CRIMINALITà
In quattro anni le denunce delle imprese aumentate del 54,4%, e 2 reati su 5 legati a queste attività avvengono sul web
I reati informatici nel Bresciano ai danni delle imprese sono cresciuti di oltre il 50% in quattro anni. Dal 2019, quando i casi denunciati erano 5.245, si è passati agli oltre 8mila del 2023 (8.096), con una crescita del 54,4%: il dato è contenuto in uno studio di Confartigianato relativo ai reati informatici, che in Italia sono saliti dai 228mila del 2018 ai 332mila del 2023, con una crescita del 45,5%.
Attacchi hacker a Brescia: boom di reati informatici
Senza contare gli attacchi non andati a buon fine e quelli che non vengono denunciati. A livello regionale, il maggior numero di denunce riguarda imprese lombarde (sono 61.538 nel 2023), seguite da Lazio (quasi 35mila denunce) e Piemonte, con circa 30.500 e dalla Campania, con 28mila. In Lombardia, i reati sono cresciuti del 7,6% sul 2022 e di oltre il 45% rispetto al 2018, quando le denunce erano state 42.304. Nell’arco dell’ultimo quadriennio i reati informatici, registrano aumenti sopra la media per Toscana (+88,3%), Veneto (+63,7%), Marche (+56,0%), Puglia (+54,7%), Lazio (+53,2%), Emilia-Romagna (+53,0%) e Piemonte (+47,0%). Tra le province tali reati sono triplicati a Barletta-Andria-Trani (+209,1%) e più che raddoppiati a Livorno (+140,4%), Rieti (+129,7%), Monza e Brianza (+127,7%), Verona (+125,5%), Fermo (+117,0%), Lodi (+116,8%), Grosseto (+116,6%), Arezzo (+107,8%), Firenze (+107,5%) e Ascoli Piceno (+104,3%). Nel dettaglio i reati in esame sono per il 91% composti da truffe e frodi informatiche (ad esempio il phishing e l’alterazione del regolare funzionamento di un sistema informatico o telematico) e per il restante 9% di delitti informatici, come accessi abusivi, danneggiamento mediante apparecchiature, dispositivi o programmi informatici e detenzione e/o diffusione abusiva di codici di accesso.
Tendenza consolidata
L’aumento dell’ultimo anno consolida una tendenza alla crescita di lungo periodo dei reati informatici denunciati all’autorità giudiziaria in Italia. Tra il 2019 e il 2023 i reati informatici salgono del 45,5%, un tasso ampiamente superiore al +10% del totale dei delitti inerenti all’attività d’impresa. A seguito di tale dinamica, il peso dei reati informatici sul totale dei delitti d’impresa sale dell’8,7% rispetto al 26,8% del 2019. Per quanto riguarda i delitti inerenti all’attività d’impresa (furti in esercizi commerciali, in auto in sosta, di automezzi pesanti trasportanti merci e di autovetture, rapine in banca, in uffici postali, estorsioni, truffe e frodi informatiche, delitti informatici, contraffazione di marchi e di prodotti, usura, danneggiamenti e contrabbando), a Brescia quelli informatici valgono il 40,8% del totale, contro una media nazionale del 35,5%. «La crescita dei reati informatici segnala la necessità di intensificare le misure di sicurezza dei sistemi informativi e dei dati delle imprese, affrontando la sfida del difficile reperimento di personale con competenze di cybersicurezza», segnala Confartigianato.
Non mancano i problemi
Ma non mancano i problemi: secondo la rilevazione di Eurobarometro sulle cyberskill della Commissione europea, oltre un quinto (22,8%) delle imprese italiane segnala la difficoltà nel trovare personale con le giuste competenze in materia di sicurezza informatica, superiore del 10,8% alla media UE del 12% e superiore all’11,4% della Germania, al 6,8% della Spagna e al 5,7% della Francia. E Excelsior nota come nel 2023 risulta difficile da reperire il 69,9% delle entrate di progettisti e amministratori di sistemi. «I reati informatici a danno delle nostre imprese sono certamente in aumento, soprattutto negli ultimi mesi, quando si sono intensificati gli attacchi provenienti da hacker russi – spiega Eugenio Massetti, presidente di Confartigianato Brescia e Lombardia e vice presidente vicario nazionale -. Abbiamo preso accordi con le forze dell’ordine per segnalare tempestivamente gli attacchi, ma non passa giorno che qualche azienda non venga colpita: lavoriamo per intensificare la cultura della prevenzione, ma non è semplice, soprattutto per le aziende più piccole».
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