Certa Stampa – Il COR(ro)SIVO / A CHE STADIO È LA DESTRA TERAMANA?

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Con la gianguideria in caduta precipitosa e colpevole di mille malanni, divisa al suo interno, decadente e inconcludente, amletica nelle decisioni, tartarughesca a decisioni prese, auto-elogiativa e selfista per vocazione, con un sindaco a cui manca solo di farsi fotografare a petto nudo sopra una trebbiatrice (la trovata di far benedire con l’acqua santa l’avvio della demolizione-ricostruzione di una scuola sarebbe geniale, se non fosse ridicola) avrebbe davanti a sé uno spazio illimitato di critica, di opposizione, di proposizione e di proposte alternative. Ma invece no, la destra teramana in anni di sterile opposizione non ha avuto una sola idea geniale che è una, non ha avanzato una proposta valida che è una. Ha brillato, al contrario, per idee e proposte bizzarre, al limite dell’inconcludenza. Ultimamente ha sposato la tesi che i moduli provvisori del Delfico provvisorio debbano essere piazzati al centro della città, non in periferia, e, perciò andrebbero piazzati sull’area del vecchio comunale. Non so capire perché tanti a Teramo abbiano in odio quell’area, tanto che molti si sono resi responsabili del degrado da manutenzione che la immalinconisce, e che viene preso a pretesto per proporne la distruzione o l’occupazione con destinazioni d’uso diverse da quella originale. La destinazione sportiva venne sancita all’atto degli espropri delle aree, appartenenti a più proprietari e tale deve restare, non solo per consuetudine, ma per razionale scelta. In molte città del nord al centro delle città e dei villaggi insistono campi sportivi polifunzionali a beneficio e a disposizione dei giovani e delle scuole. È un piacere vederli di pomeriggio occupati da decine e decine di giovani che sgambettano, corrono, si educano, si divertono. A Teramo no, quell’area dà tanto fastidio che la destra teramana di Brucchi voleva occuparla con un teatro e fabbricati di civile abitazione e la destra di oggi – non posso dire di Antonetti, perché io Antonetti me lo ricordo ancora come probabile candidato sindaco di sinistra poi sostituito con Befacchia – vuole occuparla con moduli provvisori, che tutti sanno diventerebbero definitivi, di un Delfico provvisorio che tutti sanno diventerebbe definitivo, costituendo l’alibi perfetto di chi si accinge già a dire che, risolto il problema, si può fare tutto con comodo nell’adeguamento del Delfico vecchio. Così per decenni avremo un Delfico nuovo, in scatole di legno e compensato, al posto del Delfico vecchio di mattoni e cemento, che sarà lasciato deperire sempre di più nell’attesa di un intervento di cui non si percepisce nemmeno l’ombra di un inizio. Nessuno ha chiesto il dissequestro, nessuno ha dato il via ai lavori, nessuno ha detto quando ci saranno i progetti definitivi di adeguamento e di ricostruzione, nessuno ha precisato i tempi di inizio e di durata degli interventi. Intanto con la proposta di piazzare i moduli provvisori del Delfico di cartongesso sull’area del vecchio comunale, si mette un sasso gigantesco sul percorso di riqualificazione dell’area, per la quale ci sono soldi a disposizione e solo la tartarughesca gianguideria non dà il via all’operazione, consentendo così alla destra teramana di bypassare tutto con la bislacca proposta per la quale ha addirittura avviato una raccolta di firme, per la verità iniziata con il clamore delle grancasse da circo equestre e poi spentasi via via nel silenzio delle cose inutili e senza senso.
La destra teramana, che di destra non ha nulla, che ha perso ogni elemento caratterizzante di quella che dovrebbe e potrebbe essere la destra sociale, che è diventata una democristianeria tra le più vergognose, blatera e balbetta quando basterebbe una sola parola sensata e ben detta per mettere in difficoltà Gianguido I monarca di San Nicolò, al quale invece costruiscono ponti d’oro con la loro inconcludenza sedicenti politici che si sono collocati a destra ora che la destra governa – ma altrove, non qui, e non qui per loro colpa – ma che erano collocati decisamente distanti quando la destra non governava.
Basterebbe una sola idea, una sola, ma intelligente e geniale per creare una svolta, e invece la destra teramana continua a meritarsi le sconfitte alle quali dovrà abituarsi se continuerà a caratterizzarsi con la propria inconcludenza. Ridotti al ruolo di comparse, gli uomini della destra teramana non saranno mai protagonisti, e, anche se non devono fronteggiare giganti, resteranno sempre pigmei.
ELSO SIMONE SERPENTINI



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