“Tutte menzogne, le accuse hanno una regia”

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 


“Le accuse che mi sono state mosse non sono veritiere. Non ho mai chiesto soldi a Zannini ne a persone lui vicine. L’unica cosa che volevo da lui erano delle scuse messe per iscritto”. Sono le dichiarazioni rese nel corso del suo esame Francesco Tiberio La Torre, cugino del boss Augusto La Torre, alias Puntinella, accusato di tentata estorsione nei confronti del consigliere regionale Giovanni Zannini e nei confronti degli imprenditori Alfredo Campoli e Pasquale Campoli, rispettivamente padre e figlio.

Dinanzi alla prima sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta da Giovanni Caparco, con a latere Francesco Maione e Patrizia Iorio, l’ex boss mondragonese ha spiegato che “le accuse dei Campoli hanno una regia. Non sono dei pazzi mi hanno accusato per un motivo di riverenza nei confronti di Zannini. Posso ipotizzare che Gianni ha orchestrato ogni cosa per non avvallare il fatto che mi doveva delle scuse che io pretendevo che fossero per iscritto per la vicenda di mio figlio e lui si è inventato tutta questa storia con la complicità dei Campoli”.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

La Torre ha spiegato l’antefatto che vede coinvolto suo figlio Antonio e Zannini e di una ‘spedizione punitiva’ commissionata ai danni di Antonio da alcuni esponenti del clan Fragnoli nei confronti del figlio dopo il diverbio sul Lido Cin Cin di proprietà del consigliere regionale. L’ex boss ha spiegato la vicenda legata alla mancata comparizione di Zannini in un procedimento a suo carico tanto che non avendo la possibiltà di procedere con il rito abbreviato, bensì con l’ordinario incassando una condanna all’ergastolo. “Mi lamentai con mio figlio dell’accaduto e solo anni dopo scoprii che mio figlio si recò da Zannini sul lido nel corso di una grande festa dove erano presenti anche esponenti del clan come Giacomo Fragnoli, alcuni attuali collaboratori di giustizia come Donato Pagliuca, Cascarino e che mio figlio Antonio lo schiaffeggiò. Poi fu aggredito tanto da riporare una ferita alla testa. Seppi anche che quando mio figlio si allontanò Zannini disse che voleva soddisfazione. Il giorno dopo l’accaduto quattro persoe tra cui Salvatore Pagliuca, un altro soprannonimato a zannella e Giacomo Fragnoli che volevano fare del male a mio figlio, volevano sparargli. Andai nel febbraio 2023 a casa di Zannini, ci salutammo, ci abbracciammo e io gli dissi che certe cose non le facevo più e gli chiesi perchè aveva mandato delle persone a casa mia che volevano sparare ad Antonio. Lui negò. Nel mese di marzo dello stesso anno incontrai Giacomo Fragnoli e mi disse che di quella cosa non c’entrava nulla. Quando ho incontrato Gianni al bar non ho mai utilizzato un tono minaccioso. Mi ha denunciato perchè non mi ha voluto chiedere scusa e si è avvallato della complicità di chi un tempo era mio amico. Io sono amico di Alfredo Campoli ancor prima della sua amicizia con Zannini”.

La Torre ha chiarito che sulla storia di Zannini col figlio lui ci aveva messo una pietra sopra e che Alfredo Campoli gli aveva promesso un confronto proprio il giorno del suo compleanno per porre definitivamente fine a questa vicenda con le scuse di Zannini per la spedizione punitiva. Un appuntamento che però non ci fu. La Torre ha chiarito della confessione fatta ad Alfredo Campoli di voler denunciare Zannini per la vicenda della spedizione punitiva sentendosi preso in giro per le scuse da parte di Zannini che non arrivavano.

“Il giorno della denuncia io ha incontrato Pasquale Campoli in un bar e non ho chiesto nulla. Nessuna richiesta estorsiva. Abbiamo parlato della sua ex fidanzata. Era il compleanno del padre e proprio Alfredo mi disse che in quell’occasione dovevamo parlare con Zannini per le scuse. Nessuno si presentò. Andai a casa di Gianni per sapere perchè non si era presentato dopo andai da Pasquale a casa. Non ero armato e mi recai da lui solo per sapere del mancato appuntamento”. L’imputato ha chiarito anche la lunga amicizia che lo legava ad Alfredo Campoli tanto da aiutarlo spontaneamente in termini economici dandogli, 2500 euro, 1500 euro e 1000 euro.

“Alfredo di certo non aveva paura di me io gli confidai anche che avevo il cuore spezzato per una lunga relazione extraconiugale finita e lei era nata il 6 gennaio, ecco il riferimento alla befana che mi aveva portato solo cenere e carbone. Alfredo era mio amico e proprio perchè era mio amico e io gli volevo bene che all’epoca non pagava le estorsioni visto che mio cugino Augusto voleva fare tabula rasa. Mi chiese anche delle cose, di intimidire i Landolfo che avevavo acquistato una fabbrica all’asta che loro volevano e io mi rifiutai perchè ho abbandonata la mia vita passata”. Si torna in aula nel mese di aprile per la requisitoria del sostituto procuratore della Dda di Napoli Roberto Patscot.

Nel collegio difensivo sono impegnati gli avvocati Carlo De Stavola, Elisabetta Carfora, Giovanni Zarrillo per La Torre; Angelo Raucci per Zannini. Il Comune di Mondragone si è costituito parte civile con l’avvocato Francesco Melone.



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Assistenza per i sovraindebitati

Saldo e stralcio

 

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link