Terra dei Fuochi, i nodi legati allo smaltimento dei rifiuti sversati illegalmente

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Nelle ultime settimane, il commissario Ciro Silvestre, incaricato dal Ministero per il Patto della Terra dei Fuochi, ha condotto una serie di incontri e iniziative sul territorio, affrontando i nodi critici legati alla gestione e alla rimozione dei rifiuti sversati illegalmente in questa vasta area della Campania. I temi emersi, nel corso di un incontro alla Prefettura di Napoli,  sono molteplici e interconnessi, evidenziando una situazione complessa che richiede interventi coordinati e risorse adeguate. Di seguito, un’analisi dettagliata delle principali problematiche e delle proposte avanzate.

1. La carenza di risorse nei comuni

Uno dei problemi più urgenti è la grave carenza di risorse finanziarie che affligge molti comuni della Terra dei Fuochi. Questa mancanza limita la capacità delle amministrazioni locali di rimuovere tempestivamente i rifiuti abbandonati lungo le strade o in aree pubbliche e private, esponendo il territorio al rischio di combustione illegale. Spesso, i comuni si trovano a dover anticipare i costi per la rimozione dei rifiuti, senza poi poter recuperare le somme spese, a causa dell’incapienza dei responsabili o di contenziosi giudiziari.
Per ovviare a questa situazione, si è proposta l’adozione di iniziative normative che definiscano i fabbisogni standard per i singoli comuni, basandosi su una ricognizione delle esigenze di spesa per la rimozione dei rifiuti. Inoltre, si è suggerito di destinare i proventi delle sanzioni per illeciti ambientali alla creazione di un fondo specifico per la rimozione dei rifiuti nella Terra dei Fuochi.

2. Il peso della rimozione sulla raccolta differenziata

Un altro tema delicato riguarda l’impatto della rimozione dei rifiuti abbandonati sul calcolo della percentuale di raccolta differenziata. Si è proposto di riconfermare le regole specifiche già previste nel Protocollo del 2013, che escludevano dal conteggio della raccolta differenziata i rifiuti rimossi dai siti di abbandono. Questa misura, se ripristinata, potrebbe alleggerire il carico sui comuni e incentivare una gestione più efficace dei rifiuti.

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3. Conflitti di competenza tra enti

La rimozione dei rifiuti abbandonati lungo le strade è complicata dai numerosi conflitti di competenza tra i vari enti coinvolti. La materia è regolata da due normative distinte: il D.Lgs. 152/06, che disciplina la gestione dei rifiuti, e il Codice della Strada (D.Lgs. 285/92), che attribuisce la responsabilità della pulizia delle strade agli enti proprietari. Questo dualismo normativo crea difficoltà operative, soprattutto quando l’ente proprietario della strada non è il comune (ad esempio, ANAS o la Città Metropolitana).
Per affrontare questa criticità, è stato attivato un “Accordo di Collaborazione istituzionale” nel 2023, che prevede un supporto finanziario temporaneo da parte della Regione per far fronte alle emergenze ambientali e di sicurezza pubblica. Tuttavia, è necessario un assetto definitivo che chiarisca le competenze e garantisca una gestione più efficiente.

4. Rimozioni speditive e circolari prefettizie

Nel 2024, sono state emanate due circolari prefettizie per regolamentare le rimozioni speditive di rifiuti lungo le strade. La prima circolare ha avviato una sperimentazione di azione coordinata tra comuni e altri enti proprietari di strade, basata su un modello sviluppato dalla Città Metropolitana di Napoli. La seconda circolare, invece, ha invitato i comuni a monitorare costantemente i micro-abbandoni e a intervenire tempestivamente per rimuovere i cumuli di rifiuti recenti, potenziali punti di innesco di roghi.

5. Sinergie con i consorzi obbligatori

Un’altra iniziativa importante riguarda il rafforzamento delle sinergie con i consorzi obbligatori, come Ecopneus per il ritiro degli pneumatici esausti e Polieco per il riciclo dei rifiuti in polietilene. Questi protocolli hanno permesso ai comuni di risparmiare sui costi di smaltimento e di promuovere l’economia circolare. Tuttavia, è necessario trovare nuove fonti di finanziamento per sostenere queste attività, data la progressiva riduzione delle risorse disponibili.

6. Accesso alle isole ecologiche

Si è inoltre affrontato il tema dell’accesso alle isole ecologiche da parte dei cosiddetti “svuota-cantine”, operatori che raccolgono rifiuti ingombranti su delega dei cittadini. Per agevolare questa pratica, si è proposta l’istituzione di albi volontari per gli svuota-cantine e l’apertura straordinaria delle isole ecologiche durante la stagione estiva, al fine di prevenire i roghi.

7. Siti storici di accumulo di rifiuti

Infine, il Prefetto di Napoli ha segnalato al Ministero dell’Ambiente la situazione critica di alcuni siti storici di accumulo di rifiuti, come il campo nomade di Cupa Perillo a Scampia e alcune zone di Giugliano in Campania. Queste aree, caratterizzate da un degrado ambientale ormai cronico, richiedono interventi straordinari per essere bonificate e restituite alla collettività.

La dichiarazione del sindaco di Crispano, Michele Emiliano

Il sindaco di Crispano, Michele Emiliano, delegato dal presidente di Anci Campania, Carlo Marino al tavolo in Prefettura di Napoli, ha sottolineato l’importanza di aumentare i controlli sulle aziende per contrastare i fenomeni di illegalità diffusa. «Tutto era incentrato sulle attività segnalate con la sentenza della CEDU sulla Terra dei Fuochi», ha dichiarato Emiliano. «Ho evidenziato per conto dei comuni le difficoltà ad operare, anche a causa della ristrettezza dei comandi e delle scarse risorse di bilancio. È necessario un impegno congiunto di tutte le istituzioni per affrontare questa emergenza e restituire dignità al nostro territorio».



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