Donne in agricoltura e Pac, una bella storia – Economia e politica

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L’Unione Europea è sempre più attenta al tema delle pari opportunità, anche nel settore agricolo. La Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale del Parlamento Ue ha infatti fatto proprio questo principio nell’andare a regolamentare le politiche agricole. A tal proposito la Pac 2023-2027 invita tutti gli Stati membri a porre un impegno particolare nella partecipazione e nella promozione del ruolo delle donne in agricoltura.

 

Nonostante questo, ahimè, a livello europeo e nazionale non ci sono misure ad hoc per l’imprenditoria femminile in questo comparto; solo a livello regionale, grazie ai Complementi per lo Sviluppo Rurale (Csr), troviamo dei bandi che nell’erogazione dei contributi danno priorità alle donne.

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Secondo il Crea, sulla base dei dati del 7° Censimento Generale dell’Agricoltura dell’Istat, le donne conducono circa un terzo delle aziende agricole totali (31,5%), con una dimensione aziendale mediamente inferiore rispetto a quelle a conduzione maschile (in media 4 ettari in meno), contribuendo, di conseguenza, in misura minore alla produzione standard nazionale (17,5%).

 

In Italia le aziende agricole guidate da donne sono meno di un terzo delle aziende totali (31,5%)

(Fonte foto: Brochure ideata dal Gruppo Parità di Genere costituito dal Crea nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale 2023-2024)

 

Concentrandoci sul settore zootecnico la forbice è ancora più netta: solo il 23% delle aziende con allevamenti è gestito da donne. La zootecnia rimane dunque di forte appannaggio maschile.

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Quello zootecnico rimane un settore prettamente maschile

Quello zootecnico rimane un settore prettamente maschile

(Fonte foto: Brochure ideata dal Gruppo Parità di Genere costituito dal Crea nell’ambito delle attività della Rete Rurale Nazionale 2023-2024)

 

Numeri a parte, nel settore primario le donne svolgono un ruolo fondamentale nel promuovere lo sviluppo e la tutela dei territori rurali, contribuendo alla sicurezza alimentare e assicurando prodotti di qualità e rispettosi dell’ambiente.

 

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L’agricoltura di oggi non può quindi fare a meno delle donne che, nonostante le difficoltà e gli ostacoli che si trovano davanti, dimostrano una maggiore propensione verso pratiche agricole più sostenibili e innovative. Particolarmente attente alla cura dei dettagli, lungimiranti e ben organizzate, si caratterizzano inoltre per un orientamento più spiccato verso la multifunzionalità e le varie attività connesse. E nonostante l’assenza di misure specifiche a loro dedicate, le donne sono parte attiva nell’intercettare le opportunità offerte dai Csr, andando a candidare le proprie progettualità.

 

Allevamento, quell’aiuto arrivato dal Psr

In occasione della Giornata Internazionale della Donna, che si celebra l’8 marzo di ogni anno, abbiamo conosciuto una donna che ben rappresenta la fotografia scattata fino a qui.

 

È Rossella Bernardi, titolare di Arca Prealpina, una realtà agricola di Borgo Valbelluna (Belluno) specializzata nell’allevamento di capre da latte. L’azienda è nata nel 1988 grazie alla madre di Rossella, titolare, e al padre, inquadrato come collaboratore familiare, mentre Rossella all’epoca si occupava di tutt’altro.

 

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“Dopo la morte di mio padre – ci racconta Rossella Bernardi – l’azienda è rimasta chiusa per un anno, ed il silenzio che regnava era insostenibile, le erbacce crescevano e sentivo solo una grande desolazione. Lasciare andare tutto mi sembrava un insulto nei confronti del duro lavoro dei miei genitori. Nella mia testa mi sono data cinque anni di tempo per vedere se fossi stata in grado di reggere il lavoro continuativo e quotidiano. Per due anni ho mantenuto il doppio lavoro, dopodiché il covid-19 mi ha dato la forza per lasciare il precedente lavoro e dedicarmi totalmente all’azienda.

 

L’essere donna, soprattutto i primi tempi, non ha aiutato, “le persone della categoria (quasi tutti uomini) non mi prendevano molto sul serio, pensavano che avrei mollato poco dopo. Ritenevano – spiega – che fossi alla ricerca di ‘finanziamenti facili’ per valorizzare l’azienda e poi rivenderla”.

 

Così non è stato e oggi, grazie anche all’aiuto del marito che è entrato in azienda come collaboratore familiare, gestisce un allevamento di circa novanta capre di razza Camosciata delle Alpi. “Il lavoro è quotidiano: ci si alza alle 5:30 del mattino, si dà da mangiare agli animali, si pulisce la lettiera, si munge. Dalle 17:00 del pomeriggio – continua la titolare dell’azienda agricola – si ripete il tutto, sette giorni su sette, trecentosessantacinque giorni all’anno”. E proprio in queste settimane Rossella è alle prese con i parti delle capre.

 

L'allevamento è composto da circa novanta capre di razza Camosciata delle Alpi

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L’allevamento è composto da circa novanta capre di razza Camosciata delle Alpi

(Fonte foto: Rossella Bernardi – Arca Prealpina)

 

Nel corso degli anni Rossella Bernardi ha saputo cogliere le occasioni offerte dal Psr del Veneto, tanto che un aiuto importante per la realizzazione di una stalla modello è arrivato dal Psr regionale 2014-2020, Misura 4 – Investimenti in immobilizzazioni materiali, Tipo di intervento 4.1.1 – Investimenti per migliorare le prestazioni e la sostenibilità globali dell’azienda agricola, Priorità Ue: 2 – Potenziare la redditività delle aziende agricole e competitività dell’agricoltura, Focus Area: 2B – Ricambio generazionale.

“Circa 60mila euro di finanziamento strutturale e 40mila euro pacchetto giovani. Un percorso burocratico lungo e complesso che si è completato in circa due anni”, spiega Rossella.

 

L’impianto elettrico e di riscaldamento è stato modernizzato e sono stati installati macchinari di mungitura più efficienti e con consumo di energia minore. “Ho migliorato la parte dei servizi – ci precisa – realizzando uno spogliatoio, un bagno in azienda, una stanza polifunzionale da adibire a varie mansioni. Inoltre ho migliorato alcune parti strutturali che necessitavano di manutenzioni urgenti, come portoni, grondaie, vasca refrigerante per il latte, un nuovo sistema di riscaldamento dell’acqua, eccetera”.

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Tutte migliorìe che “hanno permesso di avere una stalla funzionale al lavoro di una donna, con spazi efficienti al 100%, senza dispersione di tempi (che sono un valore!). Meno spreco di energie, meno spreco di tempo, meno dispersione di calore”.

 

L’obiettivo è quello di arrivare ad avere un allevamento sostenibile per chi lo conduce, ovvero “uno spazio organizzato per chi lavora, una stalla pulita, un sistema di riscaldamento dell’acqua veloce ed efficace, utile sia per le pulizie che per l’abbeveraggio degli animali. Benessere animale significa spazi ampi, puliti, recinzioni, metodo di lavoro”.

 

Nella stalla il benessere animale è messo al primo posto

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(Fonte foto: Rossella Bernardi – Arca Prealpina)

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Passione piante officinali

Da sempre la passione di Rossella Bernardi sono però le piante e i fiori, una passione che l’ha portata anche a coltivare un campo di piante officinali. “Grazie ai fondi Psr per i giovani – afferma – ho potuto investire sulle piante officinali e sul laboratorio Ppl Veneto (progetto Piccole Produzioni Locali della Regione Veneto, Ndr), rendendo un lavoro anche la coltivazione di piante officinali. Attualmente ho circa 2mila metri di officinali, tra cui calendula, camomilla, arnica, malva, fiordaliso, echinacea, issopo, achillea, rose, salvia, timo, origano, maggiorana, lavanda, elicriso, eccetera. Lavoro totalmente manuale con gestione e raccolta quotidiana a mano, fiore per fiore (da aprile a settembre trascorro circa sei ore al giorno in campo, oltre alla stalla alla mattina e alla sera)”.

 

I prodotti realizzati sono infusi, sali aromatici per la cucina, sciroppi di erbe e una linea di cosmesi naturale che comprende circa venti prodotti. “Sto inoltre implementando una linea assortita di saponi realizzati con latte di capra e piante officinali”, precisa.

 

Nel futuro (anche) l’agriturismo

Recentemente la titolare di Arca Prealpina è riuscita ad ottenere anche un altro finanziamento grazie al Psr Veneto 2023-2027 nell’ambito dell’Intervento SRD03 Investimenti nelle aziende agricole per la diversificazione in attività non agricole.

 

“Il finanziamento è relativo all’agriturismo (due alloggi) che abbiamo aperto nell’agosto del 2024 ed è di circa 50mila euro su 100mila spesi circa. Abbiamo realizzato – ci racconta – pavimentazioni esterne che permettono l’accessibilità a persone con limitata capacità motoria e ho potuto completare i lavori di ristrutturazione che erano destinati ad arenarsi senza aiuti”.

 

Burocrazia, limite per l’innovazione?

“Nel 2025 non si vive più di sola stalla e di latte… vengono premiate le idee, la lungimiranza e la creatività, ma qui ci si scontra con la rigidità della burocrazia, sostiene Rossella che ricorda infatti le lungaggini del percorso burocratico al fine di ottenere i primi contributi per le modifiche alla stalla.

 

Già, la burocrazia, tasto dolente per chi lavora in agricoltura (ma non solo).

 

“Per supportare le aziende (non solo femminili) servirebbe secondo me meno rigidità nel contenuto, nel senso che sarebbe bello poter presentare un progetto e vederlo finanziato sull’idea, non sulle caselle da barrare. Mi spiego meglio, ci provo: il limite non è l’azienda maschile o femminile, ma il limite è incasellare le idee progettuali in un elenco di ‘parti immobiliari ed oggetti’ che ci sono/non ci sono nel finanziamento. Nel nostro caso – sostiene – avremmo avuto la necessità di inserire richieste funzionali ed indispensabili all’azienda che però ‘non erano previste’ nel bando”.

 

“Idee innovative richiedono lungimiranza anche nei finanziamenti”, conclude Rossella Bernardi.

 

Storie di donne, storie di Pac

Per scoprire altre storie di donne che con il loro lavoro contribuiscono al miglioramento della posizione degli agricoltori nella filiera alimentare, alla salvaguardia della biodiversità, al sostegno del ricambio generazionale, alla protezione della qualità dell’alimentazione e della salute, grazie anche alla Pac, è possibile guardare i video realizzati nell’ambito del progetto CAP4AgroInnovation – Agrifood Edition.

Leggi anche Donne rurali, parola d’ordine: innovazione


Il logo del progetto CAP4AgroInnovation - Agrifood Edition

 

CAP4AgroInnovation – Agrifood Edition è il nuovo progetto di Image Line®, cofinanziato dall’Unione Europea, al fine di informare i cittadini sulla Politica Agricola Comune.

Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito



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