A Torino lo spettacolo dello sport senza limiti e senza pregiudizi

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I Giochi mondiali invernali Special Olympics di Torino 2025 in programma nel capoluogo piemontese dall’8 al 15 marzo

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I Giochi mondiali invernali Special Olympics 2025 stanno per partire. Il claim The Future is Here, “Il futuro è qui”, è infatti quantomai appropriato per un evento che dall’8 al 15 marzo vedrà coinvolti tra Torino, Sestriere, Bardonecchia e Pragelato oltre 1.500 atleti, provenienti da 102 Paesi, in nome dello sport, ma soprattutto dell’accoglienza. Gli atleti e le atlete gareggeranno in 8 discipline: sci alpino, sci nordico, danza sportiva, pattinaggio artistico, floorball, snowboarding, corsa con le racchette da neve, pattinaggio di velocità, e saranno coinvolti più di 1.000 coach e delegati, 2.000 volontari, con circa 100.000 spettatori attesi in Piemonte da tutto il mondo. Special Olympics è un programma internazionale di allenamenti e competizioni atletiche per persone con e senza disabilità intellettive, riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale, con i suoi programmi adottati in 207 Paesi. Nel mondo sono oltre 4 milioni gli atleti e le atlete con e senza disabilità intellettive coinvolti, quasi 800mila volontari e circa 370mila coach, per più di 53mila competizioni ogni anno.

A sua volta, Special Olympics Italia è riconosciuta quale Associazione Benemerita del Coni e dal Cip, ed è presente dal 1983, dove opera in tutte le regioni attraverso i suoi Team Special Olympics. Il movimento italiano è costituito da 12.059 atleti con e senza disabilità intellettive, 4.051 familiari, 4.269 volontari, 2.893 coach, 1.513 dirigenti e più di 270 competizioni organizzate sul territorio ogni anno. La mission è quella di fornire allenamenti sportivi e competizioni atletiche durante tutto l’anno in una varietà di sport di tipo olimpico per bambini e adulti con disabilità intellettive, offrendo loro opportunità continue di sviluppare la forma fisica, dimostrare coraggio, provare gioia e partecipare alla condivisione di talenti, abilità e amicizia con le loro famiglie, con gli altri atleti di Special Olympics e la comunità. Si stima infatti che nel mondo ci siano circa 200 milioni di persone con disabilità intellettive; l’obiettivo allora è quello di provare a raggiungerle tutte, insieme alle loro famiglie, attraverso un’ampia gamma di attività tra allenamenti, competizioni, screening sanitari e molto altro, per scoprire nuove forze e abilità.

«Ci tengo a sottolineare – ha detto alla vigilia Mauro Di Gennaro, Direttore generale Fondazione Comitato Organizzatore Giochi Mondiali Invernali Special Olympics Torino 2025 – gli enormi sforzi fatti da Paesi e famiglie per portare a Torino questi straordinari atleti ai Giochi mondiali invernali, perché è qualcosa di non così scontato e facilmente comprensibile, ma si tratta di sforzi importanti, non solo economici, ma in termini di impegno umano e attenzioni profuse anche negli anni antecedenti la manifestazione. Con l’organizzazione – continua – abbiamo corso perché fosse tutto pronto ma abbiamo avuto il pieno supporto delle istituzioni coinvolte e abbiamo messo in piedi una macchina organizzativa importante, con una grande risposta da parte del territorio, per garantire a questa manifestazione l’attenzione che merita». « Mi aspetto – ha proseguito Di Gennaro – che i ragazzi e le ragazze che parteciperanno, i tecnici, le famiglie, siano tutti felici di esserci, di sorridere e tornare a casa portandosi dietro un’esperienza positiva. Anche a livello di comunicazione c’è stata una risposta importante da parte dei media e questa attenzione è fondamentale continuare a crescere, poiché rappresenta un tassello per quello che è il fine ultimo della manifestazione, ovvero lasciare al Paese un futuro inteso come costruzione insieme di un domani che sia senza barriere o pregiudizi».

È dello stesso avviso Angelo Moratti, Presidente di Special Olympics Italia, che sottolinea quanto i Giochi Mondiali abbiano la volontà che «il prossimo futuro sarà un tempo dove la diversità non sarà più un limite ma, anzi, un arricchimento per tutte le comunità. Un futuro in grado di valorizzare ognuno e che non parli esclusivamente di integrazione e di inclusione. I Giochi Mondiali – prosegue – faranno comprendere ad un pubblico planetario come la partecipazione leale ad un evento sportivo possa rappresentare la metafora della vita. Partecipare, tentando con tutte le proprie forze, dando il meglio di sé, sempre. Una modalità per cancellare ogni tipo di discriminazione e per accedere a quell’autodeterminazione che è alla base di ogni percorso degli atleti Special Olympics. Questa eredità – conclude – sarà tramandata non solo attraverso le esperienze degli atleti, ma anche attraverso le comunità coinvolte e il cambiamento culturale che i Giochi promuovono». Un cambiamento culturale che dalla cerimonia di apertura di sabato metterà un altro tassello, dopo l’accensione della Fiamma della Speranza ad Atene, il passaggio in Vaticano per la speciale benedizione da parte di monsignor Orazio Pepe, segretario della Fabbrica di San Pietro, e infine l’arrivo a Torino per dare il via ai Giochi, a testimonianza di percorso che è incarnazione di un impegno comune per costruire una società più inclusiva, dove il talento di ciascun atleta diventa il simbolo di cultura aperta.





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