È nascosto tra i vicoli di Ortigia e nel cuore di Siracusa, il ristorante aperto nel 1985 da Giovanni Guarneri e dal papà Camillo. Nel 2025 quindi festeggia il traguardo dei quarant’anni di attività con una serie di eventi e promette una grande festa il prossimo 14 agosto, giorno esatto della ricorrenza. Quattro decenni di successi non arrivano per caso e nel corso degli anni l’insegna ha ricevuto numerosi riconoscimenti, consolidando la sua reputazione come uno dei ristoranti più prestigiosi della Sicilia. Il segreto? La capacità di evolversi senza mai perdere la propria anima.
Don Camillo, la storia del ristorante di Siracusa
Il ristorante aperto a metà degli Anni ’80 è nato dalla visione di creare un luogo dove la cucina siciliana potesse essere valorizzata con grande rispetto per la tradizione ma senza avere paura di sperimentare. Anno dopo anno, il ristorante ha saputo innovare, mantenendo sempre al centro l’identità siciliana e valorizzando i prodotti del territorio: dal pescato locale alle carni, dal Limone IGP di Siracusa al classico Moscato che prende il nome dalla città di Siracusa. Don Camillo era il papà di Giovanni Guarneri, che ha saputo trasformare un piccolo ristorante a conduzione familiare in una delle tavole siciliane più apprezzate non solo della città ma dell’intera isola.
Prodotti siracusani e siciliani insieme
La sua evoluzione continua lo ha portato negli anni a sviluppare un’idea di cucina sempre ancorata al territorio e alla valorizzazione non solo della materia prima ma anche del gusto: “La crisi della ristorazione non esiste. Quello che non va bene è l’omologazione, non può esistere un modello uguale per tutti e in tutte le città” precisa Guarneri “la mia generazione è cresciuta con l’immagine di Gualtiero Marchesi che era uno che faceva sua la materia prima con la giusta tecnica, mi piace molto questa idea ed ho provato a replicarla in questi anni”. Guarneri è sempre stato affascinato dalla storia della cucina ed ogni piatto nuovo ha una radice, un luogo, una storia che lo chef trasferisce dalla vita al piatto.
I quarant’anni del Don Camillo, con la nuova generazione
Un traguardo speciale quello delle quaranta candeline con la stessa proprietà che saranno celebrati con ospiti ed eventi proprio per ripercorrere questi primi quattro decenni di attività e guardare al futuro del ristorante con Camilla, figlia d’arte di Giovanni e oggi pastry chef all’Albereta in Franciacorta, e Federica che ne cura la comunicazione. Tra gli eventi più attesi quello di una cena a quattro mani con Frederik Farina del Bangkok Marriott Hotel Sukhumv che proprio al Don Camillo ha mosso i primi passi in cucina prima di trasferirsi in Thailandia.
Un altro appuntamento sarà dedicato ai vini di Marco De Bartoli per evocare il ricordo di una grande cena in abbinamento ai Marsala fatta nel 1995. Grande attesa per la festa celebrativa che si terrà il 14 Agosto, proprio nell’anniversario dell’apertura del ristorante che oggi abbraccia tre generazioni.
Lo chef e patron Giovanni Guarneri
Ha ereditato dal papà “Camillo” la sensibilità gastronomica e gli insegnamenti che stanno alla base della cucina tradizionale e mediterranea. Giovanni Guarneri, di origine palermitana, è riuscito a costruire una famiglia intorno al Don Camillo con buona parte dello staff che da decenni lavora con lui: “Ho sempre pensato che i risultati del ristorante fossero frutto di un gioco di squadra e la mia è una squadra solida che condivide un percorso e un impegno” racconta lo chef e patron del Don Camillo “ci tengo molto alla programmazione e al lavoro, nella ristorazione non si può improvvisare”.
Anche per questi motivi Guarneri ed il ristorante di famiglia sono diventati un punto di riferimento per la gastronomia nell’isola con una cucina di facile intuizione per gli ospiti e i turisti che una volta seduti a tavola capiscono subito di essere in Sicilia e a Siracusa.
I piatti più iconici del Don Camillo
Lo spaghetto delle Sirene con gamberi e ricci è senza dubbio il piatto più rappresentativo del Don Camillo, una vera goduria in menu dal 1986: “Ricordo ancora come se fosse oggi quando provammo a fare per la prima volta questo piatto” racconta lo chef “un pescatore ci portò tanti di quei ricci di mare che non sapevamo cosa farci così con papà provammo a realizzare questo piatto semplice all’apparenza ma dal grande gusto”.
Gli spaghetti di ricci e la tagliata di tonno
Nel corso degli anni la ricetta non è mai stata modificata e rimane un primo consigliato per tutti gli ospiti. Nel 1999 è nata la tagliata di tonno con marmellata di peperoni e riduzione di aceto di Nero d’Avola, nel 2005 la buonissima crema di mandorle di Noto con gamberi in crosta nera: tutti piatti che oggi sono disponibili anche nel menu degustazione La Nostra Storia realizzato di proposito con i piatti emblematici del Don Camillo.
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