Giornata internazionale per i diritti delle donne: manifestazione a Brindisi

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A Brindisi Non Una Di Meno per la Giornata Internazionale delle Donne promuove venerdì 7 marzo una manifestazione con corteo che parte da viale Togliatti e si conclude in piazza della Vittoria con animazioni e interventi. Le scuole di Brindisi e provincia sono invitate ad aderire alla manifestazione che ha l’obiettivo di protestare e sensibilizzare “sull’arretramento di molte conquiste e la negazione di altri diritti da raggiungere per le donne e per le persone Lgbtq+”. Di seguito, il comunicato che accompagna l’annuncio della manifestazione.

“Liberiamoci dalla violenza patriarcale”

In Italia la violenza maschile uccide una donna ogni 3 giorni, i figli e le figlie restano orfani e senza la possibilità di accedere ai sostegni economici che la legge finanziaria del 2025 ha tagliato; un terzo delle donne in Italia, in Europa e nel mondo subisce una qualche forma di violenza maschile. Anche la violenza contro le persone Lgbtq+ è costante con aggressioni fisiche, insulti e discriminazioni. Sono in aumento i giovani che compiono reati sessuali. Mancano campagne di prevenzione della violenza maschile e di genere e la formazione specifica per gli operatori e le operatrici del sistema antiviolenza.

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Invece di introdurre l’educazione sessuale e all’affettività nei programmi scolastici di ogni ordine e grado, il ministro Valditara relega la trattazione di queste tematiche a qualche ora di educazione civica e dirotta la misera somma di 500 mila euro prioritariamente alla formazione dei docenti sull’infertilità. Vogliamo una educazione sessuale e all’affettività improntata sulla conoscenza e consapevolezza dei corpi, sul riconoscimento della parità tra i generi e degli orientamenti sessuali, sul rispetto del consenso nelle relazioni sessuali, sull’informazione dei diversi mezzi di contraccezione, sul rispetto dei diritti riproduttivi (gratuità dei contraccettivi, aborto legale e sicuro, malattie a trasmissione sessuale). 

“La guerra non deve essere strumento di risoluzione dei conflitti”

La guerra è una delle massime espressioni della violenza patriarcale: le donne, le bambine e i bambini sono le prime vittime delle guerre, della violenza, delle distruzioni, delle catastrofi umanitarie. Lo stupro pianificato e sistematico rende il corpo della donna un luogo di guerra. Ogni giorno i morti si contano a centinaia nelle guerre che si combattono in Ucraina, Gaza, Siria, Yemen, in Congo, Sud Sudan, Corno d’Africa, in Myanmar.

Ogni giorno migliaia di persone fuggono da questi luoghi in cerca di salvezza e invece spesso trovano detenzione, respingimenti e morte lungo le rotte migratorie. Rifiutiamo la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e l’aumento vertiginoso delle spese militari che sottrae ingenti investimenti alla spesa sociale e garantisce profitti colossali alle industrie degli armamenti, sosteniamo il rispetto del diritto internazionale, dei suoi organismi e delle risoluzioni emanate.

“Libertà – diritti – autodeterminazione”

In Italia l’occupazione femminile è la più bassa d’Europa, essendo di circa 14 punti percentuali al di sotto della media europea, al sud l’occupazione femminile è appena al 30 per cento, la più bassa tra tutte le regioni europee, e ancora al sud le donne sono 2,5 volte più a rischio di povertà, e sono soprattutto le donne a subire molestie sui luoghi di lavoro. Ecco perché diciamo che oggi autodeterminazione vuole dire respingere gli attacchi concentrici alla libertà di decidere sul nostro corpo (es. obiezione di coscienza sull’aborto e lo smantellamento dei consultori pubblici); alleggerire il carico di lavoro della  riproduzione (lavoro domestico e di cura) che, in assenza di servizi pubblici, ricade quasi interamente sulle spalle delle donne; lottare per un salario dignitoso e non una miseria da borsa lavoro, o tirocinio, o qualche giornata di lavoro al mese che ti costringe a chiedere i pacchi alimentari alla Caritas; lottare per una scuola e una sanità pubbliche, per servizi universali e accessibili a tutti, per un salario minimo garantito, per un reddito di autodeterminazione che ci sottragga alla violenza e al ricatto della precarietà e della disparità salariale. Vogliamo diritti, libertà di scelta sulla nostra vita e vera autodeterminazione. 

“Fermiamo la restaurazione del patriarcato globale”

Fermiamo la restaurazione del patriarcato globale che si intreccia con altre forme di potere inerenti alla razza, la classe, l’orientamento sessuale, il corpo. 

In questo momento storico si sta rafforzando una deriva autoritaria, sessista e razzista, di sfrenato neo liberismo e sfruttamento, di ritorno indietro verso ruoli tradizionali per le donne e di genere, fondati sul dominio maschile. Tutto ciò accade in un clima pubblico di odio e di disumanità contro i più deboli, di gravissime violazioni dei diritti umani e di tentativi di militarizzazione dell’intera società, scuola compresa. 

Affermiamo un’etica femminista di pace, contro ogni discriminazione e violenza sulle donne e sui popoli. Riprendiamoci spazi pubblici di democrazia e di lotta, di libertà e di pensiero e di autodeterminazione, per un otto marzo 2025 contro le barbarie, all’altezza di queste sfide epocali. 

Aderiscono: scuole superiori di Brindisi, Cav Io Donna, Anpi sez. Brindisi, Coordinamento Donne Spi/Cgil Brindisi, Cgil Brindisi, Auser Brindisi, Associazione FR/Azione Tuturano, Brindisi cieloterrAMAre, Arci progetti Sai Brindisi, Cobas Brindisi. Mya Aps, Coop. Soc. Solidarietà e Rinnovamento Brindisi. 

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