la delega del governo alla Catalogna fa esplodere la polemica

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Il governo spagnolo di Pedro Sanchez ha raggiunto un nuovo e polemico accordo, in questa travagliata legislatura, con Uniti per la Catalogna (JxCat) di Carles Puigdemont per la delega delle competenze in materia migratoria alla regione. Il Partito socialista operaio spagnolo (Psoe) e JxCat hanno infatti depositato al Congresso dei Deputati il progetto di legge che dovrebbe assicurare alla regione il controllo delle frontiere. Si tratta di uno dei principali punti dell’accordo che i socialisti hanno sottoscritto con la formazione indipendentista dopo le elezioni del luglio 2023 per favorire l’investitura alla presidenza del governo di Pedro Sanchez. Tra i punti salienti dell’intesa si prevede che i Mossos d’Esquadra (corpo di polizia locale della Catalogna) controllino la sicurezza di porti, aeroporti e “aree critiche” in collaborazione con la Guardia Civil e la Polizia Nazionale spagnola. Inoltre, la giunta regionale catalana gestirà “integralmente” i centri d’accoglienza, avrà il controllo dei permessi di soggiorno a lungo termine e della residenza temporanea e rilascerà anche il documento d’identità per gli stranieri, potendo così espellere i migranti in caso di divieto di ingresso. Questo annuncio giunge dopo il ritiro, da parte di JxCat, dell’iniziativa che sollevava la possibilità di una mozione di fiducia nei confronti di Sánchez e dopo l’accordo tra il governo e Sinistra Repubblicana di Catalogna (ERC) per il condono di oltre 17 miliardi di euro di debito della Catalogna con lo Stato spagnolo, a fronte degli 83 milioni di euro complessivi di tutte le regioni.

Puigdemont ha immediatamente espresso la sua soddisfazione nel corso di una conferenza stampa, sottolineando come la delega delle competenze in materia di immigrazione rappresenti “l’assunzione di questioni che sono normalmente vengono esercitate dagli Stati”. Secondo il leader indipendentista, una volta assunte queste competenze, “la Catalogna sarà molto meglio preparata per il suo futuro come nazione”, pur non negando le difficoltà legate alla sua attuazione, che “non sarà facile né rapida” perché richiede il trasferimento di personale, finanze e beni. Il testo, firmato dopo oltre un anno di trattative, arriverà al Congresso dei deputati sotto forma di legge organica con l’obiettivo di delegare le competenze in materia migratoria affinché la Catalogna possa “sviluppare un proprio modello e una politica globale”. Affinché il trasferimento di poteri diventi realtà, lo Stato dovrà trasferire “le risorse umane, tecniche ed economiche necessarie” per fare in modo che la Catalogna possa esercitarle.

Il percorso alla Camera bassa appare, tuttavia, irto di ostacoli. Non solo il Partito popolare (Pp) e Vox hanno alzato le barricate definendo questa delega “incostituzionale”, ma anche Unidas Podemos ha già annunciato che esprimerà voto contrario con i suoi quattro deputati. Il partito di sinistra ha bollato l’accordo come un patto “razzista” e “anti-immigrazione”. “Non sarà approvato con i nostri voti”, ha ammonito la segretaria generale Ione Belarra. Il posizionamento finale di Podemos sarà fondamentale per il via libera al Congresso del progetto di legge e, pertanto, l’esecutivo guidato da Sanchez sarà chiamato a intavolare complesse trattative per convincere l’ex partner di minoranza della passata legislatura a modificare la sua intenzione di voto. Dall’altra parte, il Pp ha avvertito che i suoi servizi legali stanno già analizzando questo accordo perché “è al di fuori della Costituzione” e “fuori dal quadro dell’articolo 149, che stabilisce le competenze esclusive dello Stato”. Il leader del Pp e capo dell’opposizione, Alberto Nunez Feijoo, ha bollato la delega delle competenze in materia di immigrazione alla Catalogna come una “umiliazione senza precedenti” e un modo per “continuare a smantellare lo Stato”. Feijoo si è impegnato a revocare la legge se il suo partito sarà chiamato a guidare il Paese dopo Sánchez per “ripristinare le competenze dello Stato in materia di immigrazione”.

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Il governo ha replicato spiegando che questo accordo è “pienamente costituzionale”, perché, sebbene l’articolo 149 stabilisca che l’immigrazione e il controllo delle frontiere siano competenze esclusive dello Stato, l’articolo 150.2 consente di delegarle, ma non di trasferirle, cioè di recuperarle in caso di conflitto, anche se in Spagna questo non è mai accaduto. L’accordo tra il governo Sanchez e JxCat per la delega delle competenze migratorie alla Catalogna rappresenta un passo senza precedenti nell’assetto istituzionale spagnolo, alimentando tensioni politiche e giuridiche che potrebbero avere conseguenze durature. Mentre da un lato Puigdemont esulta per quello che considera un rafforzamento dell’autonomia catalana, dall’altro l’opposizione denuncia un cedimento inaccettabile, minacciando ricorsi legali e un’eventuale revoca della misura una volta alla guida del Paese. Allo stesso tempo, il percorso legislativo della delega si preannuncia accidentato e il futuro della riforma dipenderà dalla capacità dell’esecutivo di consolidare i consensi necessari.

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