Un’ambulanza di cartapesta per la disastrata sanità lucana: “Carenza di medici? Ci siamo noi”

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A Carnevale ogni scherzo vale. Tra i carri allegorici allestiti ad Agromonte, un piccolo paese del Sud della Basilicata, spunta una ambulanza (‘Agrolanza’) con la scritta ‘Carenza di medici? Ci pensiamo noi’, uno sfottò per ironizzare sul dramma delle aree interne afflitte dal numero esiguo di medici di base, nonché il disastro della medicina territoriale. Il recente rapporto ‘Sistema di Garanzia 2023’ del Ministero della Salute sui LEA-Livelli Essenziali delle prestazioni sanitarie pone la Basilicata al quintultimo posto.

E pensare che Vito Bardi, il presidente della Regione, al suo secondo mandato – nessuno se n’è accorto – in occasione della nomina del suo assessore alla sanità Cosimo Latronico che tra l’altro si occupa anche di politiche per la persona e Pnrr disse: “Il primo obiettivo in sanità è il controllo della spesa. Il secondo è l’attuazione del piano di medicina territoriale, anche in considerazione degli investimenti Pnrr”. I numeri però sono da horror. La sanità della Basilicata perde 6,47 punti rispetto al precedente rapporto, risultando insufficiente in uno dei tre parametri di monitoraggio Lea: quello distrettuale. Tre le macroaree di valutazione: Prevenzione, Distrettuale ed Ospedaliera.

Il carro-ambulanza di Agromonte in Basilicata al Carnevale 2025

Sulla ‘prevenzione’ la sanità lucana ha una valutazione di 68 (la soglia di sufficienza è 60), raggiunge un 69 nell’ambito ‘ospedaliero’, mentre si ferma a 52, sotto la soglia della sufficienza per l’ambito ‘distrettuale’, ovvero la medicina territoriale. Bocciate l’assistenza a domicilio, le cure palliative, l’assistenza ai non autosufficienti. Ciò accade in una regione con un forte spopolamento di giovani, in cui mancano i trasporti pubblici e gli anziani sono lasciati soli e senza cure.

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A proposito di trasporti pubblici, in campagna elettorale, il candidato Bardi promise elicotteri per gli spostamenti interni dei lucani. Per ora sui cieli lucani, non volteggia nulla, ma restiamo ottimisti. Ad esempio chi abita nel Lagonegrese per un’analisi Helicobacter pylori, esame disponibile in qualunque farmacia di una città medio/piccola, deve percorrere oltre cento chilometri per raggiungere l’ospedale di Villa d’Agri. L’esame non viene lavorato nei laboratori pubblici lucani, ma in uno privato di Napoli. Risultato? Oltre una settimana di attesa e altri cento chilometri per ritirare il referto. Guai a chiedere l’invio digitale. È un’eresia.

Per non parlare delle Case della Comunità, degli Ospedali di Comunità, dei Cot e l’assistenza domiciliare integrata. Ovvero tutte quelle misure previste nel decreto ministeriale n. 77 del 2022 che dovevano rilanciare la medicina territoriale, anche con finanziamenti Pnrr, dopo il disastro del Covid. Proprio sulla medicina distrettuale, la Basilicata incassa una sonora bocciatura.

“I dati evidenziano quanto da anni denunciato dalla Cgil sulle scelte sbagliate dell’allora presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella che, con la legge 2 del 2017, accorpò gli ospedali del territorio, Melfi, Villa d’Agri e Lagonegro, all’ospedale regionale San Carlo di Potenza determinando così un pesante smantellamento della sanità territoriale”. Lo denuncia il segretario generale dello Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa che spiega: “Il governo Bardi ha una responsabilità enorme, non solo per non aver dato seguito a nessuna delle azioni propagandate di rilancio della sanità lucana, ma anche per essere diventato il ‘maggiordomo’ del presidente del Consiglio regionale che ogni giorno mette in atto incursioni nella sanità attraverso azioni che debordano dal suo ruolo istituzionale”.

A proposito dell’highlander Pittella, ora leader di Azione in Basilicata, nella sua fitta agenda di presidente del Consiglio regionale ha dovuto inserire anche il nuovo impegno da urologo. È recente l’incarico con i vertici dell’Asl di Potenza, in base all’assetto organizzativo delineato dalla riforma voluta nel 2017 proprio da Pittella.

Il presidente-medico è stato l’unico urologo che ha risposto all’appello lanciato a metà dicembre per l’affidamento di 32 ore di attività specialistica necessarie a garantire operatività di 4 diversi ambulatori sparsi per la provincia di Potenza. Lui però visita soltanto 15 ore a settimana nel poliambulatorio Madre Teresa di Calcutta di Potenza, un tiro di schioppo dal Consiglio regionale. Più altre 5 ore a settimana a Sant’Arcangelo, un piccolo borgo della Provincia di Potenza noto per aver dato i natali al suo predecessore Vito De Filippo (Pd), ex presidente della Regione lucana e tra l’altro ex sottosegretario di Stato al Ministero della salute sotto il governo Renzi.



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