenzie governative che intervennero lo fecero senza un vero coordinamento e questo causò, oltre che una grande confusione, anche un ritardo nei soccorsi.

I resti dei due treni, il 3 marzo 2023 (AP Photo/Giannis Papanikos)

A gennaio del 2024 il parlamento greco respinse la richiesta della procura europea di istituire una commissione parlamentare d’inchiesta per indagare sulla responsabilità di due ex ministri dei Trasporti. A marzo poi una commissione parlamentare, istituita dal governo un anno prima, stabilì che non c’erano prove sufficienti per accusare alcun politico. Nello stesso periodo la procuratrice capo europea Laura Kövesi accusò le autorità greche di star ostacolando le sue indagini sulla mancata applicazione di un progetto finanziato dall’Unione Europea per l’aggiornamento dei sistemi di controllo della rete ferroviaria greca.

A oltre due anni dal disastro le indagini della procura greca non si sono ancora concluse e non è quindi stato avviato alcun processo penale. Le principali questioni ancora aperte riguardano gli errori, le inadempienze e i problemi strutturali che portarono i due treni a viaggiare sullo stesso binario. Nel frattempo i famigliari delle vittime, riuniti in un’associazione chiamata “Non ho ossigeno” (da una frase pronunciata da una delle vittime poco prima di morire) hanno condotto degli accertamenti assumendo esperti indipendenti.

Questi esperti sono arrivati a conclusioni simili a quelle esposte dall’Organizzazione nazionale per le indagini sugli incidenti aerei e ferroviari, un organo indipendente dal governo che la settimana scorsa ha diffuso un rapporto di 178 pagine sulle cause del disastro. Secondo il rapporto i due treni si trovavano sullo stesso binario a causa di un errore commesso da un capostazione, che sarebbe stato evitabile se il sistema ferroviario greco avesse avuto i moderni sistemi di sicurezza previsti per legge. Il rapporto ha anche identificato altri problemi strutturali, come una scarsa formazione dei dipendenti e delle carenze di personale.

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Un’altra questione ancora aperta riguarda l’esplosione avvenuta poco dopo l’impatto, che rese impossibile recuperare i resti di molte vittime e le cui cause non sono ancora state chiarite. Secondo gli esperti assunti dai familiari sarebbe stata generata da un combustibile non dichiarato a bordo del treno merci: questa possibilità è stata confermata anche dal rapporto dell’Organizzazione. Anche per come si svolsero i primi accertamenti non è stato però possibile identificare la sostanza che causò l’esplosione.

Queste conclusioni sono opposte a quelle presentate dall’indagine condotta dalla compagnia privata Hellenic Train, proprietaria di entrambi i treni coinvolti, secondo cui lo scoppio sarebbe stato causato invece da un guasto.



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