Se dovessimo raccontare di tutti i ristoranti che chiudono per traslocare in una nuova sede non faremmo altro. E invece per solito si tratta di notizie di scarso interesse giornalistico. Per solito, ma non in questo caso, che riguarda la chiusura e il successivo trasferimento di SantoPalato.
L’epopea di SantoPalato a Roma
SantoPalato è stato infatti un ristorante che ha fatto epoca a Roma nell’arco dell’ultimo decennio, quello a cavallo della Pandemia. Nato nel 2017, SantoPalato è stato il primo progetto a portare a Roma la particolare tendenza (consolidatasi un paio d’anni prima a Milano con Trippa e germinata ancor prima a Torino con Consorzio) della trattoria moderna: richiami antichi ai rassicuranti Anni ’60, ma cucina contemporanea, attenta alle tecniche e con materie prime di prim’ordine ancorché. Piatti comprensibili, chiari, accessibili a tutti ma profondamente studiati senza che questo studio appesantisse la narrazione o l’impaginazione delle pietanze. E una forte attenzione ante litteram alla sostenibilità, grazie all’utilizzo insistito delle interiora e dei tagli poveri degli animali al fine di evitare ogni spreco. Una nuova tendenza – quella di Consorzio, di Trippa e poi di SantoPalato e infine di molti altri a seguire – che è la più bella storia che la cucina italiana è stata in grado di raccontare negli ultimi due decenni.
L’idea di Sarah Cicolini, la giovane cuoca abruzzese di SantoPalato che all’epoca dell’apertura non aveva neppure 30 anni, fu un successo travolgente e sempre crescente. Sarah veniva da un percorso anche nell’alta cucina e si è dimostrata sempre capace di mescolare un approccio verace fatto di piatti sinceri e comprensibili a un pensiero evoluto, raffinato e di ricerca (pure dei fornitori), anche grazie all’affiancamento del suo braccio destro Mattia Bazzurri, con il quale non molto tempo fa Sarah ha aperto il progetto Avanvera.
SantoPalato a Roma chiude dopo 8 anni
Dopo 8 anni durante i quali è diventato una destinazione molto amata, citata, copiata e soprattutto assai ambita per i fortunati che riuscivano a trovare un tavolo, SantoPalato chiude. Sabato 1 marzo 2025 si è tenuta una festa di addio con musica, cibo e vino (per una volta, senza la spada di damocle dell’agognata prenotazione) e le saracinesche sulle due grandi vetrine di Piazza Tarquinia si sono abbassate per sempre. In realtà, al di là del party di chiusura, l’ultimo servizio era stato ancora qualche giorno prima, il 25 febbraio. “È arrivato il momento di fare un nuovo passo” comunicarono quel giorno da SantoPalato “un’evoluzione necessaria in quella che sarà a brevissimo la nostra nuova casa. Non vediamo l’ora di mostrarvi tutto ma ci vorrà ancora qualche giorno di attesa. Vi anticipiamo però che ci spostiamo davvero di pochi passi”.
Il nuovo Santo Palato a Via Gallia 30 a Roma
E in effetti l’imminente riapertura non modifica di troppo le coordinate, non cambia il quartiere e il quadrante: come provano le foto di Sarah Cicolini arrampicata sulle saracinesche (oggi già rinnovate) del nuovo spazio, tra una presentazione e l’altra del suo nuovo libro, il SantoPalato del futuro aprirà a breve in Via Gallia ai numeri 28, 30 e 32: tre vetrine laddove c’era un negozio di arredamento. Siamo in fondo alla grande arteria commerciale del quartiere San Giovanni, in una zona di grande passaggio veicolare e pedonale e vicini alla nuova stazione metro di Porta Metronia, in via di apertura. Uno spazio un po’ più grande del precedente (ma non enormemente) per cercare di soddisfare un numero maggiore di richieste vista la sempre lunghissima lista d’attesa e una cucina decisamente più comoda, oltre che uno spazio più ampio per la cantina, sulla quale negli ultimi anni si è investito non poco. Ma al di là del numero di coperti e dell’ulteriore prevedibile evoluzione della cucina (che è sempre cresciuta negli anni sia sui classici che sulle invenzioni), la novità profonda sarà anche nell’aspetto. Scordatevi l’imprinting popolare-futurista del primo SantoPalato, qui le cose saranno diverse: invece di copiare uno stile, se ne concepirà uno nuovo.
Naessi Studio e il nuovo concept di Santo Palato a Roma
L’intero progetto sarà frutto di uno studio molto lungo e molto accurato seguito dai designer di Naessi Studio. Si tratta di un duo di creativi nato nel 2020 con base a Roma ma con attività in tutto il mondo, in grado di lavorare sia sul prodotto e sugli oggetti che sul progetto di interior, sempre in bilico tra sguardo sulla tradizione e prospettiva contemporanea (è loro anche il design dei tavoli in legno a intarsio del nuovo Da Lucio a Rimini, qui le foto).
Immagini e filosofia del nuovo SantoPalato sono ancora cosa riservata, ma quello che si può anticipare è che Naessi ha lavorato su una ridefinizione del concetto di trattoria, studiando a fondo questa tipologia di format commerciale tipicamente italiana. Non per nulla questo progetto sarà protagonista di ampi approfondimenti durante HyperTrattoria, il festival dedicato a questi temi previsto a Roma dal 23 al 25 maggio 2025.
Per SantoPalato, Eleonora Carbone e Alessandro D’Angeli – i fondatori di Naessi – hanno disegnato semplicemente tutto: dalle sedie alle lampade nulla è stato acquistato, nulla è in produzione o in commercio, ogni cosa è stata concepita esclusivamente per creare la precisa atmosfera del nuovo SantoPalato dopo interminabili studi sul concetto stesso di trattoria italiana. Un progetto che non solo punta a ridefinire questa così importante tipologia, ma che vuole indicare una direzione su cosa significhi oggi concepire un nuovo ristorante. Obiettivo? Che il secondo SantoPalato faccia epoca almeno quanto il primo…
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