Sogei, perché sono nella bufera pure Cannarsa e la società Deas

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Finisce nel registro degli indagati anche Cristiano Cannarsa, amministratore delegato di Sogei, la società del ministero dell’Economia per i servizi informatici, al centro della maxi inchiesta della Procura di Roma che nei mesi scorsi ha portato all’arresto dell’ex dg di Sogei, Paolino Iorio.

Attualmente Iorio è in carcere per corruzione dopo l‘arresto in flagranza per corruzione lo scorso 15 ottobre mentre intascava una mazzetta da 15mila euro da Massimo Rossi, ex legale rappresentante di Itd Solutions, la società controllata da Digital Value. Nella vicenda risultano indagati anche il capitano della Marina, Antonio Angelo Masala, l’azienda Olidata e il referente di Musk in Italia, Andrea Stroppa.

A quattro mesi di distanza anche l’amministratore delegato di Sogei è indagato dalla Procura di Roma per tentato peculato nell’ambito della maxindagine.

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Oggi la Guardia di Finanza ha effettuato una serie di perquisizioni nell’abitazione di Cannarsa e nei suoi uffici.

Secondo l’impianto accusatorio della procura a coinvolgere Cannarsa ci sarebbe una proposta per un appalto da oltre un milione e mezzo di euro in favore della società Deas, iscritta nel registro degli indagati, attiva nel settore della cybersicurezza.

Come ricorda il quotidiano Domani la società romana di Stefania Ranzato negli ultimi anni ha avuto un boom di fatturato ottenendo svariate commesse pubbliche, tra cui dal ministero della Difesa.

Lo scorso ottobre il Sole 24 Ore ha scritto che il gruppo Leonardo aveva avviato una due diligence su Deas, valutando possibili acquisizioni nel settore della cybersecurity. Tuttavia, l’operazione sarebbe poi saltata. Così come non si è concluso il progetto gestito da Cannarsa che, secondo la versione fornita da Iorio, sarebbe potuto essere effettuato in house o da altri fornitori con un costo molto inferiore.

Tutti i dettagli.

LO SVILUPPO DELL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI ROMA CHE COINVOLGE L’AD DI SOGEI CANNARSA

Come spiega il Corriere della sera, l’inchiesta del pm Lorenzo Del Giudice ipotizza i reati di corruzione e turbata libertà degli incanti nell’ambito di diverse procedure di appalto/affidamento in materia di informatica e telecomunicazioni, bandite da Sogei, dal ministero dell’Interno – dipartimento della Pubblica Sicurezza, dal ministero della Difesa e dallo Stato maggiore della Difesa.

Nello specifico, l’accertamento giudiziario sull’ad di Sogei nasce dalle dichiarazioni di Iorio, che nelle scorse settimane ha chiesto il patteggiamento a tre anni, e riguardano una proposta di appalto da oltre un milione e mezzo di euro in favore della già citata società di proprietà di Ranzato, Deas.

Su Cannarsa – sempre secondo l’impianto accusatorio e come anticipato da La Repubblica – anche una intercettazione ambientale del giugno scorso dell’ufficiale di Marina, Antonio Angelo Masala, indagato nella tranche principale dell’indagine.

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LE DICHIARAZIONI DI IORIO

Come riporta Domani, che riprende i verbali dell’inchiesta, l’ex dd di Sogei Iorio ha riferito ai pm di rapporti particolari tra Cannarsa e Deas. «Cannarsa tendeva ad avvantaggiare Deas per lo sviluppo della cybersecurity – si legge nel verbale reso da Iorio – Seppi a settembre (…) che su richiesta di Cannarsa avrebbe dovuto fare un contratto con Deas per l’importo di un milione e 600 mila euro per realizzare un prodotto che, per la mia esperienza e per quanto riferitomi da miei collaboratori, poteva essere realizzato con non più di 200 mila euro».

«Altra cosa che mi ha insospettito – continua Iorio davanti ai magistrati, prosegue Domani – è che Cannarsa chiese (…) di istituire un gruppo per avere sicurezza in rete attraverso personale di Deas: io avrei voluto che questo personale fosse presso Sogei ma, al contrario, il personale Deas lavorava per Sogei dalla loro sede senza che Sogei potesse avere il controllo sul lavoro che questo personale svolgeva».

Secondo Iorio, l’obiettivo di questi favoreggiamenti era far aumentare il fatturato della Deas (come infatti emerge dal bilancio 2023 di cui scriviamo più avanti) così da renderla appetibile per una potenziale acquisizione.

Infatti la società di Ronzato non era finita solo nel mirino di Leonardo, ma anche di Maticmind, società attiva nella cybersecurity di Carmine Saladino, fedelissimo del ministro Guido Crosetto, sottolinea sempre Domani. Sempre il quotidiano riporta che anche Fincantieri aveva manifestato interesse per Deas, con cui collabora, ma dai piani alti dell’azienda di stato fosse pure arrivato un deciso rifiuto.

LA POSIZIONE DI SOGEI

L’ad di Sogei, Cristiano Cannarsa (già ad di Consip dal 2017 al 2023, ndr), è attualmente oggetto di un’indagine per il reato di “tentato peculato”: ha annunciato la stessa società oggi.

Questa indagine, spiega la nota, è stata avviata dalla magistratura come naturale evoluzione a seguito dell’arresto in flagranza di Paolino Iorio, ex direttore generale di Sogei, colto mentre riceveva una tangente e licenziato da Sogei per questo motivo.In merito a questa situazione, Cannarsa, precisa la nota, “desidera sottolineare di avere piena fiducia nell’operato della magistratura e di mantenere la massima serenità”.

Pertnato, Sogei continuerà a collaborare con le indagini, assicurando la massima trasparenza e disponibilità nella certezza di un celere e completo chiarimento della posizione dell’amministratore delegato.

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COS’È DEAS, AL CENTRO DELLO SVILUPPO DELL’INCHIESTA SOGEI CHE VEDE CANNARSA TRA GLI INDAGATI

Dunque a fianco di Cannarsa compare nel registro degli indagati anche Deas (acronimo di Difesa e analisi Sistemi), definita “un’eccellenza italiana nella cyberscurity, rivolta alla tutela della sicurezza nazionale e delle istituzioni”, lo scorso ottobre dal Sole 24 Ore.

Come si legge sul suo sito web, Deas è partner tecnologico del comparto della Difesa, delle Forze di Sicurezza, della Pubblica Amministrazione e di gruppi industriali strategici italiani e internazionali.

Si tratta di una società a capitale interamente italiano. Il quartier generale è situato nel cuore della capitale, in piazza Montecitorio, mentre il Centro Avanzato Cibernetico di Deas si trova nella base della Difesa di Sant’Alessandro a Roma. “La struttura è il cuore tecnologico e logistico dei servizi di Cyber Sicurezza, nonché polo ad alta specializzazione per tutte le operazioni informatiche”, prosegue la società guidata da Stefania Ranzato. Inoltre, il centro è uno dei pochi in Italia accreditati dall’Organismo di Certificazione della Sicurezza Informatica (OCSI) e l’unico ospitato in una struttura militare.

LA PROPRIETÀ DI DEAS

Con un capitale sociale di un milione di euro, la società è controllata al 100% da Stefania Ranzato, amministratrice unica.

I SETTORI INTERESSATI DA DEAS

Secondo le informazioni fornite dalla società, Deas spa mette a disposizione l’IA di tutti i settori, rivolgendosi in particolare al perimetro nazionale di sicurezza cibernetica, oltre ad altri comparti in cui la protezione è fondamentale, quali quello bancario, l’industria, le aziende e le amministrazioni pubbliche.

Per esempio qualche anno fa ha presentato il progetto “Intelligent Cyber Security Agent” in occasione dell’Innovation day dell’Aeronautica Militare, presso il Reparto Sistemi informatici e automatizzati (ReSIA) della forza armata. «Il cyber agent – spiegava Stefania Ranzato, presidente della Deas – è un potente strumento di contrasto alla minaccia cyber, che non sostituisce l’uomo, ma al contrario lo supporta, fornendogli degli alert mirati in grado di potenziare le sue capacità decisionali e di intervento».

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Inoltre, già partner per vari Dicasteri e per le stesse Forze Armate, Deas ha investito molto nel campo delle esercitazioni, sviluppando per prima nel Paese soluzioni specifiche per le esercitazioni militari in ambito cyber.

COSA EMERGE DAL BILANCIO 2023 DI DEAS

La società ha chiuso l’esercizio 2023 con un valore della produzione  pari a 20,8 milioni di euro, in deciso miglioramento rispetto a 7,9 milioni di euro dell’anno precedente, e un risultato positivo di euro 8,7 milioni di euro (in aumento rispetto a 2,3 milioni di euro del 2022). I costi ammontano a 9,9 milioni di euro, anch’essi in aumento rispetto a 5 milioni del 2022. Deas ha archiviato il bilancio 2023 con un totale debiti pari a 5,2 milioni di euro, in peggioramento rispetto a 3,8 milioni dell’anno precedente.

Infine, nel corso dell’esercizio 2023 Deas ha visto un ingente aumento del volume d’affari anche in seguito all’effetto dell’aggiudicazione di importanti bandi di gare europei avvenuti lo scorso anno (tra i quali i grandi Accordi Quadro del Piano Triennale AGID banditi da Consip “Affidamento di servizi applicativi in ottica cloud e di servizi di demand e PMO per le Pubbliche Amministrazioni centrali ed.2 – ID2483”, “Affidamento di servizi di sicurezza da remoto, di compliance e controllo per le Pubbliche Amministrazioni ID2296“, “Affidamento di servizi applicativi di Data Management per le Pubbliche Amministrazioni centrali ID2102”).



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