Ottime notizie dalla Cop16 sulla Biodiversità che si è tenuta a Roma dal 25 al 27 febbraio presso la sede della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura). Qui si è svolta la sessione supplementare della Cop16 di Calì in Colombia dell’ottobre 2024, la quale ha programmato un ulteriore incontro con l’obiettivo di adottare le decisioni rimaste in sospeso.
Nella sessione di Roma, le Parti della Cop16 hanno assicurato le risorse economiche e finanziare necessarie a raggiungere i 23 target individuati per fermare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2030, definiti durante la Cop15 del 2022 con il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework.
Dopo tre giorni di negoziati, i delegati governativi hanno finalmente approvato un accordo strategico per mobilitare le risorse finanziarie necessarie per la protezione della biodiversità. L’accordo raggiunto è un passo storico, come ha affermato Susana Muhamad, la presidente della Cop16 nel discorso finale: “Oggi è una giornata storica. Siamo riusciti ad adottare il primo piano globale per finanziare la conservazione della vita sulla Terra”.
Cosa prevede l’accordo approvato durante la Cop15
Il Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework (il quadro globale della biodiversità) approvato nel 2022 con la Cop15 prevede di:
- proteggere almeno il 30% delle terre e dei mari entro il 2030
- eliminare 500 miliardi di dollari all’anno in sussidi dannosi per l’ambiente
- aumentare la resilienza degli ecosistemi, riducendo di 10 volte il tasso di estinzione delle specie e incrementando l’abbondanza della fauna selvatica
- istituire il Global Biodiversity Framework Fund (il fondo globale per la biodiversità) per colmare il gap finanziario di 700 miliardi di dollari all’anno, destinati alla conservazione della biodiversità.
La Cop16 di Roma raggiunge un accordo strategico
L’accordo raggiunto nel terzo giorno di lavori della Cop16 di Roma, prevede la creazione di un flusso di finanziamenti internazionali che dovrà passare dai 20 miliardi all’anno previsti per il 2025 ai 30 miliardi entro il 2030. L’obiettivo finale è mobilitare 200 miliardi di dollari l’anno entro la fine del decennio, attraverso vari canali di finanziamento come fondi pubblici nazionali e internazionali, investimenti privati, finanziamenti misti e contributi filantropici.
La gestione di queste risorse è stata una questione molto dibattuta durante i lavori. I Paesi sviluppati hanno proposto di affidare i fondi al Global Environment Facility (Strumento Globale per l’Ambiente), che opera sotto la supervisione della Banca Mondiale. D’altra parte, i rappresentanti dei Paesi del Sud del mondo hanno suggerito la creazione di un meccanismo autonomo, gestito direttamente dalla Cop.
La svolta è stata possibile grazie a una proposta avanzata dal Brasile per conto dei BRICS che garantisce alla Cop il pieno controllo sulla governance del nuovo fondo, pur mantenendo la sua operatività all’interno del meccanismo di supervisione già esistente. Si rinvia invece alle future Cop la decisione definitiva che potrebbe eventualmente portare il fondo fuori dal controllo della Banca Mondiale. Il fondo inoltre garantirà un accesso più stabile ai finanziamenti per assicurare la distribuzione delle risorse finanziarie anche ai Paesi soggetti a eventuali sanzioni internazionali.
L’accordo della Cop16 di Roma istituisce il Fondo Calì
Questo strumento mira a condividere equamente i benefici dell’uso delle risorse genetiche della biodiversità e a tutelare i diritti delle popolazioni indigene. L’obiettivo è destinare i profitti derivanti dall’uso commerciale delle risorse naturali alla conservazione della biodiversità. Il fondo, finanziato principalmente dalle aziende che utilizzano risorse genetiche per scopi commerciali, come le industrie farmaceutiche, biotecnologiche e cosmetiche, destinerà almeno il 50% delle risorse raccolte da questi gruppi, promuovendo l’equità nell’uso delle risorse naturali.
L’accordo siglato a Roma rafforza il sistema di pianificazione, monitoraggio, rendicontazione e revisione del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework. Questo permetterà ai governi di valutare i progressi utilizzando un insieme unificato di indicatori, fornendo dati chiari e confrontabili a livello globale. Il successo dell’iniziativa sarà determinato dall’efficace applicazione delle misure e dalla capacità dei governi di trasformare gli impegni finanziari in azioni concrete per la protezione degli ecosistemi.
La Cop17, prevista tra due anni, rappresenterà il primo banco di prova per valutare se il nuovo sistema di finanziamento sarà in grado di essere efficace.
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