avviato l’ennesima istruttoria nei confronti dell’azienda comunale per il trasporto pubblico, Atac,
A Roma, ad annunciare l’arrivo della primavera, prim’ancora degli alberi in fiore, ormai da una decina d’anni arriva l’Autorità garante della concorrenza e del mercato che bussa alla porta del Campidoglio. Le contestazioni riguardano principalmente due servizi pubblici sui quali il Comune di Roma ha sostanzialmente il monopolio: i rifiuti e i trasporti, di tanto in tanto però sono finiti nel mirino anche i taxi. E ogni volta, allo stesso modo di com’è sempre stato fin dall’alba dell’era industriale, lo scontro vede su fronti contrapposti coloro che ritengono irrinunciabile il servizio pubblico da quanti invece promuovono le ragioni del libero mercato. Entrambe le posizioni guardano ai vantaggi per l’utenza, solo che i primi pensano che il servizio ai cittadini sia maggiormente garantito dal pubblico che copre anche le aree non appetibili dal punto di vista commerciale, i secondi sostengono invece che soltanto la concorrenza tra privati farebbe calare il costo e migliorare il servizio, per effetto della competizione.
È notizia di questa settimana, in cui sono spuntati i primi alberi in fiore a Roma, che l’Antitrust ha avviato l’ennesima istruttoria nei confronti dell’azienda comunale per il trasporto pubblico, Atac, per possibile pratica commerciale scorretta poiché – secondo l’autorità – tra il 2021 e il 2023 l’azienda avrebbe “sistematicamente disatteso gli obiettivi relativi alla regolarità del servizio di trasporto di superficie e del trasporto metropolitana, ai presidi di sicurezza delle stazioni metropolitane, al funzionamento di ascensori, montascale, scale e tappeti mobili, nonché all’illuminazione delle stazioni della metropolitana” senza prevedere “misure correttive adeguate a colmare le ripetute carenze, misure di adeguamento o di rimborso parziale delle tariffe applicate, in considerazione dei potenziali disagi arrecati ai consumatori”. Neanche un anno fa, dopo un ammonimento a ridosso della primavera, l’Antitrust si era rivolto al Tribunale amministrativo regionale del Lazio contestando le proroghe del servizio ad Atac. Il Tar aveva dato ragione al Campidoglio, ma la tenzone giudiziaria è andata avanti fino al Consiglio di Stato: l’ultimo capitolo s’è scritto qualche settimana fa, quando sono state accolte le motivazioni dell’Antitrust e di conseguenza è stata annullata la delibera che prevedeva la proroga dell’affidamento del servizio ad Atac dal 31 marzo al 31 dicembre del 2023. Non è troppo differente lo scenario per quanto riguarda l’azienda comunale per la gestione dei rifiuti, Ama, che ai primi di marzo dello scorso anno si è trovata bacchettata dall’autorità la quale sosteneva che il piano industriale del 2021 dovesse essere giustificato da risultati di miglioramento del servizio scientificamente provati e diede all’azienda 30 giorni di tempo per rendicontare gli obiettivi raggiunti.
Sorvolando sulla disponibilità manifestata sia da Atac che da Ama, ogni volta, nel fornire dati e chiarimenti, relazioni e approfondimenti, il nodo resta. La giunta di Roberto Gualtieri – con gli assessori ai Trasporti e ai Rifiuti, Eugenio Patané e Sabrina Alfonsi – a ogni occasione e a ogni primavera ripete che parte delle attività delle aziende comunali è comunque messo a gara: vale per una serie di linee periferiche in Atac e per alcuni servizi come la raccolta alle utenze non domestiche in Ama. Allo stesso tempo, però, c’è un’altra parte della città (con alcuni gruppi politici come Italia viva e Azione che ne hanno fatto una bandiera) che la pensa come l’Antitrust e promuove le ragioni dell’ingresso nel libero mercato di servizi finora principalmente pubblici.
Lo scontro ideologico tuttavia, dal momento che va avanti dall’Ottocento, difficilmente si risolverà a colpi di sentenze e ricorsi, giocati sul terreno di Roma. Vero è però che Roma è Capitale e Atac e Ama, più di Atm e Amsa a Milano o di Anm e Asia a Napoli, possono indicare una strada al Paese. Ed è questa la responsabilità principale di chi governa la Città eterna, che sia in maggioranza o all’opposizione: saper sfruttare la vista privilegiata che si gode dal Colle del Campidoglio per gettare lo sguardo oltre i confini di Roma.
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