Pensioni di marzo, altro che rivalutazione: gli assegni saranno ancora più bassi degli altri mesi

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Brutta stangata in arrivo per i pensionati a marzo: rivalutazione o no, questo mese gli assegni dell’Inps saranno ancora più bassi del solito. Scopriamo le ragioni di questa flessione verso il basso.

Da settimane si dice che a marzo le pensioni finalmente aumenteranno in virtù della rivalutazione annua e degli arretrati relativi ai primi due mesi dell’anno. I pensionati erano già pronti a brindare ma ecco che, invece, come un fulmine a cielo sereno, arriva un’altra mazzata: a marzo le pensioni saranno ancora più basse degli altri mesi.

Pensioni di marzo, altro che rivalutazione: gli assegni saranno ancora più bassi degli altri mesi -(foto Ansa)- Abruzzo.cityrumors.it

La sorpresa è tanta. In effetti a marzo dovrebbero arrivare gli incrementi relativi alla rivalutazione stabilita dal Governo con la legge di Bilancio. Aumenti non troppo elevati sia chiaro in quanto la rivalutazione si è fermata ad un misero 0,8%. Solo le pensioni minime beneficeranno di una percentuale più alta e, cioè, del 2,2%.

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Le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo dell’Inps saranno rivalutate dello 0,8%, quelle comprese tra 4 e 5 volte il trattamento minimo saranno soggette ad una rivalutazione dello 0,72% e, infine, le pensioni di oltre 5 volte più alte rispetto al trattamento minimo saranno rivalutate appena dello 0,6%.

Già questi aumenti non lasciavano troppo ben sperare ma comunque, come si usa dire, “meglio che niente”. La brutta notizia, tuttavia, è che, per un “cavillo” poco considerato a marzo le pensioni subiranno una flessione verso il basso che, in alcuni casi, potrà anche essere notevole. Nel prossimo paragrafo vediamo, nei dettagli che cosa cambierà.

Marzo inizia male per i pensionati: assegni più bassi del solito

Marzo è il mese in cui inizia la Primavera ma non sarà una Primavera per chi sperava in un assegno Inps più sostanzioso: le pensioni questo mese saranno ancora più basse del solito, in alcuni casi molto più basse. Il motivo? Ve lo spiego di seguito.

giorgia meloni seduta nel suo studio mentre parla
Marzo inizia male per i pensionati: assegni più bassi del solito -(foto Ansa)- Abruzzo.cityrumors.it

Da settimane tutti i pensionati aspettavano con ansia l’arrivo di marzo non tanto per la Primavera e certamente non per festeggiare il Carnevale ma per toccare con mano gli aumenti relativi alla rivalutazione delle pensioni. Non solo: oltre agli aumenti a marzo dovrebbero arrivare anche gli arretrati relativi ai mesi di gennaio e di febbraio.

Dunque questo mese tutti non vedevano l’ora di ricevere un assegno più ricco. Ma anche coloro che non festeggiano il Carnevale, lo scherzetto lo hanno ricevuto lo stesso: a marzo anziché aumentare per effetto della rivalutazione gli assegni diminuiranno e, quindi, saranno più esigui del solito.

A marzo, infatti, arrivano le addizionali regionali e comunali: fattore spesso trascurato, dimenticato, non considerato ma che incide in misura importante sui redditi sia da lavoro che da pensione. Nello specifico nel mese di marzo si paga l’acconto pari al 30% dell’importo dovuto mentre da gennaio a novembre dell’anno successivo, Regioni e Comuni si trattengono il saldo.

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Pensioni più basse a marzo: ecco quanto si perde con le addizionali

Come visto nel paragrafo precedente a marzo i pensionati riceveranno una brutta stangata in quanto gli assegni Inps, invece di essere più ricchi per effetto della rivalutazione  e degli arretrati, saranno più poveri per effetto delle addizionali comunali e regionali. Ma quanto si perderà nel concreto?

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uomo anziano con il cappello in testa e l'espressione triste
Pensioni più basse a marzo: ecco quanto si perde con le addizionali/Abruzzo.cityrumors.it

Naturalmente, essendo di competenza delle regioni e dei comuni, le trattenute varieranno e non saranno le stesse per tutti. Prendiamo il caso, di un pensionato che percepisce una pensione di 1.500 euro lordi al mese e che risiede nel comune di Roma dove l’addizionale comunale è pari allo 0,9%.

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Questo pensionato, in base alle percentuali stabilite dal Governo, avrà una rivalutazione dello 0,8% ma dovrà dare lo 0,9% al Comune. Pagherà, dunque, 58 euro circa di addizionale ma la sua rivalutazione sarà molto più bassa e, di conseguenza, ci perderà. In altri Comuni la situazione potrebbe essere ancora peggiore.



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