Il ruolo e il potenziale dell’Italia tra le shopping tourism destination mondiali sono stati i temi dell’ottava edizione di Shopping Tourism – il forum italiano, organizzato da Risposte Turismo in partnership con Enit – Agenzia Nazionale del Turismo.
Nel 2024, la spesa per il turismo legato allo shopping in Italia è stata compresa tra i 20 e i 22 miliardi di euro, secondo una stima di Risposte Turismo, società di ricerca specializzata nel settore turistico. I dati si basano su fonti della Banca d’Italia, Mastercard e Istat.
Il bacino di domanda degli shopping tourist rappresenta sempre più una opportunità per le destinazioni italiane e gli operatori che sono pronti a soddisfare le richieste di questo segmento. Se è vero che, considerando il totale degli arrivi turistici, italiani ed esteri, stiamo parlando di una nicchia che pesa intorno al 2% va però anche detto che si tratta di una componente di domanda dalle buone capacità di spesa e che è in grado di contribuire non poco non solo ai risultati commerciali delle imprese del turismo, ma anche a quelle del commercio e delle produzioni varie cui questi turisti sono interessati.
È inoltre importante ricordare come questo fenomeno si animi non solo di coloro che scelgono di viaggiare con la precisa intenzione e motivazione di fare acquisti, ma anche di chiunque viaggi per qualsivoglia ragione e scelga di dedicare un po’ di tempo e un po’ di budget allo shopping.
Dallo studio emerge come la superficie commerciale degli outlet abbia raggiunto per la prima volta quota 750.000 mq pari a un +4% sul 2023. Un risultato destinato a crescere del 7% nel 2025 grazie anche all’apertura di un nuovo outlet a Roma, la prima nuova struttura inaugurata in Italia negli ultimi 4 anni. Situazione meno positiva, invece, per i department store, con alcune chiusure previste nel corso del 2025 nel Centro Nord del Paese.
Tra i dati riportati nello studio spicca anche la leadership conquistata per la prima volta nel 2024 da Via Montenapoleone, a Milano, tra le vie dello shopping mondiali per valori di canone di locazione annuo (circa 20mila euro, secondo il Main Streets Across The World 2024 di Cushman&Wakefield). Un traguardo significativo considerando che nel 2014 la via si posizionava al sesto posto in classifica.
Secondo i risultati dell’analisi, nel 2024, circa 2,4 milioni di turisti hanno scelto l’Italia principalmente per fare shopping. Si è verificato un aumento del 14% rispetto all’anno precedente. Inoltre, la ricerca ha rilevato che tra i turisti francesi che viaggiano per fare acquisti, l’80% ha visitato l’Italia almeno una volta.
Al Sud avanza a grandi passi il fenomeno del lusso a Taormina, la capitale siciliana del turismo è ormai diventata una destinazione riferimento dello shopping alto spendente nel Mezzogiorno, con ulteriori margini di crescita possibili in vista dei prossimi anni.
I turisti statunitensi, in particolare, sono attratti soprattutto dalle piccole botteghe artigianali locali. Un trend simile è stato confermato dal ritorno dei flussi turistici asiatici. In particolare la Cina rappresenta un mercato chiave per il turismo legato allo shopping in Italia. La spesa dei turisti statunitensi è aumentata (+9% rispetto al 2023), così come quella dei turisti britannici, soprattutto nelle principali città italiane dello shopping, come Milano, Roma, Firenze e Venezia. Idem al Sud, a Taormina, senza dimenticare anche Capri.
Sempre per quanto riguarda il segmento di domanda Usa, i ricercatori di Risposte Turismo hanno riscontrato una crescita della quota di chi viaggia per shopping e lo ha fatto più di una volta (oltre il 70%). Da segnalare come, tra i turisti statunitensi che viaggiano per shopping, il 31% lo abbia fatto quattro o più volte.
Aumenta inoltre il peso della combinazione eventi & shopping: il 45% degli shopping tourist americani dichiara di aver viaggiato anche in occasione di eventi particolari legati al fenomeno, dalle fashion weeks ai periodi del black Friday.
Spostando l’attenzione sui viaggi per shopping in Italia, l’indagine evidenzia un forte interesse, inoltre, da parte dei turisti Usa a integrare attività quali visite guidate ai laboratori artigiani (65%) e ai laboratori di prodotti enogastronomici (61%).
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