L’Iran vuole spostare la capitale per nascondere i suoi fallimenti

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Dilazione debiti

Saldo e stralcio

 


Il megaprogetto di trasferire la capitale dalla sovrappopolata Teheran verso il “paradiso perduto” di Makran è l’ennesima promessa di un futuro migliore per gli iraniani, ma cela la solita rinuncia a occuparsi dei cittadini


Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Lo scorso 17 agosto l’Indonesia ha festeggiato il settantanovesimo anniversario della sua indipendenza con una parata e una cerimonia organizzate a Nusantara, la sua nuova capitale. Questo, nonostante i lavori per costruirla non siano ancora terminati, e le celebrazioni, di molto ridimensionate, si sono svolte in mezzo ai cantieri. Non proprio un’immagine di progresso. Ma nonostante i fallimenti del passato e gli esperimenti più recenti, anche in Iran da qualche tempo si è tornati a parlare di traslocare la capitale. Poco più di un mese fa, la portavoce del governo di Teheran, Fatemeh Mohajerani, ha detto che “la nuova capitale sarà sicuramente a sud, nella regione di Makran, e questa questione è attualmente in fase di elaborazione”.

Nello spiegarne le ragioni, ha evidenziato le crescenti pressioni ecologiche sulla sovrappopolata Teheran, tra cui la scarsità d’acqua e di elettricità, ma pure gli ingorghi stradali, l’inquinamento atmosferico estremo e anche la subsidenza. Sono decenni che la capitale, circondata da alte montagne che la rendono una fortezza dal punto di vista della sicurezza, sta sprofondando, ma non solo: quella particolare geografia contribuisce a rendere la città un luogo dall’aria particolarmente avvelenata. Il governo iraniano ha annunciato la formazione di due consigli per esaminare la fattibilità del trasloco e lo sviluppo di un’economia basata sul mare nella regione di Makran. “Stiamo cercando assistenza da accademici, élite ed esperti, tra cui ingegneri, sociologi ed economisti”, ha aggiunto Mohajerani, pur sottolineando che la questione rimane nella fase esplorativa e pare non essere urgente.

Il presidente iraniano considerato “riformista”, Masoud Pezeshkian, ha riacceso il dibattito definendo lo squilibrio tra le risorse finanziarie e le spese di Teheran come “insostenibile”. “Trasportare materie prime dal sud al centro, lavorarle e riportarle a sud per l’esportazione prosciuga la nostra capacità competitiva”. Nell’autunno scorso aveva già affermato: “Non abbiamo altra scelta che spostare il centro economico e politico del paese a sud e vicino al mare”.

“Il ‘paradiso perduto’ di Makran deve essere trasformato nel futuro polo economico dell’Iran e della regione”, ha insistito anche il ministro degli Esteri Abbas Araghchi un paio di settimane fa. In effetti, l’idea di spostare la capitale da Teheran, designata capitale da Agha Mohammad Khan Qajar nel 1786, era emersa in varie occasioni fin dalla Rivoluzione islamica del 1979 ed aveva guadagnato slancio durante la presidenza di Mahmoud Ahmadinejad, principalmente a causa delle preoccupazioni sulla vulnerabilità di Teheran ai terremoti. A metà degli anni duemiladieci, il presidente Hassan Rouhani aveva ripreso la discussione. Ma le proposte erano state ripetutamente accantonate.

Makran è un’area costiera in gran parte sottosviluppata sul Golfo dell’Oman, che si estende attraverso la provincia meridionale e impoverita del Sistan-Baluchistan e parte della vicina provincia di Hormozgan. E’ nota per i suoi villaggi di pescatori, le spiagge sabbiose e la storia antica che risale all’epoca di Alessandro Magno. La provincia di Teheran ospita attualmente circa diciotto milioni di persone, oltre a una popolazione fluttuante di circa due milioni di persone che vi si spostano durante il giorno, secondo il governatore Mohammad Sadegh Motamedian. Ma essendo capitale da quasi due secoli e mezzo, in molti la ritengono un simbolo identitario irrinunciabile, e il professore di urbanistica Ali Khaksar Rafsanjani, nel sottolinearne la “posizione strategica” al quotidiano riformista Etemad, ha ricordato che mentre Teheran “è sicura e adatta in situazioni di emergenza e di guerra”, Makran sarebbe invece “molto vulnerabile”.

Specialmente adesso, nel momento di massima tensione fra l’Iran e i suoi proxy contro Israele e il resto del mondo occidentale. L’anno scorso l’allora ministro degli Interni Ahmad Vahidi stimò inoltre che trasferire la capitale costerebbe circa cento miliardi di dollari. Il sito Khaber Online ha anche sottolineato la vulnerabilità della regione di Makran ai cambiamenti climatici. Secondo Banafsheh Keynoush, ricercatrice all’International Institute for Iranian Studies, la scelta di Makran potrebbe però riflettere ambizioni strategiche più ampie. Banafsheh Keynoush, dell’Istituto internazionale di studi iraniani, ha scritto su X che la scelta di Makran potrebbe riflettere ambizioni strategiche più ampie.

“Scegliendo Makran come possibile prossima capitale, l’Iran mira a competere con porti marittimi come Dubai e Gwadar” nel vicino Pakistan, e riaffermare un ruolo di potenza marittima nel Golfo persico. Ma come nel caso indonesiano, non è detto che il governo di Pezeshkian ci riesca davvero. Per i pasdaran Teheran ha un significato simbolico e cruciale dal punto di vista della sicurezza. Online il dibattito è molto acceso: c’è chi preferirebbe la sacra Qom, oppure Mashhad. Qualcuno suggerisce Persepoli. Nel frattempo, i cittadini lamentano un forte aumento dei prezzi dei beni di prima necessità e alcuni media indipendenti sottolineano il malcontento crescente per l’assistenza finanziaria che l’Iran offre agli altri elementi dell’Asse della resistenza. Il megaprogetto di trasferire la capitale altrove è l’ennesima promessa di un futuro migliore per gli iraniani, ma nasconde la solita rinuncia a occuparsi dei cittadini.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link