Quante case servono a Roma entro il 2035 per evitare l’aggravarsi dell’emergenza abitativa

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Ventimila case per la fascia di popolazione con un reddito sotto ai 18mila euro annui, altre 75mila per quella con un reddito fino ai 40mila euro. Questa è la stima di fabbisogno prevista da Scenari Immobiliari, resa pubblica durante un convegno sull’abitare organizzato da Ance-Roma Acer, l’associazione nazionale dei costruttori edili. 

Quante case servono a Roma

Un fabbisogno complessivo di 95mila abitazioni, che l’istituto indipendente di studi, ricerche e valutazioni del settore immobiliare colloca da qui al 2035. Questo significa che, se non verranno messe in campo strategie abitative vincenti, nel giro di 10 anni la crisi abitativa delle fasce più deboli si farà sempre più critica. E già adesso la difficoltà di reperire un immobile economicamente sostenibile, in affitto o da comprare, è particolarmente diffusa. 

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Redditi bassi, affitti alti

Anche perché i redditi delle famiglie sono cresciuti più lentamente a Roma che a livello nazionale. Sempre secondo Scenari Immobiliari, dal 2010 e il 2022 il reddito medio nella Città Eterna è cresciuto del 12,7%, mentre nello stesso periodo in Italia il valore medio è di circa il 20%, con un’inflazione che è variata di quasi il 23%. Questo a fronte di una crescita dei prezzi medi delle case che tra il 2010 e il 2024 è stato dell’8,8% per quelle nuove, del 13,1% per quelle “usate”, con canoni d’affitto medi cresciuti del 5,1%. 

Cosa fa Roma Capitale

Dati che indubbiamente preoccupano chi oggi amministra la città. Roberto Gualtieri, presente al convegno insieme agli assessori Zevi (Casa e Patrimonio) e Veloccia (Urbanistica) ha già da tempo iniziato una campagna nei confronti dell’Unione Europea e del Governo nazionale, chiedendo maggiori risorse e un piano continentale per aumentare il numero di case in edilizia residenziale pubblica e sociale: “A Roma c’è un gap di circa 70mila case oggi – ha detto – e sono coinvolti senza dimora e inquilini Erp. C’è un’insufficienza nello stock, che riguarda anche Ater, quindi occorre fare di più”. Se a livello europeo “serve un piano da 100 miliardi di euro, che inizi al più presto e peschi tra gli avanzi dei ribassi d’asta delle gare Pnrr”, a livello romano il Pd ne ha trovati 220, con i quali comprare nuove case: “L’obiettivo è realizzarne 1.500 – ribadisce il Sindaco – ma ne servirebbero altre 6mila per chi nella graduatoria ha un punteggio superiore a 30″. 

Secondo Caritas ci sono 110mila case vuote a Roma

Partenariato pubblico-privato

Questa la prima soluzione che viene in mente al Sindaco: “Interventi integrati pubblico/privato – dice – che aiuterebbero a evitare la concentrazione di Erp, creando un misto che è migliore dal punto di vista sociale. È impossibile pensare di fare l’Erp senza una quota che deve essere colmata da risorse pubbliche. Con le Nta (norme tecniche di attuazione, ndr) stiamo cercando di inserirla negli interventi di rigenerazione urbana, ma occorrono risorse che devono essere regionali, nazionali e anche europee: per questo abbiamo lanciato una iniziativa con i sindaci Ue di un Piano casa ordinario e straordinario”.

I costruttori: “Densificare nei piani di zona”

A fornire qualche suggerimento in più sono proprio i costruttori, tramite le parole del presidente di Ance Roma-Acer Antonio Ciucci: “Sul piano locale si può certamente agire lavorando sulla densificazione dei piani di zona della legge 167 e sul patrimonio pubblico, non solo del Comune ma anche dell’Ater – le parole di Ciucci – su cui attivare interventi in partenariato con i privati”. Per Ciucci quello della casa a Roma “è un problema complesso a cui non può essere data una risposta univoca – ha aggiunto -. C’è sempre più bisogno non solo di fare case ma di fare case sostenibili sotto il profilo energetico, economico e della sicurezza. Case accessibili anche per quella fascia grigia di popolazione che sempre più sta sperimentando un’erosione del reddito e, dunque, sempre meno può permettersi l’acquisto di un’abitazione”.

Il partenariato tra pubblico e privato viene ribadito come strategia anche dall’assessore Zevi: “Serve una grande alleanza trasversale tra pubblico e

privato, istituzioni e imprenditori, attori sociali – ha aggiunto -. Il nostro piano strategico per il diritto all’abitare si muove su quattro assi di intervento: l’acquisto di nuovi alloggi, il recupero di edifici pubblici privati abbandonati, la riforma del welfare abitativo, che andrà in assemblea capitolina a giorni, e la costituzione dell’agenzia dell’abitare, la cui delibera sarà pronta nelle prossime settimane”.



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