La Sicilia è la seconda peggior regione italiana nel rapporto tra popolazione e numero di musei presenti sul proprio territorio
La Sicilia è la seconda peggior regione italiana nel rapporto tra popolazione e numero di musei presenti sul proprio territorio.
A tracciare la statistica è un rapporto riguardante i beni culturali proposto dall’Istat. Dallo studio è emerso che circa 4 strutture su 10 si trovano poi in aree interne, quelle che proprio in Sicilia sono ricche di monumenti e che risultano tra le meno valorizzate.
I numeri
Numeri alla mano, nel 2022 (ultimo dato disponibile, ndr), delle 4.416 strutture aperte al pubblico tra musei, gallerie, aree archeologiche e monumenti e complessi monumentali pubblici e privati presenti in Italia, ben 1.740 (39,4%, ndr) risultavano localizzate nei Comuni delle Aree Interne.
I Comuni delle Aree Interne con almeno un museo, un monumento o un sito archeologico sono 1.110, pari al 29,0% dei Comuni appartenenti a questo insieme e al 14,0% del totale dei Comuni italiani. E in questa speciale classifica, la Sicilia risulta penultima regione italiana, dietro solo alla Puglia, per la valorizzazione di questi siti e per la presenza di musei in rapporto alla popolazione, che nella maggioranza di questi centri risulta inferiore ai 5mila abitanti.
Le Aree Interne sono diffuse soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno, con 1.718 Comuni pari al 44,8% del totale nazionale, concentrati in Basilicata, Sicilia, Molise e Sardegna. Nel Centro-Italia, si contano 532 Comuni, soprattutto nel Lazio e in Toscana, mentre nel Nord-ovest e nel Nord-est i Comuni appartenenti alle Aree Interne sono il 41,3% del totale (1.584). La Lombardia e il Piemonte sono tra le regioni italiane con il maggior numero di Comuni in Aree Interne.
La frammentazione
In queste aree risultano presenti e aperti al pubblico un luogo del patrimonio culturale ogni 100 km2, e 1,3 ogni 10mila residenti. Nella maggioranza dei casi si tratta di gallerie d’arte e collezioni artistiche (77,9%); meno diffusi i monumenti storici musealizzati (13,9%) e le aree archeologiche (8,2%).
I luoghi del patrimonio delle Aree Interne sono soprattutto musei etno-antropologici (19,2%), archeologici (17,6%), di scienze naturali o tecnologiche (17,0%) e musei tematici (14,9%). Tra i complessi monumentali, prevalgono castelli e costruzioni fortificate (35,7%), e chiese ed altri edifici religiosi (33,2%).
“Le regioni più ricche di strutture sono la Toscana, la Sardegna, l’Emilia-Romagna e la Lombardia, seguite dalla Sicilia, dalle Marche e dal Piemonte. Insieme, queste sette regioni ospitano il 55,9% delle strutture situate nelle Aree Interne”, spiega l’Istat.
Analizzando il numero di luoghi del patrimonio in relazione agli abitanti dei Comuni appartenenti alle Aree interne, a fronte di una media nazionale pari a 2,7 luoghi del patrimonio culturale ogni 10mila persone residenti, alcune regioni si distinguono per una densità molto superiore a tale valore.
In Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste si contano ben 13 strutture ogni 10mila abitanti, in Piemonte 6,5 e in Friuli-Venezia Giulia 6,3. Anche la Liguria (5,5), le Marche (5,2) e la Sardegna (5,1) si caratterizzano per una densità dell’offerta culturale molto superiore. Seguono Provincia di Trento, Molise e Provincia di Bolzano/Bozen con valori tra 3,5 e 4,8 musei ogni 10mila abitanti. Male la Sicilia, dove la percentuale si ferma addirittura all’1,2. Peggio fa soltanto la Puglia (0,7).
Lo sottolinea proprio l’Istituto, spiegando che “le Aree Interne di Sicilia ed Emilia-Romagna, pur vantando un buon numero di luoghi del patrimonio culturale, per quanto riguarda la loro densità in rapporto alla popolazione, si posizionano al di sotto della media nazionale.”
Il boom di visitatori
E i dati dei visitatori sono molto incoraggianti. Nel 2022, hanno scelto di visitare luoghi del patrimonio culturale delle Aree Interne circa 13,8 milioni di persone: il 12,8% del totale dei visitatori dell’intero patrimonio culturale italiano. Mediamente ogni struttura delle Aree Interne ha registrato oltre 8mila visitatori, a fronte di un valore medio annuo di circa 25mila visitatori a livello nazionale.
Significativa la quantità di visitatori stranieri – quasi 4,3 milioni, pari al 31% del pubblico totale dei luoghi del patrimonio nelle aree Interne – ma inferiore a quella rilevata a livello nazionale, che raggiunge il 41%.
Nell’anno di riferimento, i luoghi del patrimonio culturale delle Aree Interne hanno registrato in media oltre 8mila visitatori per struttura, con punte eccezionali in alcune regioni come la Sicilia. Tradotto: nonostante l’ottimo dato riguardante i visitatori e le ricchezze culturali che ha da offrire l’Isola, i musei da visitare sono ancora troppo pochi.
Campania, Sicilia e Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste si distinguono, infatti, per valori superiori alla media: più di 16.000 presenze per sito. A seguire Trentino-Alto Adige, Toscana, Lombardia, Veneto e Basilicata, che presentano, nell’ordine, i valori medi più elevati. Più complesso invece l’accesso alle strutture dei Comuni Ultraperiferici, che accolgono solo il 6,3% del totale dei visitatori delle Aree Interne, circa 840mila visitatori: mediamente poco più di 4mila per struttura.
Quello legato al turismo è un aspetto fondamentale per le aree interne, come raccontano i progetti inaugurati anche in Sicilia tra Nebrodi e Madonie. Questo per via delle statistiche che raccontano di un costante e inesorabile spopolamento in atto connesso con l’invecchiamento della popolazione.
Dal 2014 al 2024, infatti, la popolazione residente nelle Aree interne è diminuita del 5,0% (da 14 milioni a 13 milioni e 300mila individui), mentre quella dei Centri solo dell’1,4%. L’indice di vecchiaia, cioè il rapporto tra la popolazione ultra-sessantacinquenne e quella fino a 14 anni di età, è 225 nei Comuni Periferici e 243 in quelli Ultra-periferici a fronte di un valore medio nazionale di 200.
I siti più visitati: top tre per la Sicilia
Non a caso, nel report tracciato da Istat i principali siti per numero di visitatori appartengono proprio alla Sicilia. Tra le 10 strutture più visitate dei Comuni delle Aree Interne spiccano alcuni dei più prestigiosi siti archeologici ed edifici storici del Mezzogiorno.
Primato per il Teatro Greco Romano di Taormina, del quale abbiamo parlato in altri recenti approfondimenti del QdS a proposito dei numeri del turismo in Sicilia. A seguire il Parco archeologico di Segesta e di Piazza Armerina.
In Campania spazio per il Parco archeologico di Paestum e per Villa Rufolo a Ravello, nella splendida cornice della costiera amalfitana. Nel Nord-ovest, tra i luoghi più visitati, figurano invece il Forte di Bard in provincia di Aosta, il Vittoriale degli Italiani a Brescia e la storica Villa Carlotta a Como.
Il Nord-est si distingue per il Museo provinciale a Merano e il Museo di Storia Naturale del Garda del Baldo a Malcesine nel veronese. Insieme, queste 10 strutture totalizzano il 21,2% del totale degli ingressi nei luoghi del patrimonio delle Aree Interne: più di 2,9 milioni di presenze, di cui il 43% provenienti dall’estero, pari a circa 1,2 milioni di visitatori stranieri.
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