Un nuovo rifugio di sicurezza e sostenibilità per gli alpinisti sul Cervino – Valledaostaglocal.it

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La ristrutturazione della Capanna Carrel, uno dei luoghi simbolo dell’alpinismo sul Cervino, rappresenta un intervento necessario e ambizioso che risponde alle sfide moderne legate al cambiamento climatico e alla sicurezza degli alpinisti. La serata del 28 febbraio 2025, tenutasi a Valtournenche, ha visto la presentazione ufficiale dei dettagli del progetto, che prevede il trasferimento della capanna a una posizione più sicura, a causa dei rischi geologici che minacciano l’area. La nuova struttura sorgerà a pochi metri dalla storica Capanna Carrel, lungo la via italiana per la vetta del Cervino, un percorso che richiama alpinisti da ogni angolo del mondo.

Nel corso dell’incontro, introdotto dalla sindaco di Valtournenche, Elisa Cicco, e con la partecipazione di esperti, tecnici e rappresentanti istituzionali, sono stati spiegati gli aspetti tecnici e progettuali che guideranno la realizzazione di questo intervento fondamentale. Il progetto è stato avviato nel 2016, e si prevede che i lavori siano completati entro l’estate del 2025. Un’importante opera che risponde all’esigenza di garantire maggiore sicurezza in un contesto sempre più complesso, in cui il cambiamento climatico sta modificando le condizioni delle montagne e aumentando i rischi per gli alpinisti.

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L’assessore agli Affari europei della Regione autonoma Valle d’Aosta, Luciano Caveri, ha sottolineato come il progetto per la ristrutturazione della Capanna Carrel si inserisca in un quadro più ampio di adattamento ai cambiamenti climatici che stanno interessando la montagna. «La montagna sta cambiando, e intorno al 2050 i cambiamenti saranno ancora più drastici», ha dichiarato. Di fronte a questa realtà, ha aggiunto Caveri, «ci sono due modi di reagire: negare o adattarsi. Ci si deve adattare rapidamente». Questa consapevolezza ha spinto la Regione ad attivare diverse iniziative per monitorare i cambiamenti geologici e climatici, come lo studio dei ghiacciai e il monitoraggio delle stazioni di arrivo della Skyway, ma anche per migliorare la sicurezza dei rifugi e delle strutture alpinistiche. L’intervento sulla Capanna Carrel è quindi parte di un progetto regionale più ampio, mirato a rendere le montagne più sicure e sostenibili per chi le frequenta.

Laurent Nicoletta, presidente della Società delle Guide del Cervino, ha ripercorso la storia delle strutture di accoglienza sul Cervino, un luogo che da sempre è stato un punto di riferimento per gli alpinisti. La prima struttura, il bivacco alla Cravatta del 1864, è stata seguita da numerosi altri rifugi e bivacchi, tra cui la Capanna Carrel, costruita nel 1968 e ampliata negli anni successivi. Nicoletta ha sottolineato che la nuova Capanna manterrà la sua funzione di capanna alpinistica, con l’obiettivo di garantire la sicurezza degli alpinisti senza snaturarne la sua vocazione. «Non vogliamo trasformarla in un rifugio, ma renderla più confortevole senza modificarne la sua essenza», ha spiegato, confermando l’intenzione di limitare l’accesso alla struttura solo a coloro che sono realmente preparati ad affrontare la salita.

Il progetto di ristrutturazione, coordinato da Michel Grosjacques, si è reso necessario dopo la consapevolezza dei rischi legati alla stabilità della roccia e al rischio di caduta massi. Gli studi dell’Università di Vienna e le perizie geologiche hanno confermato la pericolosità della posizione attuale della Capanna. La nuova posizione, spostata di pochi metri, consentirà di ridurre il rischio di caduta massi del 50%, garantendo maggiore sicurezza per gli alpinisti che ogni anno affrontano la salita al Cervino. La struttura della nuova capanna sarà dotata di una base in acciaio e avrà tre livelli funzionali: il piano inferiore per i depositi, quello intermedio per i servizi igienici e l’accesso principale, e quello superiore per la parte abitativa. La struttura includerà anche una piattaforma per l’elicottero, per facilitare le operazioni di soccorso, e sarà dotata di un piccolo impianto fotovoltaico, un gruppo elettrogeno di supporto e un sistema di ventilazione meccanica controllata, a garantire il massimo comfort anche a quote elevate.

Dal punto di vista estetico, la nuova capanna avrà linee moderne e funzionali, ispirate a un progetto mai realizzato dell’architetto Carlo Mollino, con una combinazione di materiali come la lamiera e il legno, in grado di resistere alle condizioni climatiche difficili. La struttura sarà dotata di 25 posti letto, distribuiti tra alpinisti e guide, e in caso di grande affluenza le camere potranno essere adattate per diventare promiscue. Il progetto prevede anche una particolare attenzione alla sostenibilità e alla resistenza nel tempo, elementi cruciali in un contesto montano così estremo.

I lavori di costruzione, che sono iniziati nel luglio del 2024, hanno subito un rallentamento a causa delle condizioni climatiche e sono riprenderanno a maggio 2025, con l’obiettivo di completare la nuova Capanna entro l’estate dello stesso anno. La realizzazione di questa nuova struttura ha incontrato alcuni ostacoli burocratici e amministrativi, che hanno rallentato l’inizio dei lavori, ma grazie al sostegno finanziario di vari enti, tra cui il Fondo Montagna e la Regione Valle d’Aosta, il progetto sta finalmente prendendo forma.

La Capanna Carrel è un punto di riferimento storico per gli alpinisti e per la montagna stessa, e la sua ristrutturazione rappresenta un passo fondamentale per garantire che il Cervino, uno dei monti più iconici e amati al mondo, possa continuare ad essere una meta sicura e accessibile per gli appassionati di alpinismo. Come ha sottolineato l’assessore Caveri, «ci auguriamo che questa costruzione diventi un modello di sostenibilità e di gioco di squadra», un esempio concreto di come le sfide legate al cambiamento climatico possano essere affrontate con innovazione e collaborazione.

La Capanna Carrel, quindi, non è solo una struttura alpinistica, ma anche un simbolo di adattamento e resilienza in un contesto montano che cambia, una risorsa fondamentale per la sicurezza degli alpinisti, ma anche un’opera che testimonia l’impegno della comunità locale e delle istituzioni nella conservazione e valorizzazione di un patrimonio naturale e culturale di inestimabile valore.

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