Nell’incontro organizzato da Paolo Pezzano a Cosenza si discute di infrastrutture; per il membro del Consiglio di amministrazione, Saccomanno, «il Ponte sullo Stretto è un catalizzatore di risorse»
COSENZA – Ancora una volta il dibattito sul Ponte sullo Stretto si rende protagonista. Si è tenuto, infatti, ieri, il secondo appuntamento dell’evento “Il Ponte e le sue Infrastrutture”, organizzato dall’imprenditore Paolo Pezzano nel centro storico di Cosenza nello scenario del Museo dei Bretti e degli Enotri, un incontro moderato dalla giornalista Nicoletta Toselli che ha visto una significativa partecipazione.
Tema di approfondimento il Ponte, le sue infrastrutture e le opere del Mezzogiorno, attraverso la presentazione del libro “La Questione meridionale… è la volta buona?” dell’avvocato Giacomo Francesco Saccomanno, membro del Consiglio di amministrazione del Ponte sullo Stretto ed ex coordinatore della Lega Calabria, il quale ha toccato molti punti caldi della questione che a loro volta ne hanno aperti altri.
«La regione Calabria non ha un piano strategico», ha affermato in prima battuta l’autore, per poi spiegare che l’obiettivo primario deve essere il «valorizzare le nostre risorse». E ha continuto: «Si hanno i fondi ma mancano i progetti, e la politica ha il dovere di sostenere i processi di sviluppo e di crescita, come il Ponte». Pubblicamente si chiede ancora una volta un atteggiamento conciliante per evitare che la Calabria si ponga in opposizione ad una importante fattore di progressione. Saccomanno ha sottolineato: «Manca dialogo, manca apertura e manca soprattutto volontà».
Nel corso del pomeriggio le riflessioni sono state molte, l’autore ha spiegato di aver scritto questo libro partendo da un interrogativo ben preciso: «Perché la Calabria non riesce a decollare»? Da qui una serie di ragioni che ha deciso di contestualizzare e approfondire con il pubblico per andare a fondo al problema. «I tentativi nel corso degli anni non sono mancati ma, siamo in una continua situazione di allarme e di settori che sempre di più generano problematiche a catena. Tutti gli investimenti al Sud sono solo un “ho fatto questo e quello” ma, di concreto hanno portato bene poco, solo interventi, e opere imposte non realmente necessarie né tanto meno condivise in una fase embrionale».
L’avvocato ha spiegato che manca il lavoro sinergico, così come quello sguardo complessivo ad un piano regolatore essenziale per una regione, che riuscirebbe a far ottenere una visione nel lungo termine su ciò di cui ha maggiormente bisogno. «Rifarsi ad una programmazione puntuale e chiara, così spiega, consente realmente di dare valore alle risorse di cui si dispone».
Si è discusso anche della fuga di cervelli, dell’attuale classe politica che «ragiona solo per slogan», non offrendo risposte, e ancora dell’analisi sulla posizione politica netta non solo verso il no sul Ponte ma su tanti altri slanci che richiamerebbero modernità e innovazione; sul punto Saccomano ha sostenuto: «Parliamoci chiaro, se questi progetti vedessero la luce, la sinistra verrebbe sconfitta».
Del Ponte se ne è parlato come di un «catalizzatore di risorse», che garantirebbe sviluppo e occupazione, non solo un’opera materiale di collegamento, ma anima di un abbraccio tra due regioni che da sempre lottano per contrastare tante criticità e alle cui nuove generazioni si potrebbe offrire un futuro diverso; due terre amare probabilmente racchiuse in una gap e tanti pregiudizi. In evidenza anche lo sforzo sostenuto dal leader della Lega Matteo Salvini, che è stato sempre un sostenitore dell’opera ed oggi si sta fortemente spendendo affinché questa venga realizzata. Impegno, costanza e passione per trasformare in pochi anni questi territori. «Un percorso che va portato a termine – ribadisce Saccomanno – Il lavorare sodo ed insieme è la strategia vincente».
Al dibattito ha preso parte Simona Loizzo deputata Lega che ha affermato: «La Calabria non realizza determinati progetti perché manca di una classe dirigente culturalmente colta e capace di pensare effettivamente al bene della comunità». Presente anche Katya Gentile, che ha invitato tutti i presenti a comprendere che il Sud non è la zavorra d’Italia e che nel libro di Saccomanno sono contenuti dati su cui riflettere davvero. Su tutte le affermazioni, la frase catalizzatrice del dibattito è stata una soltanto: «Il Ponte sullo stretto genererebbe una nuova era».
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