Policlinico Campus Bio-Medico: ecco “Marzo Blu”

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Roma, 28 feb. – Inizia domani “Marzo blu”, il mese dedicato alla consapevolezza e alla prevenzione del tumore del colon-retto, la seconda neoplasia più frequente nelle donne e la terza negli uomini. Eppure, si tratta di un tumore prevenibile, trattabile e curabile, per combattere il quale la Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico è in prima linea con una serie di attività dedicate. Ad esempio, è stato predisposto un programma che prevede 500 test gratuiti per la ricerca del sangue occulto nelle feci a favore di pazienti di età superiore a 40 anni con familiarità o con alterazioni delle abitudini intestinali, presso il Poliambulatorio Campus Bio-Medico di Porta Pinciana, nel centro di Roma. In caso di valore alterato, i pazienti potranno accedere, senza alcun costo aggiuntivo, anche a una visita specialistica. Peraltro, una volta terminati i 500 test gratuiti, sarà possibile effettuare l’esame presso il Poliambulatorio di Porta Pinciana o a Trigoria alla tariffa simbolica di cinque euro. Anche in questo caso poi, qualora emergessero valori alterati, ai pazienti saranno garantite visite gratuite con successiva prenotazione della colonscopia.
La campagna lanciata dalla Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico prevede, inoltre, l’attivazione di un numero verde dedicato (800.93.13.43), mentre la facciata del Policlinico di Trigoria sarà simbolicamente illuminata di blu per tutto il mese. “Offrire gratuitamente esami e visite specialistiche rappresenta un passo concreto per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza fondamentale della prevenzione: la salute è il bene più prezioso e investire sulla diagnosi precoce significa salvare vite”, ha commentato l’Amministratore Delegato e Direttore Generale del Policlinico Campus Bio-Medico Paolo Sormani, che poi ha aggiunto: “In linea con la nostra mission, sintetizzata nella formula ‘la Scienza per l’Uomo’, siamo animati dallo spirito di fornire un supporto concreto alle persone e al territorio e di dare continuità alla relazione assistenziale. Inoltre, siamo impegnati attivamente per garantire un accesso equo alle cure, garantendo un’attenzione speciale alle persone più fragili”.

Il tumore del colon-retto è spesso conseguente all’evoluzione di lesioni benigne (poliposi adenotamosi) della mucosa dell’intestino, che nell’80% dei casi impiegano dai 7 ai 15 anni per trasformarsi in forme maligne. Un tempo sufficientemente lungo per riuscire a prevenire la neoplasia, intervenendo con una semplice asportazione endoscopica dell’adenoma.
Negli ultimi due anni, tra le diverse unità chirurgiche del Policlinico Campus Bip-Medico, sono stati eseguiti più di 750 interventi sul colon e sul retto, di cui oltre 400 per patologia neoplastica. In quest’ottica, la Fondazione mette a disposizione dei pazienti un ambulatorio open per le visite, attivo tutti i mercoledì dalle ore 10:00 alle ore 11:30, senza necessità di appuntamento, per sospetta o accertata neoplasia del colon-retto. Tra i pazienti che ne hanno usufruito nel 2024, oltre 100 sono stati presi in cura e avviati a un percorso diagnostico terapeutico.

“La tempestività degli esami è fondamentale perché la guarigione è strettamente correlata ai tempi della diagnosi: quando viene individuato e trattato allo stadio iniziale, il 92% dei pazienti guarisce”, ha spiegato il professor Marco Caricato, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Colo-rettale del Policlinico, che poi ha commentato ancora: “La prima linea di difesa, quindi, è l’informazione. È importante essere consapevoli dei fattori di rischio, dei sintomi e delle opportunità disponibili per la prevenzione del tumore del colon-retto. Esami come la ricerca del sangue occulto nelle feci e la colonscopia servono proprio per individuare lesioni precancerose o tumori in fase iniziale. Così in alcuni casi l’intervento non è necessario, quasi sempre può essere eseguito senza un taglio, ma con tecnica laparoscopica o con l’aiuto del robot chirurgico e consente una guarigione veloce senza reliquati nella stragrande maggioranza dei casi. Il principale limite nell’efficacia degli screening è rappresentato dalla scarsa adesione. Per questo motivo, attraverso il nostro coinvolgimento a 360 gradi, ribadiamo l’impegno nella lotta a questa neoplasia prevenibile e curabile”.

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