dall’etica confuciana alla crisi attuale.

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Lunedì 3 Marzo, presso l’edificio Marco Polo della Sapienza, si è tenuta una special lecture dedicata all’etica medica coreana, con un focus particolare sul concetto confuciano di Insul, l’”Arte della benevolenza”. L’incontro, tenuto dalla professoressa Lee Hyojin, dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha esplorato l’evoluzione storica dell’etica medica e il modo in cui si è intrecciata con i principi della medicina occidentale.

Origini e trasformazioni dell’Insul.

L’Insul inteso come etica medica è un concetto relativamente recente rispetto a quanto si potrebbe pensare, emerso in risposta alla modernizzazione e alla necessità di adattare la medicina coreana alle influenze occidentali. Inizialmente derivato dal confucianesimo, era fortemente legato all’idea del prendersi cura del benessere delle persone, non solo fisico, ma anche mentale. Questo è uno dei possibili punti di contatto con la psicologia moderna, che considera la salute mentale parte integrante del benessere complessivo. Confucio stesso non definiva l’Insul come una virtù specifica, ma lo associava a principi generali come l’amore per il prossimo, la pietà filiale e la compassione, elementi che riguardano non solo la tecnica medica, ma anche il rapporto medico-paziente. In origine, però, il termine aveva un significato prevalentemente politico, legato al buon governo più che alla medicina. Solo con il tempo, e in particolare a partire dal XIX secolo, l’Insul ha cominciato a essere interpretato e applicato all’etica medica in Corea. A conferma di questa trasformazione, la professoressa Hyojin ha evidenziato alcuni elementi chiave: nei dizionari antichi, Insul era associato principalmente alla politica, mentre nei dizionari moderni il significato medico è predominante. Il passaggio dal concetto politico a etico-medico si è consolidato tra il 1897 e il 1910; il punto di svolta fu il passaggio dalla dinastia Joseon all’Impero Coreano nel 1897, seguito pochi anni dopo, nel 1900, dall’introduzione del regolamento sui medici. Quest’ultimo fu uno dei primi tentativi per standardizzare la pratica medica, delineando una distinzione tra medicina tradizionale e occidentale. Questa divisione fu successivamente rafforzata durante l’occupazione giapponese (1910-1945), periodo in cui vennero introdotti sistemi sanitari più strutturati, che contribuirono alla fusione tra medicina occidentale e valori etici confuciani. In questi anni la suddivisione delle aree mediche prevedeva che la chirurgia fosse affidata alla medicina occidentale, mentre la medicina interna mantenesse un’impronta più tradizionale. 

 

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Dall’Insul alle proteste: il dibattito sulla sanità in Corea.

Il concetto di Insul ha contribuito a modellare la percezione della medicina, da considerare come un dovere morale. L’idea confuciana di benevolenza e servizio alla comunità ha reso la figura del medico un pilastro etico della società. Oggi, tuttavia, l’ideale etico dell’Insul è in conflitto con la realtà di un sistema medico più orientato al mercato. Se da un lato i medici vengono ancora visti come figure di riferimento morale, dall’altro la professione è sempre più spesso associata a guadagni elevati e una forte competizione accademica. Questa tensione si inserisce in un dibattito attuale particolarmente acceso, nato nel Febbraio del 2024, quando il governo coreano ha annunciato l’intenzione di aumentare il numero di posti disponibili nelle facoltà di medicina. L’obiettivo della riforma è contrastare la carenza di personale sanitario, soprattutto nelle aree periferiche e nei settori essenziali dell’assistenza medica, resa ancora più critica dall’invecchiamento della popolazione. La decisione, però, ha scatenato forti proteste da parte della categoria medica, con dimissioni di massa e un acceso confronto tra governo e professionisti del settore. Le principali preoccupazioni dei medici riguardano non solo il possibile calo degli stipendi nel lungo periodo, ma anche le ripercussioni sulla qualità della formazione e sulle condizioni di lavoro, soprattutto negli ospedali pubblici. Inoltre, sebbene il governo punti a incentivare la presenza di medici nelle zone rurali, i professionisti sostengono che il problema non sia il numero di laureati, ma la mancanza di incentivi adeguati per esercitare in quelle aree.

 I medici, specialmente quelli dimissionari, sono accusati di abbandonare i pazienti e di anteporre il denaro alla cura. Questa disputa è radicata in diverse visioni sull’etica medica, che va oltre i dati statistici. L’etica medica moderna, introdotta da Thomas Percival nel 1803, si unisce alla tradizionale etica confuciana coreana, chiamata Insul (Arte della Benevolenza). Dalla fine del XIX secolo, la Corea ha integrato l’etica medica occidentale con quella confuciana, e gli studenti di medicina prestano il giuramento di Ippocrate al momento della laurea. Come ha sottolineato la professoressa Lee Hyojin, il dibattito sulla riforma medica in Corea del Sud riflette una più ampia trasformazione del concetto di Insul. L’arte delle benevolenza oggi deve confrontarsi con un sistema sanitario sempre più complesso, in cui coesistono valori tradizionali e logiche di mercato.

     



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