Si è svolta questa mattina, all’aeroporto di Lamezia Terme, la manifestazione contro il trasferimento della base operativa dei canadair allo scalo di Crotone. La manifestazione è stata organizzata da Francesco Carito e Lidia Vescio del Partito democratico, insieme a Azione, Lamezia Bene Comune, Giovani democratici, Italia Viva, Movimento 5 Stelle, PSI e Democrazia Cristiana.
L’evento nasce in risposta all’annuncio dell’amministratore unico della Sacal, Marco Franchini, che ha giustificato lo spostamento come una scelta “strategica” per ottimizzare la gestione degli aeroporti calabresi. Secondo la società di gestione, la ricollocazione dei canadair permetterebbe allo scalo di Lamezia di concentrarsi sul traffico commerciale, mentre Crotone, con un’attività minore, sarebbe più adatto ad ospitare i mezzi antincendio.
La decisione ha scatenato un’ondata di malcontento tra i cittadini e le istituzioni locali. I manifestanti hanno ribadito come la base canadair rappresenti un presidio fondamentale per la sicurezza del territorio, soprattutto in vista della stagione estiva, quando il rischio di incendi boschivi aumenta notevolmente.
Lo spostamento, potrebbe compromettere la rapidità degli interventi e creare difficoltà logistiche che penalizzerebbero l’intera regione, riducendo l’efficacia della risposta alle emergenze.
Posizione strategica
Si è anche sottolineata l’importanza di mantenere la base operativa in una posizione strategica come Lamezia. Potrebbero essere organizzate nuove iniziative e una raccolta firme per spingere le istituzioni a rivedere la decisione.
Lo spostamento della base operativa dei canadair da Lamezia Terme a Crotone potrebbe effettivamente rappresentare un problema per il territorio calabrese, soprattutto per la gestione delle emergenze legate agli incendi boschivi.
Rapidità degli interventi
Uno degli elementi più critici è la rapidità degli interventi. La Calabria è una delle regioni italiane più colpite dagli incendi boschivi, soprattutto in estate. Lamezia Terme si trova in una posizione centrale rispetto alla regione, permettendo ai canadair di coprire con maggiore efficienza sia la costa tirrenica che quella ionica, oltre alle aree montuose dell’entroterra (Sila, Aspromonte, Serre).Lo scalo di Crotone, invece, si trova nella parte orientale della regione, in una zona più periferica rispetto ai principali focolai d’incendio che, storicamente, colpiscono anche le province di Vibo Valentia, Reggio Calabria e Cosenza.
Spostare i canadair lì significherebbe aumentare il tempo di volo necessario per raggiungere determinate aree critiche, con possibili ritardi nelle operazioni di spegnimento. Lamezia Terme è servita da un aeroporto internazionale con strutture e servizi avanzati, oltre a un clima generalmente favorevole per le operazioni aeree. L’aeroporto di Crotone, pur avendo una pista idonea, è meno attrezzato e potrebbe essere più vulnerabile a condizioni meteorologiche avverse, che potrebbero influire sulla disponibilità operativa dei canadair.
Inoltre, il punto di rifornimento d’acqua è fondamentale: Lamezia ha accesso a bacini idrici importanti come il Tirreno e laghi interni relativamente vicini. Bisognerebbe valutare se da Crotone i Canadair impiegherebbero più tempo per rifornirsi e tornare a spegnere gli incendi, riducendo l’efficacia dell’intervento. Una risposta più lenta agli incendi potrebbe avere conseguenze significative sulla sicurezza di boschi, aree agricole e abitazioni, con un aumento del rischio per la popolazione e per il patrimonio ambientale e turistico della regione. Lamezia ha gestito per anni questa funzione con un sistema rodato, e cambiare sede potrebbe creare difficoltà iniziali nell’organizzazione degli interventi.
Un segnale forte
Se il motivo dello spostamento è la “razionalizzazione” della gestione aeroportuale calabrese, bisognerebbe valutare se i benefici economici superano gli svantaggi operativi. Se il trasferimento porta a un aumento del rischio incendi e a danni ambientali maggiori, allora il risparmio economico potrebbe risultare irrilevante rispetto ai costi di intervento e ripristino delle aree colpite.
La protesta di oggi ha rappresentato un segnale forte e chiaro: la comunità lametina non intende accettare passivamente lo spostamento della base canadair e continuerà a far sentire la propria voce nelle sedi opportune.
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