Il procuratore degli Stati Uniti Pamela Bondi: “Perseguiremo questi criminali nella misura massima consentita dalla legge”
Il Messico ha effettuato un’estradizione di massa, consegnando agli Stati Uniti 29 boss della droga, tra cui Rafael Caro Quintero (in foto di copertina), uno dei più noti signori del narcotraffico messicano. Con una nota diffusa nella giornata di ieri, il Dipartimento di Giustizia americano ha fatto sapere che si tratta di persone accusate dal governo statunitense di reati gravi, tra cui racket, traffico di droga, omicidio, uso illegale di armi da fuoco, riciclaggio di denaro e altri crimini violenti. Tra i boss del narcotraffico consegnati agli Stati Uniti figurano, infatti, i leader dei principali cartelli della droga: il cartello di Sinaloa, il Cártel de Jalisco Nueva Generación (CJNG), il Cártel del Noreste (ex Los Zetas), La Nueva Familia Michoacana e il Cártel del Golfo. Tutti sono accusati dal governo americano di aver importato negli Stati Uniti enormi quantità di stupefacenti, tra cui cocaina, metanfetamina, fentanyl ed eroina.
“Come ha chiarito il presidente Trump – ha spiegato ieri il procuratore generale Pamela Bondi (in foto © Imagoeconomica) – i cartelli sono gruppi terroristici, e questo Dipartimento di Giustizia si dedica a distruggere i cartelli e le bande transnazionali. Perseguiremo questi criminali nella misura massima consentita dalla legge, in onore dei coraggiosi agenti delle forze dell’ordine che hanno dedicato la loro carriera, in alcuni casi anche la vita, per proteggere persone innocenti dal flagello dei cartelli violenti. Non ci fermeremo fino a quando non avremo assicurato giustizia per il popolo americano”. Il vice procuratore generale Emil Bove ha aggiunto: “Perseguendo questi imputati nella misura massima consentita dalla legge, onoriamo la memoria dell’agente speciale Camarena, del vice sceriffo Byrd e di altre vittime, troppo numerose per essere citate, così come decenni di duro lavoro in trincea da parte dei nostri partner delle forze dell’ordine”. Infatti, proprio Rafael Caro Quintero era finito, diversi anni fa, sulla lista dei ricercati della DEA per il brutale omicidio di Enrique Camarena, noto anche come ‘Kiki’, avvenuto nel 1985. Camarena era un agente speciale che raccoglieva informazioni sui gruppi criminali responsabili della produzione e del traffico di droga dei cartelli messicani. Venne sequestrato, torturato e ucciso, provocando una profonda crisi tra Messico e Stati Uniti, che all’epoca reagirono chiudendo temporaneamente il confine con il Messico.
Dopo essere stato condannato a 40 anni di carcere, Quintero era stato rilasciato nel 2013 a seguito di una decisione controversa di un tribunale messicano, ma un nuovo mandato di cattura lo aveva costretto alla clandestinità fino al suo recente arresto avvenuto nel 2022. “Oggi, 29 membri del cartello fuggitivi sono arrivati negli Stati Uniti dal Messico, tra cui un nome che si distingue dagli altri per gli uomini e le donne della DEA: Caro Quintero. Un boss del cartello che ha scatenato violenza, distruzione e morte negli Stati Uniti e in Messico, ha trascorso quattro decenni in cima alla lista dei fuggitivi più ricercati della DEA, e oggi possiamo dire con orgoglio che è arrivato negli Stati Uniti, dove sarà fatta giustizia. – ha dichiarato l’amministratore ad interim della DEA, Derek S. Maltz –. Questo momento è estremamente personale per gli uomini e le donne della DEA, che credono che Quintero sia responsabile della brutale tortura e dell’omicidio dell’agente speciale Enrique ‘Kiki’ Camarena. È anche una vittoria per la famiglia Camarena – ha ribadito Maltz – oltre che un messaggio a tutti i leader dei cartelli, a tutti i trafficanti, a tutti i criminali che avvelenano le nostre comunità: sarete chiamati a risponderne. Non importa quanto tempo ci vorrà, non importa quanto lontano correrete, la giustizia vi troverà”. L’estradizione di Quintero e di altri boss del narcotraffico, avvenuta ieri, è maturata in un contesto di crescente pressione da parte dell’amministrazione americana. Il presidente Donald Trump ha minacciato dazi del 25% sulle esportazioni messicane nel caso in cui il governo di Claudia Sheinbaum non avesse rafforzato gli sforzi per contrastare il traffico di fentanyl. Proprio in risposta alle pressioni americane, il governo messicano ha deciso di intensificare le operazioni di sicurezza, schierando 10mila soldati della Guardia Nazionale lungo il confine con gli Stati Uniti e arrestando centinaia di persone coinvolte nel traffico di droga. Solo negli ultimi mesi, infatti, le autorità messicane hanno sequestrato quasi 12 tonnellate di droga, tra cui cocaina, metanfetamine e grandi quantità di fentanyl.
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