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BORCA DI CADORE. Si è tenuto alla Gellner Lounge di Hotel Boite a Borca di Cadore, un altro degli ormai consueti appuntamenti che vedono la collaborazione di Corte delle Dolomiti con il tour operator Welcome Dolomiti e che da più di un anno stanno coinvolgendo vari operatori, istituzioni, studiosi intorno al tema comune de “Le nuove Dolomiti”.
Il titolo dell’ultima serata, venerdì 28 febbraio, patrocinata anche dal comune di Borca di Cadore, è stato “Destinazione Borca”, un modo per richiamare l’attenzione sul paese di Borca, e in particolare sull’ex villaggio Eni, quali destinazione turistica vicinissima temporalmente e geograficamente alle Olimpiadi e Paralimpiadi di Milano-Cortina 2026. La serata è stata anche l’occasione per presentare i prossimi progetti ed investimenti che Minoter, l’immobiliare che ha acquisito il villaggio negli anni 2000, intenderà realizzare nei prossimi mesi.
Katia Tafner, giornalista che ha moderato la serata, ha voluto entrare subito nel vivo di quella che nel 1954 è stata l’idea lungimirante di Enrico Mattei e dell’Eni e di quali sono state poi le fasi di alti e bassi che il villaggio ha subito. A tal proposito ha ceduto la parola a Francesco Accardo, general manager di Corte delle Dolomiti, per fare una panoramica in tal senso: “L’idea di Enrico Mattei, realizzata su progetto di Edoardo Gellner, di fare un villaggio sociale è stata davvero lungimirante ma forse non capita fino in fondo. Pensare che più di 70 anni fa un uomo avesse pensato di prendersi cura dei suoi lavoratori non solo nella sfera lavorativa ma creando occasioni di benessere e vacanza con questo, è qualcosa di grandioso. Così come è grandioso il progetto che ne è scaturito, e non interamente realizzato, che occupa oggi una superficie di 200 ettari, con un’ottima esposizione alle pendici dell’Antelao, con una colonia che poteva ospitare fino a 600 bambini, una chiesa, un residence, un hotel, 274 villette monofamiliari e il campeggio a tende fisse per 200 ragazzi. L’idea di andare ad inserire tutte queste costruzioni nelle porzioni di terreno con vegetazione già più rada, ha consentito una perfetta integrazione nell’ambiente naturale delle Dolomiti”.
Il villaggio, inizialmente proprietà del gruppo Eni, è passato negli anni 2000 all’attuale immobiliare Minoter che da qualche anno ha deciso di gestire direttamente tutte le strutture ricettive, operando un vero e proprio piano di rilancio che ha già visto l’hotel essere rinominato “Hotel Boite”, tornare ad essere arredato con i suoi arredi originali per affermarsi come design hotel e vedere rinnovate le sue 84 camere. Dalla scorsa estate si è proceduto anche con il rinnovamento di 45 appartamenti del Corte Residence che sono poi stati messi a disposizione dei clienti e dei lavoratori occupati nel territorio della Val Boite. Il tutto ha visto 1 milione di euro di investimento.
Nella serata si è parlato poi di quali sono i prossimi passi che la società intende fare e che vedranno già nella prossima estate delle importanti novità: “Seguendo le linee guida del Piano strategico 2023-2027 del Ministero del Turismo e della Regione Veneto abbiamo previsto l’avvio di alcune nuove attività dedicate non solo ai clienti della struttura ma aperte anche alla comunità” ha spiegato Accardo che ha continuato “oltre a proseguire con momenti culturali come il festival Teimat, giunto alla quarta edizione, gli eventi musicali, le conferenze e gli incontri, andremo a creare tra il residence e l’hotel un parco avventura integrato nel bosco, chiamato “Supercorte” giocando con il font del famoso carburante, con partenza dal residence che vedrà al suo interno anche un centro studi che possa far apprezzare al meglio ai bambini, e frequentatori del parco, cos’è la montagna e come la si vive. Altro importante investimento, che sta procedendo nell’iter burocratico, sarà quello del rinnovamento della Corte Spa con un nuovo bagno turco e una nuova sauna per gli eventi di Aufguss che amplierà l’offerta dei centri benessere di livello in provincia di Belluno”.
Lo stesso general manager ha fatto presente come tutti questi investimenti stanno dando lavoro a circa 50 persone che diventeranno 65 una volta aperti tutti questi nuovi spazi e che 4 su 6 di questi dipendenti sono locali a dimostrazione che il villaggio porta anche un beneficio diretto agli abitanti del territorio che possono vivere e lavorare restando tra le montagne più belle del mondo.
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