Come ogni anno, sono state prodotte le pagelle del ministero in ambito sanità. Da queste è emerso che solo 13 regioni sono oltre la sufficienza in tutti i parametri di monitoraggio dei sistemi essenziali di assistenza sanitaria (Lea). C’è chi ha espresso orgoglio per i risultati e chi, come Attilio Fontana, ha definito le classifiche “inaccettabili” e “penalizzanti”.
Pagelle sanità: Italia a due velocità
Se c’è un dato che conferma la netta divisione tra Nord e Sud in termini di efficienza, quello è la sanità. Anno dopo anno si confermano alcune gravi lacune in diversi parametri del rapporto definitivo del “Sistema di garanzia 2023” del ministero della Salute.
Per le macro aree di valutazione, ovvero Prevenzione, Distrettuale e Ospedaliera, risultano tra le peggiori le regioni di: Abruzzo, Basilicata, Sicilia, Valle d’Aosta e Calabria. Le migliori, invece, si trovano nel Nord Italia e sono Veneto, Toscana, Emilia-Romagna, Provincia autonoma di Trento e Piemonte.
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Scala la classifica il Veneto, di cui Luca Zaia si è dichiarato orgoglioso. Infatti, per la sanità la regione è prima a livello nazionale. Le pagelle confermano un modello sanitario di eccellenza per organizzazione territoriale e cure ospedaliere. Il presidente della regione ha ringraziato gli operatori del settore che rendono questo possibile, dai medici agli infermieri, dai tecnici al personale amministrativo.
Le regioni promosse e quelle bocciate
Le pagelle possono variare molto di anno in anno, come la Lombardia fuori dalla top five e il Lazio che si è piazzato al 13esimo posto. In generale, però, il servizio sanitario nazionale risulta in miglioramento, almeno nell’area Ospedaliera.
Peggiora invece l’area Distrettuale e quella della Prevenzione, due delle macro aree della valutazione. Le regioni promosse in tutti e tre i settori sono Piemonte, Lombardia, Provincia autonoma di Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia e Sardegna. Le altre otto ottengono l’insufficienza in almeno un’area.
Poi ci sono le regioni bocciate in due delle macro aree. Per Distrettuale e Ospedaliera, la Valle d’Aosta; per Prevenzione e Distrettuale l’Abruzzo, la Calabria e la Sicilia; per la Prevenzione la Provincia autonoma di Bolzano, la Liguria e il Molise; per il solo Distrettuale la Basilicata.
Fontana all’attacco
Al presidente della Regione Lombardia, la pagella non è piaciuta. Attilio Fontana ha attaccato i parametri indicati, descritti come inaccettabili. Secondo Fontana, infatti, avrebbero creato una classifica fondata su parametri inappropriati e che erano già stati definiti come sbagliati.
Fontana reagisce con forza alle pagelle, utilizzando anche termini duri, ma il dubbio viene spontaneo. Infatti, la Regione Lombardia è calata nella classifica, uscendo dalla top five, ma secondo la rivista Newsweek il miglior ospedale d’Italia è il Niguarda, così come nella top ten ben cinque sono proprio lombardi. Secondo Fontana qualcosa non torna.
Da qui la critica alla classifica: “Sono dati che si fondano su questioni che non c’entrano niente, codici interpretabili in diversi modi, tra diverse aziende sanitarie e regioni. Non può essere questo il metodo di giudizio del funzionamento della sanità”, ha spiegato. Per poi aggiungere che queste sono tutte “pu***nate” che vanno a penalizzare la Lombardia.
Fonte foto: ANSA
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