Sulla Città della Musica lo scontro è politico e si sposta sul “metodo” della decisione con cui il Comune ha rinunciato al suo ampliamento, ma anche sulle spese fatte dopo il 2020 che ammontano a poco più di 86mila con dunque gli oltre 913 mila euro di finanziamento ancora disponibili e che alla Regione si chiederà di dirottare, come ha fatto sapere all’indomani della notizia dello stop all’ampliamento, sul teatro d’Annunzio per riportarlo all’agibilità. E così mentre in commissione Controllo e garanzia il sindaco rivendica la bontà della scelta che per l’opposizione e in particolare il consigliere comunale Marco Presutti (Pd) sarebbe stata esclusivamente di carattere politico-amministrativo con il rischio idraulico come mera scusa, il capogruppo comunale Domenico Pettinari annuncia proprio per quelle spese sostenute, un esposto alla corte dei conti.
Sulla loro “opportunità e legittimità”, afferma quindi il presidente della stessa commissione Paolo Sola (m5s), non solo non sarebbe stata fatta chiarezza, ma se una cosa dalla commissione sarebbe emersa è che la chiusura del canile “che lo stesso sindaco motivò come dovuta proprio a quei lavori per la città della musica”, almeno in un primo momento con proprio il rischio idraulico divenuto poi la discriminante, “è stato il frutto di una persecuzione: si è trattato di una vendetta privata verso qualcuno”. Quelle spese invece sarebbero state legittimate proprio dalla cronologia dei fatti, questo quanto sostenuto dal sindaco chiamato a spiegare perché la delibera di rinuncia è arrivata a 5 anni dalla redazione del psda.
Due poi gli elementi emersi dalla commissione e da rimarcare prima di entrare nel dettaglio dello scontro politico: il fatto che la struttura realizzata ormai da tempo resterà dov’è con l’intenzione da parte dell’amministrazione, ha detto il sindaco, di trovare qualcuno che la gestisca e la possibilità chiesta dal consigliere di Forza Italia Marcello Antonelli di rivedere il termine “rinuncia” con quello di “congelamento” della decisione per valutare a maggio, quando sarà rilanciato dall’Autorità di bacino il nuovo psda (piano stralcio difesa alluvioni) ha fatto sapere, se con gli studi relativi all’efficacia che avranno le vasche di laminazione in costruzione, il discorso ampliamento potrà o meno essere ripreso.
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Se quel progetto non è stato fermato con il psda del 2020 è perché, questo quanto sostenuto dal sindaco Carlo Masci, lo stesso è arrivato a marzo 2020 e cioè dopo il bando di gara per l’affidamento dei lavori era già in corso con dunque quanto fatto fino a quel momento legittimo. Un bando che era arrivato sulla base, ha tenuto a precisare, di quanto deciso dalla giunta Alessandrini che ottenne nel 2017 il finanziamento per l’ampliamento del progetto cui la stessa impresa, che aveva effettuato lavori propedeutici per 18mila euro come riferito dall’architetto Fabrizia Giancarlo, ha rinunciato con la risoluzione del contratto ormai definita. Proprio il passo indietro dell’impresa avrebbe dunque portato da parte degli uffici all’apertura di quella riflessione finita nella delibera del 20 febbraio con cui si è deciso che la Città della Musica aveva scritto, sul fronte ampliamento, la sua storia. O meglio non scritto. Insomma nessun mistero per il sindaco, ma tutto chiarissimo in quell’atto che ha destato tanto scalpore con l’annuncio che con il milione al teatro lo stesso potrà essere restituito alla città a maggio 2026.
Un termine “ampliamento” utilizzato anche per rispondere e non senza tensione, al consigliere comunale Massimiliano Di Pillo che chiedeva delucidazioni su un rischio idraulico che di fatto coinvolge tante strutture presenti nell’area, ma che possono rimanere lì dove sono perché, ha replicato sempre il primo cittadino, “il psda tiene già conto degli elementi su quell’asse” con dunque lo stop imposto solo a ciò che di nuovo dovrebbe essere realizzato
Fin qui questioni tecniche, ma se c’è qualcosa che non torna per Presutti è la questione politica perché chi amministra le sue scelte può farle liberalmente, condivisibili o meno, ha sottolineato. A fare arrabbiare è “il modo pretestuoso con cui si prendono le decisioni. Questa scelta non ha nulla a che fare con il psda ed è scritto proprio dentro quella delibera”, ha detto rivolgendosi al sindaco.
Sì perché, ha sottolineato, si poteva benissimo andare avanti con il progetto ha detto ancora Presutti laddove nel documento si legge che “risulterebbe consentito, poiché conforme alla legge, dare prosecuzione alle attività tecnico-amministrative e contabili occorrenti all’approvazione del novellando progetto esecutivo dell’opera di che trattasi e alla sua successiva cantierizzazione” per poi spiegare che a essere stata valutata sarebbe stata l’opportunità di farlo. Una opportunità scartata per quella necessità legata alla “salvaguardia del superiore interesse pubblico alla sicurezza idraulica” che sarebbe dunque per il consigliere Pd la “scusa” con cui si è semplicemente deciso di prendere i fondi per darli a teatro perché l’amministrazione non sarebbe stata in grado di destinarglieli né con il pnrr né con i fondi fsc. “Questo è il punto, ma capisco che non volete andare alla corte dei conti” dove invece Pettinari ha intenzione di portare il documento.
Una scelta motivata da una scusa dunque quando bastava semplicemente ammettere di aver cambiato idea dato che, per le ragioni dette, “il psda non c’entra nulla”. Un comportamento quello del sindaco non condiviso neanche dal consigliere comunale Donato Di Matteo (Costantini sindaco) che ha parlato di una politica di “allarmismi” per mascherare scelte precise e di un “atteggiamento da professore che continua a dire a tutti che devono leggere e studiare”. E che si una scelta puramente politica lo ha ribadito anche il consigliere comunale Carlo Costantini che ha denunciato il fatto che si sarebbe di fronte a “una decisione senza senso logico e giuridico e che somiglia a uno spreco” proprio da corte dei conti.
Gli uffici, mentre di Città della Musica si continua a parlare con le spese al centro dell’attenzione delle opposizioni e del presidente Sola (M5s) in particolare oltre che del gruppo Pettinari che presenterà il suo esposto, sono intanto a lavoro per una proposta di determina di revoca degli incarichi per il progetto di ampliamento (mai in realtà assegnati) al fine di riassegnare le somme al teatro d’Annunzio previa autorizzazione della Regione.
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