Entro dodici mesi l’esecutivo dovrà adottare una serie di decreti legislativi per disciplinare in maniera organica l’intero ciclo di vita della fonte energetica. Previsti interventi sulla disattivazione e smantellamento degli impianti esistenti. Critica la coalizione 100% Rinnovabili Network: “Decisione che rallenta la rivoluzione energetica del Paese”
Il 28 febbraio su proposta del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto, il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge per conferire una delega al governo sul nucleare.
Come spiegato in una nota del Mase, la delega prevede che entro dodici mesi dalla sua entrata in vigore l’esecutivo adotti una serie di decreti legislativi per disciplinare in maniera organica l’intero ciclo di vita della fonte energetica, attraverso la stesura di un programma nazionale. Si interverrà anche sulla disattivazione e sullo smantellamento degli impianti esistenti, la gestione dei rifiuti e del combustibile esaurito, la ricerca, lo sviluppo e l’utilizzo dell’energia da fusione, la riorganizzazione di competenze e funzioni, anche con l’istituzione di una Autorità indipendente per sicurezza, vigilanza e controllo. La delega servirà anche a prevedere strumenti formativi e informativi, formare nuovi tecnici e figure professionali del settore, individuare benefici per i territori interessati.
Contraria al Ddl Nucleare approvato in Consiglio dei ministri la coalizione 100% Rinnovabili Network, formata da esponenti di decine di Università e Centri di ricerca, di esponenti del mondo delle imprese, del sindacato e del terzo settore e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Greenpeace Italia, Kyoto Club, Legambiente e Wwf. Per la coalizione le centrali nucleari a fissione, anche se aggiornate e meno grandi, sono vecchie e in declino perché molto costose e perché generano rifiuti altamente radioattivi e pericolosi per molte migliaia di anni. “Mentre il 13 dicembre scorso il Consiglio regionale del Veneto, con voto unanime, ha respinto l’ipotesi di localizzare un reattore nucleare Smr (small nuclear reactor, ndr) a Marghera, mentre dopo 13 anni di procedure non è ancora stato localizzato un deposito per rifiuti radioattivi, mentre cittadini e imprese sono preoccupati per le bollette, il governo Meloni propone un Ddl che, in modo antistorico e ideologico, avvia la normativa per tornare a costruire in Italia centrali nucleari a fissione” dichiara la coalizione in un comunicato stampa. “L’operazione di greenwashing con la quale si cerca di far passare come innovativa e sostenibile, solo per la dimensione degli impianti e qualche aggiustamento costruttivo, una tecnologia nucleare obsoleta che resta basata sulla fissione dell’uranio, non reggerà se sarà consentito, come non sta accadendo, un confronto tecnico competente e informato”.
“Le centrali nucleari a fissione, bocciate da ben due referendum, generano elettricità che, secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, costa più del triplo di quella prodotta con il solare e l’eolico, producono rilevanti quantità di rifiuti altamente radioattivi e pericolosi come il plutonio, la cui radioattività si dimezza dopo 24 mila anni ed hanno causato incidenti devastanti a Chernobyl e a Fukushima. Una decarbonizzazione della produzione di energia elettrica raggiunta con un mix di fonti energetiche rinnovabili è non solo possibile, ma programmata e praticata dalla maggior parte dei Paesi europei. La producibilità delle quantità di elettricità, prevista in aumento, è provata dalla forte crescita in corso delle rinnovabili. La discontinuità viene affrontata con l’integrazione di alcune fonti rinnovabili non discontinue come l’idroelettrico, le biomasse e la geotermia, con sistemi, ampiamenti utilizzati, di batterie e pompaggi e di gestione intelligente delle reti e della domanda. La discontinuità stagionale è affrontata con l’integrazione della diversa stagionalità del solare e dell’eolico, con l’integrazione europea delle reti e con l’utilizzo di idrogeno verde e dei suoi derivati. La crescita delle rinnovabili richiede investimenti significativi nelle reti e negli stoccaggi, ma, dato il basso costo di generazione, sono comunque più convenienti dal nucleare” prosegue la note.
“Il sole e il vento sono gratis, mentre il nucleare a fissione consuma un costoso combustibile nucleare, da importare visto che non disponiamo né di uranio, né di impianti di arricchimento. Dei costi dei reattori Smr, che ancora non esistono in Occidente, si sa ben poco, anche se, per la perdita di economie di scala e l’implementazione di nuove modalità costruttive, probabilmente saranno più costosi” conclude la nota della coalizione.
La coalizione 100% Rinnovabili Network annuncia che presenterà uno studio sullo scenario 100% rinnovabili, realizzato da un gruppo di docenti universitari e ricercatori, ad un convegno pubblico che si terrà l’11 marzo, anniversario di Fukushima, con inizio alle 9.30 all’Hotel Quirinale in via Nazionale 7 a Roma.
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Nucleare, dal Consiglio dei ministri via libera al ddl delega
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Entro dodici mesi l’esecutivo dovrà adottare una serie di decreti legislativi per disciplinare in maniera organica l’intero ciclo di vita della fonte energetica. Previsti interventi sulla disattivazione e smantellamento degli impianti esistenti. Critica la coalizione 100% Rinnovabili Network: “Decisione che rallenta la rivoluzione energetica del Paese”
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Redazione La Nuova Ecologia
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