ADUC – Articolo – Il paradosso della ricchezza

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 


 “Un uomo è ricco in proporzione al numero

di cose delle quali può fare a meno.” 

— Henry David Thoreau

Il mio lavoro mi mette a contatto quotidiano con persone considerate ricche o molto ricche. Persone che hanno alcuni milioni di euro, talvolta svariate decine di milioni di euro investite nei mercati finanziari. Il buon andamento dei mercati nel 2024, unito all’investimento in singoli titoli particolarmente volatili come Palantir, Tesla, Rocket Lab ed altri, ha portato la maggioranza dei miei clienti ad incrementare la loro ricchezza finanziaria, in un solo anno, di una quantità che la persona media non riuscirebbe ad accumulare in tutta la  vita.

Questo ha portato alcuni di questi clienti a riflettere sul tema del “quando è abbastanza”, ovvero: quando ha senso continuare ad investire in strumenti finanziari fortemente volatili per ottenere rendimenti che comunque non cambiano significativamente la qualità della propria vita e quando invece è il caso di “accontentarsi” ed investire in strumenti volti prevalentemente a mantenere il potere di acquisto.

Microcredito

per le aziende

 

La parte che considero più affascinante del mio lavoro consiste proprio nell’aiutare i miei clienti a dare un senso, una direzione, un significato al proprio denaro. Quando le disponibilità finanziarie sono tendenzialmente limitate, sufficienti a soddisfare le esigenze primarie e poco più, è facile trovare degli obiettivi di vita collegati alle necessità finanziarie. Quando invece si possiede un capitale che consentirebbe, in astratto, di acquistare più o meno tutti i beni e servizi che possono passare per la mente, dare uno scopo alla propria ricchezza finanziaria è qualcosa di più complesso che coinvolge maggiormente gli aspetti introspettivi della propria identità. Ma è anche qualcosa che fornisce un tipo di ricchezza che nessun investimento finanziario può fornire.

Da molti anni rifletto profondamente sul tema della ricchezza. Uno dei miei punti di riferimento culturali e spirituali, Padre Guidalberto Bormolini, con il quale ho la fortuna di meditare quasi tutte le settimane, ha scritto recentemente un bel libro, intitolato “La Vera Ricchezza”. Alla fine, nella piccola bibliografia, ho inserito anche un video straordinario su questo tema.

Riflettendo profondamente sui concetti di ricchezza e povertà, ci si accorge che si tratta di qualcosa di molto più complesso che un semplice accumulo di beni o denaro e che culture diverse hanno sviluppato sfaccettature diverse di questi stessi concetti. In questo articolo desidero proporre alcune delle cose che considero più interessanti ed utili che ho scoperto in una decina d’anni di riflessioni su questo tema.

La ricchezza nelle varie culture

Il termine italiano “ricchezza” deriva dal francese antico “richesse”, che a sua volta proviene dal franco “r?kija”, legato al concetto di “potere” e “governo”. Questa radice germanica ha dato origine a parole come le già citate ricchezza e richesse, ma anche all’inglese wealth (da “weal”, benessere e “rich”, dalla stessa radice germanica) o il tedesco reichtum (da “reich” – ricco, potente) o lo spagnolo riqueza. È interessante notare come nelle lingue germaniche e romanze la ricchezza sia etimologicamente legata al potere e alla capacità di esercitare controllo.

Nelle culture estremo-orientali come la Cina ed il Giappone, la ricchezza è più legata al concetto di “abbondanza”. In cinese ?? (cái fù) combina i caratteri per “denaro/proprietà” (?) e “abbondanza” (?), mentre ?? (fù yù) enfatizza l’abbondanza e il surplus. In giapponese ??? (yutakasa) significa “abbondanza”, ma con connotazioni di pienezza e completezza piuttosto che semplice accumulo.

In Arabo, la connessione tra ricchezza e fertilità suggerisce un’idea di ricchezza come capacità generativa. Abbiamo sia al-thara’ che ha radici legate al concetto di “abbondanza” e “fertilità” che al-ghina che può significare sia ricchezza materiale che autosufficienza spirituale.

Anche nelle lingue africane, come ad esempio in Swahili, c’è una forte distinzione fra utajiri per ricchezza materiale e baraka per benedizione/abbondanza in senso più spirituale.

In sanscrito e lingue derivate, esiste spesso una distinzione tra artha (prosperità materiale) e concetti più ampi di abbondanza che includono dimensioni spirituali come moksa o ?nanda. Il termine ?? (dhan) indica ricchezza materiale, ma anche virtù e qualità positive, comunque legate al raggiungimento di scopi materiali. Mentre ??????? (sampatti) indica prosperità e benessere in senso ampio, spesso associato a realizzazioni spirituali. Da notare che in sanscrito esiste anche una distinzione molto netta rispetto al concetto opposto, ovvero quello di povertà.

Richiedi prestito online

Procedura celere

 

Esiste infatti il termine ???????? (aparigraha) che indica la “non-possessività” o povertà volontaria, un valore positivo associato all’ascetismo e alla rinuncia materiale, specialmente nel contesto del buddismo e dell’induismo. Al contrario, ?????? (daridra) si riferisce alla povertà subita, uno stato di miseria o indigenza da superare. Anche nel greco antico ed in latino esistevano sfumature diverse del concetto di povertà (ad esempio paupertas per povertà e egestas per indigenza) ma non c’era termine che avesse la stessa connotazione di aparigraha. Così, oggi, nelle lingue moderne non abbiamo un termine specifico, cioè un’unica parola, per il concetto di “povertà come scelta” (aparigraha).

Queste diverse prospettive e sfumature di significato sul concetto di ricchezza possono farci riflettere sul fatto che anche la ricchezza, come praticamente tutti gli aspetti più significativi della nostra esistenza, abbia alcuni aspetti paradossali. Per comprenderli appieno è necessario soffermarci brevemente sulla distinzione tra logica tradizionale e quella paradossale.

La logica paradossale

Nella cultura occidentale Aristotele è il padre della logica classica. Nei suoi scritti, come l’Organon, ha sistematizzato il ragionamento deduttivo, influenzando secoli di pensiero filosofico e scientifico. Si basa su regole come il principio di non-contraddizione (una proposizione non può essere vera e falsa allo stesso tempo) ed il sillogismo, cioè far derivare conclusioni dalle premesse, come il famoso sillogismo “Tutti gli uomini sono mortali ? Socrate è un uomo ? quindi Socrate è mortale.” Questa logica formale è utilissima in tanti contesti, specialmente scientifici, ma per la grande maggioranza dei problemi complessi della nostra vita quotidiana può rappresentare una trappola. Il grande fisico Niels Bohr disse che «L’opposto di un fatto è la falsità, ma l’opposto di una profonda verità può essere un’altra profonda verità».

Molti aspetti della vita infatti sono circolari e questo genera aspetti paradossali. Un paradosso è un’affermazione, una situazione o un concetto che – a prima vista – appare contraddittorio o illogico, ma che, a un’analisi più approfondita rivela verità più profonde che evidenziano i limiti della logica tradizionale. Come il famoso paradosso del mentitore: “Questa frase è falsa.” Se è vera, allora è falsa come dichiara; ma se è falsa, allora deve essere vera. Si crea un circolo insolubile. È una sorta di “nodo mentale” che, se sciolto, arricchisce la nostra visione del mondo.

Uno dei pensatori moderni che più ha approfondito la logica del paradosso è Paul Watzlawick, filosofo e psicologo, che ha scritto alcuni capolavori come “Change: la formazione e la soluzione dei problemi”. Forse uno dei libri più trasformativi che abbia mai letto. I suoi studi si inseriscono nella scuola di Palo Alto, che analizza i problemi umani come fenomeni sistemici, piuttosto che individuali. Watzlawick sostiene che molti problemi persistono a causa di cicli di interazione circolari, spesso generati da paradossi comunicativi che creano il problema chiamato del “doppio legame”. Ad esempio, se diciamo ad una persona: “devi essere spontaneo”: nel momento in cui quella persona prova a rispettare la richiesta, la sta contemporaneamente violando.

Nella vita di tutti i giorni sono moltissime le situazioni di “doppio legame” nella quale ci troviamo ed in genere sviluppiamo delle tentate soluzioni che ripetiamo all’infinito rendendo il problema sempre più cronicizzato. Ad esempio, in una coppia, se un partner è geloso e controlla l’altro, questo controllo può aumentare la distanza, che a sua volta rafforza la gelosia, formando un ciclo chiuso. Il tema della ricchezza, come vedremo meglio di seguito, può anche essere approfondito alla luce di questa prospettiva della scuola di Palo Alto. Per sciogliere i nodi del “doppio legame” è necessario un intervento sistemico, spesso paradossale. Ad esempio se una persona ha problemi di insonnia la prescrizione di “restare sveglio intenzionalmente” spesso crea un cortocircuito logico che interrompe il ciclo.

La ricchezza come strumento di libertà

Abbiamo visto che il concetto di ricchezza, nelle varie culture, presenta sfaccettature diverse che si possono riassumere in due principali. La prima è legata alla ricchezza materiale, ovvero il possesso di mezzi fra i quali il più fungibile di tutti è il denaro. La seconda è quella di ricchezza interiore che potremmo definire come l’abbondanza di risorse psicologiche, spirituali ed esistenziali che una persona possiede, indipendentemente dalle sue circostanze materiali. Filosofi come Epitteto sostenevano che questa ricchezza interiore fosse l’unica vera ricchezza, poiché non può essere rubata, erosa o distrutta dalle circostanze esterne.

Entrambe le forme di ricchezza sono uno strumento di libertà. Nel mio settore si fa un gran parlare del raggiungimento della “Libertà Finanziaria”, vi sono molti libri che ne parlano (uno dei quali, scritto dal mio amico Michele Catera e di cui ho scritto in questo articolo).

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 

Anche la libertà, come la ricchezza, è un concetto complesso. Isaiah Berlin nel suo saggio “Due concetti di libertà” distingue tra libertà negativa e libertà positiva. La prima si può anche chiamare “libertà da”, cioè la possibilità di non trovarci in situazioni che ci danneggiano o infastidiscono, come avere fame, essere esposti a pericoli, malati, ecc. La libertà positiva, o “libertà di”, riguarda la capacità di agire secondo la propria volontà, perseguendo i propri obiettivi e interessi. Non è solo l’assenza di vincoli, ma la presenza di opportunità e capacità interne che permettono all’individuo di realizzarsi e fare scelte autonome.

La ricchezza materiale offre innanzitutto “libertà da”: dal bisogno immediato, dall’insicurezza economica, dalle costrizioni materiali. Erich Fromm in “Fuga dalla libertà” suggerisce che questa forma di libertà, sebbene necessaria, sia incompleta. L’economista e premio Nobel Amartya Sen, all’interno del suo “approccio delle capacità” argomenta che la ricchezza ha valore principalmente nella misura in cui ci libera da vincoli che impediscono lo sviluppo umano.

La vera ricchezza, nel suo senso più profondo, dovrebbe conferire “libertà di”: autodeterminazione, perseguire scopi significativi, sviluppare le proprie potenzialità, aiutare gli altri.

Sciogliere il paradosso della ricchezza

Arrivati a questo punto possiamo comprendere meglio come il concetto di ricchezza, in senso ampio, abbia degli aspetti paradossali. Accumulare ricchezza materiale è molto utile per sviluppare quella interiore. Sebbene, in astratto, sia possibile avere una grande ricchezza interiore anche in condizioni di povertà (o meglio di “aparigraha”) , non c’è dubbio che per la quasi totalità di noi, avere una certa indipendenza economica costituisca una condizione privilegiata per sviluppare una serie di qualità interiori come: saggezza, discernimento, equilibrio, autonomia, profondità relazionale, capacità di coltivare significato e scopo.

Al tempo stesso, dedicare la propria vita all’accumulo della ricchezza materiale, scambiandola per un fine in sé invece che per un mezzo, costituisce la trappola principale che impedisce alla maggioranza delle persone di coltivare una profonda ricchezza interiore.

A complicare le cose, le regole che valgono per la ricchezza materiale tendono ad essere ostative per la ricchezza interiore. La ricchezza materiale si accresce con l’accumulo, risparmiando. La ricchezza interiore si accresce condividendola, donando. Chi è stato molto bravo ad accumulare ricchezza materiale deve essere anche in grado di cambiare approccio mentale per accrescere anche la ricchezza interiore. 

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

La chiave per sciogliere questo paradosso, come suggerisce la Scuola di Palo Alto, è quella di non occuparsi semplicemente del problema tra il soggetto e la sua ricchezza, ma ampliare lo sguardo al sistema nel suo complesso. Questo significa porre l’attenzione a tutte le relazioni significative che compongono “il sistema” di quella persona. Le tre categorie di relazioni di una persona sono: la relazione con sé stessi, quella con gli altri esseri umani (familiari, amici, colleghi, ecc.) e quella con il mondo, qualsiasi cosa questo significhi per quella specifica persona. Che cosa è veramente importante per quella persona? Possono essere delle persone, delle passioni, degli ideali o diverse combinazioni di questi aspetti.

Non è tanto importante la cosa o le cose in sé che conferiscono significato per quella persona. La cosa fondamentale è che sia qualcosa che muove veramente l’animo di quella persona. Meno è un aspetto egoistico, ovviamente, e più renderà ricchi interiormente.

Fino a quando lo scopo di un portafoglio finanziario è semplicemente quello di diventare più grande, non ci sarà mai nessuna percentuale di rendimento che renderà un investitore profondamente soddisfatto. Ma quando un determinato rendimento del portafoglio è collegato alla realizzazione di qualcosa di concreto che realmente muove l’investitore, allora il raggiungimento di questo obiettivo finanziario sarà qualcosa che lo renderà ricco anche interiormente.

Uno dei progetti finanziari che – come consulente finanziario indipendente – maggiormente mi gratificano è quello che sto sviluppando insieme ad un mio cliente che non ha figli. Lui desidera che il portafoglio finanziario abbia il “maggior rendimento possibile”, accettando anche oscillazioni significative, perché tutto il rendimento aggiuntivo al mantenimento del potere di acquisto viene prelevato annualmente e destinato a progetti di beneficenza. Gli anni in cui il portafoglio ha rendimenti negativi o inferiori a quelli dell’inflazione non si preleva niente e si attende il superamento della soglia minima del mantenimento del potere di acquisto prima di tornare a fare prelievi.

Questo è solo un esempio, se vogliamo estremo, ma fortemente indicativo di come la ricchezza materiale possa far accrescere quella interiore. Non è strettamente necessario che il denaro venga donato in beneficenza, ciò che è indispensabile invece è definire con la maggiore precisione possibile gli scopi di vita, i progetti che possano dare senso o significato a quell’investitore.

Ognuno avrà i suoi.

La vera ricchezza è come un albero: le risorse materiali sono le radici che forniscono stabilità e nutrimento, ma è solo quando queste radici alimentano una crescita verso l’alto – fatta di relazioni significative, scopi autentici e contributi al bene comune – che l’albero fiorisce veramente. Un patrimonio che non nutre nulla al di fuori di sé stesso è come radici che si avvolgono su se stesse, senza mai generare un tronco o rami che si estendono verso il cielo e verso gli altri. Il paradosso si scioglie quando comprendiamo che la vera ricchezza non è né l’accumulo fine a se stesso né il disprezzo del benessere materiale, ma la capacità di trasformare i mezzi in significato, di convertire il capitale in crescita personale e collettiva. Come scrisse il poeta Ralph Waldo Emerson: “Non è la ricchezza che manca al mondo, ma la capacità di goderne.”

Piccola bibliografia per approfondire

Bormolini, Guidalberto. La Vera Ricchezza. Ponte alle Grazie. Video sul tema dello stesso autore: LA VERA RICCHEZZA Intervento di p. G. Bormolini al Lido di Venezia novembre 2019 

Berlin, Isaiah. Due concetti di libertà. Feltrinelli.

Watzlawick, Paul, John H. Weakland, e Richard Fisch. Change: La formazione e la soluzione dei problemi. Astrolabio Ubaldini.

Fromm, Erich. Fuga dalla libertà. Mondadori.

Fromm, Erich. Avere o essere? Mondadori.

Sen, Amartya. Lo sviluppo è libertà. Perché non c’è crescita senza democrazia. Mondadori.

Bateson, Gregory. Verso un’ecologia della mente. Adelphi.

Frankl, Viktor E. Alla ricerca di un significato della vita. Mursia.

Emerson, Ralph Waldo. Saggi. La Vita Felice editore.

Epitteto. Manuale. BUR.

 

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

CHI PAGA ADUC

l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)

La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile


DONA ORA



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link