Ci ricolleghiamo ad un articolo firmato da Giorgio Valleris pubblicato su Libero, per tornare a parlare di multe, sanzioni o in alcuni casi “gabelle”.
Nell’articolo si cita un post pubblicato dall’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, che ricordiamo dal 2016 al 2021 aveva la delega anche alla Mobilità e ha spinto pesantemente perchè venissero costruite nuove ciclabili, a prescindere dalla bontà del progetto (i cittadini milanesi ricordano in particolar modo quelle di viale Certosa e di Corso Buenos Aires). Questo cita testualmente: “Sempre più persone usano la bicicletta per muoversi in città, e le ciclabili sono sempre più utilizzate, ma dobbiamo fare in modo che vengano rispettate maggiormente per la sicurezza dei cittadini”. Proprio per questo le multe ai veicoli in sosta sulle ciclabili, che nel 2022 erano state 1.481, nel 2023 sono salite a 3.581 (+142%). Questo ci sembra legittimo, parcheggi sulla ciclabile, quindi ti multo. Certo sarebbe stato utile in fase di progetto pensare anche a dove mettere, almeno una parte, delle migliaia di macchine che si sono viste sottrarre lo spazio di sosta, oppure un maggior numero di stalli per il carico/scarico, in una città che vive di consegne tramite corriere e di attività commerciali legate al cibo (quindi con approvvigionamenti giornalieri), ma questo è un problema degli automobilisti mica degli assessori.
Dallo scranno di Palazzo Marino si citano anche un’altra serie di numeri, come i 4 milioni di multe del 2023, ben 1 milione in più del 2022, con lo scopo di diminuire il numero di vittime, che però c’entrano poco, con la tipologia di sanzioni, come quelle citate in un altro post e riguardanti le multe per Area B e Area C (parliamo di quasi 2 milioni di verbali per il 2023, ben 745.000 in più rispetto al 2022).
Quello che non torna a Valleris, a noi, a gran parte dei cittadini milanesi e a chi circola quotidianamente per la metropoli lombarda, riguarda il numero di contravvenzioni fatte ai ciclisti (e noi aggiungiamo anche chi fa uso del monopattino). Per questi le regole non esistono?
Offriamo da bere a chi abbia mai assistito, visto o semplicemente sentito parlare di multe fatte agli utenti di questi mezzi.
Attraversa con il rosso è una consuetudine, andare in contromano capita (spesso), lasciare monopattini e biciclette sul marciapiede parcheggiati come capita, una spiacevole abitudine. Se poi aprissimo un discorso sui riders che fanno le consegne (0 luci, biciclette a pedalata assistita manomesse che viaggiano come schegge e che dei pedali ne possono fare a meno), il discorso prenderebbe la forma della Divina Commedia di Dante!
Nel 2014 gli incidenti in bicicletta erano 11,8% del totale, nel 2021 la percentuale è cresciuta a 16,8%, nel comune di Milano ha significato che dei 7.465 sinistri registrati (numero inferiore alla media dei sei anni precedenti la pandemia), 1.251 sono quelli che hanno interessato le bici. Questo valore è il più alto del periodo 2014/21. Quindi l’equazione meno auto in circolazione, più multe, più ciclisti che possono usufruire di piste ciclabili a loro dedicate ma anche più incidenti che li coinvolgono, andrebbe rivista o almeno affrontata in maniera differente.
Le sanzioni dovrebbero riguardare tutti, dall’automobilista al furgone delle consegne, al motociclista così come al ciclista o a chi usa il monopattino. Queste due ultime categorie a quanto pari sono esenti da sanzioni, o ne sono oggetto ma in maniera davvero limitata.
La viabilità, per come è stata concepita, con la realizzazione di piste ciclabili e marciapiedi allargati oltre misura, non ha tenuto conto di aspetti importanti per una città come Milano, che vive di consegne a domicilio e atavica mancanza di parcheggi (auto e moto), che negli ultimi anni sono scomparsi, obbligando la gente a parcheggiare dove capita (ciclabili comprese), rendendo le strade sempre più pericolose.
Gli spazi e le carreggiate modificate di recente sembrano tenere conto solo di una “viabilità da città ideale”, senza comprendere che su quelle strade circolano anche mezzi di soccorso, camion da cantiere pullman turistici, e che se uno stabile deve fare dei lavori di ristrutturazione o semplicemente un trasloco, deve poter contare su spazi adeguati. Tutto questo porta delle problematiche agli utenti deboli, come i ciclisti, e io ci aggiungo anche i motociclisti (categoria che l’attuale amministrazione non considera assolutamente).
Volete diminuire gli incidenti che riguardano gli utenti delle due ruote, rivedete la strategia e parlate di più con chi la città la vive sulla strada e non osservando una planimetria poggiata sulla scrivania.
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