Dopo il boom il bitcoin si sgonfia

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Contabilità

Buste paga

 




Imagoeconomica

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Il Bitcoin, ormai sdoganato dagli investitori istituzionali e rilanciato nei mesi scorsi durante la campagna elettorale da Donald Trump, fatica a rimbalzare dopo i record di inizio anno e i recenti cali. Gli analisti citano il clima di avversione al rischio e l’assenza di catalizzatori visibili dopo il Trump rally che ha spinto la regina delle criptovalute per la prima volta sopra 100mila dollari. In particolare, lo spunto per l’ultimo record era arrivato dall’atteso ordine esecutivo di Trump, mostratosi tuttavia evasivo sulla possibilità di creare una riserva strategica in Bitcoin, il tema che interessa di più agli investitori.

Il Bitcoin è così tornato a rappresentare un “caso” nel vasto universo degli investimenti finanziari. La criptomoneta è crollata nell’ultima settimana di circa il 14%, mentre dai massimi di 109.300 dollari alle quotazioni di ieri, con un minimo sotto 80.000 dollari, il calo è stato di oltre il 25%.

Niente di nuovo dopo tutto per un asset finanziario che ha conosciuto ben altri scossoni. Inoltre, non si conoscono investimenti senza rischi, come si suol dire «il pasto gratis non esiste». Tuttavia a differenza delle altre attività, non è ancora chiaro per il Bitcoin quali siano le sue correlazioni. Solo pochi mesi era stato addirittura definito un “bene rifugio”, come lo è ad esempio l’oro (che infatti sta macinando record) mentre oggi la criptovaluta viene accostata all’azionario statunitense, un tipico asset rischioso.

Gli exchange traded fund (Etf) che replicano il Bitcoin hanno visto una settimana record di deflussi, che ammontavano a 2,7 miliardi di dollari alla chiusura del mercato di giovedì. Non è andata meglio sul fronte della reputazione. Bybit, uno dei principali exchange di criptovalute, è stato hackerato nei giorni scorsi per un valore di 1,5 miliardi di dollari, in quello che è considerato il più grande furto di criptovalute della storia. «Il passato ci insegna che il prezzo potrebbe ancora scendere da qui. In genere, nei mercati toro dei Bitcoin si verificano ritracciamenti del 25-35% prima di trovare una base e iniziare la successiva fase di rialzo», afferma Simon Peters, crypto markets analyst di eToro. «Un ritracciamento del 35% porterebbe il prezzo a 70.000 dollari. Non dico che il prezzo scenderà sicuramente così tanto, ma è possibile». «Sebbene sia comprensibile che gli investitori possano sentirsi spaventati dalla volatilità, i ritracciamenti nel prezzo di qualsiasi asset class o strumento sono normali e attesi, e dovremmo ricordare che siamo ancora in rialzo del 70% circa rispetto a questo periodo dell’anno scorso», sostiene Peters, secondo cui il calo delle quotazioni può anche rappresentare un’opportunità.

Secondo Geoffrey Kendrick, responsabile della ricerca sugli asset digitali per una grande banca come Standard Chartered, il Bitcoin raggiungerà quest’anno la soglia dei 200.000 dollari, per poi salire ulteriormente fino a 500.000 dollari nei prossimi anni. «Man mano che il settore diventa più istituzionalizzato, dovrebbe essere più sicuro», ha detto Kendrick a chi gli chiedeva conto del recente scivolone della criptovaluta.

Le previsioni rilasciate ieri da Derive.xyz, una piattaforma internazionale di opzioni, sono più prudenti. Secondo i suoi strategist, «c’è il 44% di probabilità che il BTC si stabilizzi sotto gli 80.000 dollari entro la fine di giugno, in aumento rispetto al 25% di appena una settimana fa», mentre «la probabilità che il Bitcoin raggiunga i 150.000 dollari entro il 30 giugno è diminuita in modo significativo, attestandosi ora al 3,5%, in calo rispetto al 9,5% della settimana scorsa».

Per Kendrick, tuttavia, il crescente utilizzo delle criptovalute da parte delle istituzioni, unito a una certa «chiarezza normativa» negli Stati Uniti, dovrebbe portare a una minore volatilità nel tempo. Secondo l’esperto «il calo delle valute digitali è dovuto in generale all’incertezza sui dazi» e sulle trattative per mettere fine a guerre «importanti, come quella tra Russia e Ucraina e quella tra Israele e Gaza. Gli asset rischiosi non amano l’incertezza, ed è quello che abbiamo visto. Abbiamo visto i titoli tecnologici negli Stati Uniti scendere». Ma si aspetta che «le prospettive miglioreranno più avanti nel corso dell’anno, in quanto i trader attendono sviluppi normativi chiave nel settore, come le nuove norme sulle stablecoin e sulla lotta al riciclaggio di denaro».

Carta di credito con fido

Procedura celere

 





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link