«Pronti per i Giochi, Milano-Cortina sarà un successo. E parlerò con Bove»

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Si definisce un «visionario». E, infatti, il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, in visita al Messaggero, ha già la visione delle prossime Olimpiadi di Milano-Cortina a un anno dal via: «Siamo pronti a essere pronti. C’è grande apprezzamento per il lavoro della Fondazione Milano Cortina che si sta occupando dell’organizzazione di Olimpiadi e Paralimpiadi, così come di Simico che sta gestendo tutta l’infrastrutturazione, e che porterà grandi benefici anche dopo i Giochi ai territori che li ospiteranno. Mancano 342 giorni alla cerimonia d’inaugurazione a Milano e 370 a quella paralimpica di Verona. Sarà un successo universale».

Fra un anno e mezzo l’Italia deve comunicare anche gli stadi per gli Europei del 2032. Qual è la situazione?

«A ottobre 2026 la Figc indicherà i cinque stadi e la Uefa dovrà fare le sue valutazioni. Entro la Primavera 2027 si dovranno aprire gli eventuali cantieri per gli impianti che hanno bisogno di una riqualificazione più o meno significativa. Quelli di Milano, Roma e Torino, lato Juventus, sono ragionevolmente in vantaggio, ma sarà in ogni caso una competizione nella quale verranno prescelti i migliori secondo gli standard Uefa. Ma se da un lato guardiamo al 2032, dall’altro lavoriamo per migliorare il portafoglio stadi del nostro sistema professionistico, a partire da quello della Serie A. Lo dobbiamo soprattutto ai tifosi e agli appassionati del calcio italiano che hanno diritto a stadi accoglienti, funzionali, accessibili e moderni. Il Governo sta configurando strumenti finanziari agevolativi e predisponendo la norma per costituire una struttura commissariale, nel rispetto delle esigenze territoriali. Abbiamo parlato tanto in questi ultimi 20 anni e dobbiamo passare velocemente ai fatti, ai cantieri, a uno sviluppo sostenibile di questi luoghi di socialità e intrattenimento».

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Che idea si è fatto del patteggiamento di Sinner con la Wada e dell’idea di sfruttare il ritorno e il fenomeno del numero uno per portare il quinto slam a Roma con gli internazionali e il nuovo progetto del Foro italico?

«Credo nell’assoluta mancanza di responsabilità di Jannik, che è un ragazzo schietto, pulito, trasparente e sincero. Peraltro, lo pensa, avendolo detto con parole diverse, anche la Wada. Incredibile come sia rimasto motivato, lucido e concentrato in questi mesi, trovando il modo di convivere con un ‘peso’ che gli ha fatto perdere un po’ di serenità e di sorriso. Anche alla luce di questa esperienza, la Wada ha detto che cambierà le regole dal 2027, questo fa capire di cosa si è trattato. Tornando al tennis, più in generale, la crescita esponenziale non rappresenta una sorpresa, ma è frutto del lavoro, della pianificazione e della visione di una federazione, la Fitp, che da decenni investe nelle scuole, sui vivai, sui circoli e sulla mediaticità per la promozione della disciplina. In quest’ottica, va inserita l’idea di un ulteriore salto di qualità, dopo le ATP Finals e le Finali di Coppa Davis, con l’acquisizione dello status di un sostanziale quinto slam, per far entrare gli Internazionali d’Italia ancor di più nella élite mondiale».

A che punto è l’agenzia per il controllo dei costi e dei bilanci dei club professionistici, che di fatto sostituirà la Covisoc e Comtec?

«È stato chiuso l’avviso per la selezione dei membri che comporranno la commissione, dei quali tre sono espressione di una candidatura spontanea sulla base di requisiti tecnici stringenti. Due sono selezionati su una rosa di cinque proposti da Figc, Fip e le quattro leghe professionistiche, mentre il presidente dell’Inps e il direttore dell’agenzia delle entrate ne fanno parte di diritto. Terminata la fase di selezione, d’intesa con il Ministro Giorgetti, i candidati prescelti saranno sottoposti alle VII Commissioni parlamentari di Camera e Senato, subentrando a Covisoc e Comtec a partire dai campionati 25/26».

Quali altre norme ha in cantiere per il mondo dello sport? Per il calcio ha parlato di una nuova legge Melandri.

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«Stiamo lavorando a due norme strategiche che definiranno, da un lato, il nuovo assetto del sistema sportivo italiano e, dall’altro, un nuovo modello di gestione dei diritti audiovisivi del calcio professionistico, compresa la mutualità di sistema, tenendo conto del cambiamento del contesto economico, industriale e sociale. I testi sono in fase di definizione e sarà mia cura condividerlo preventivamente con tutti i soggetti interessati, partendo dalle competenti delle commissioni di Senato e Camera. Tempi di uscita delle prima bozze, tra aprile e giugno».

Il mondo del calcio chiede la reintroduzione della pubblicità per le scommesse sportive.

«Promuovere le scommesse legali toglie ossigeno a quelle illegali, ovvero all’economia criminale che rappresenta un pericolo costante da contrastare con strumenti sempre più efficaci e anche marcando la differenza con la dimensione autorizzata dall’Agenzia Dogane e Monopoli, che la pubblicità favorisce. Dopodiché dobbiamo aumentare e sistematizzare il contrasto alla ludopatia che deve far parte in modo qualificante delle valutazioni definitive che faremo a breve su questa tematica. Continuiamo a lavorare anche per riconoscere agli organizzatori degli eventi sportivi un “diritto sulla scommessa”, come avviene già in altri paesi europei, da destinare anche allo sport sociale e alle sue infrastrutture».

Bove sogna il ritorno in campo in Serie A, ma quali sono i passi e i margini, se ci sono, per cambiare il protocollo italiano?

«Incontrerò presto Edoardo, mi fa molto piacere conoscerlo di persona e dialogare con lui. Sul tema che riguarda anche lui, ho spiegato che è fondamentale il parere della comunità medico scientifica; quindi, lascio le valutazioni tecniche a chi conosce la materia in un ambito così delicato. Ci dovrebbe essere una omogenizzazione dei protocolli a livello europeo. La Fmsi sta facendo un grande lavoro proprio sulla tematica delle malattie cardiovascolari e sul loro impatto sugli atleti, apprezzato all’estero come dimostrano i complimenti ricevuti all’ambasciata italiana di Londra. Il riscontro della nostra ricerca è stato molto significativo. Sarà utile quindi un confronto con il Presidente Casasco e la comunità scientifica per poter capire come garantire la tutela della salute e la pratica sportiva agonistica, con forme sempre più avanzate compresa una maggiore responsalizzazione dei medici che rilasciano i certificati di idoneità, facendo tesoro dell’esperienza di Edoardo, ma anche di quegli atleti che sono stati meno fortunati di lui: penso a Morosini, Bovolenta e Astori, che sono spesso nei miei pensieri».

C’è una recrudescenza forte del tifo violento. Il Viminale continua a vietare trasferte, proliferano striscioni vergognosi. Come se ne esce?

«Con il ministro Piantedosi, insieme al Capo della Polizia Pisani, ci incontriamo periodicamente con i rappresentanti del sistema calcistico per il consueto tavolo sulla sicurezza negli stadi, finalizzato anche al contrasto alle infiltrazioni della criminalità nel calcio. L’obiettivo è sempre lo stesso: tutelare i tifosi, garantendo loro libertà e sicurezza, e individuare in modo chirurgico coloro che vanno allo stadio non per tifare, ma per delinquere. Abbiamo bisogno di ulteriore collaborazione da parte dei club, anche con il ritiro del gradimento allo stadio a quei soggetti che non rispettano le regole. La tecnologia sarà di grande aiuto e sarà sempre più indispensabile per l’iscrizione ai campionati».

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