Effettua la tua ricerca
More results...
Mutuo 100% per acquisto in asta
assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta
Sono sette le banche – quattro americane, una tedesca, una francese e una britannica – che hanno aiutato Israele a radere al suolo la Palestina. Una tragedia immane che oramai va avanti da quasi un anno e mezzo e che ha causato, nelle stime al ribasso, almeno cinquantamila morti. La maggior parte inermi civili: bambini, donne e anziani. Oltre ad avere completamente cancellato ogni ipotesi di futuro per il popolo palestinese, avendo Israele scelto con cura di demolire, oltre a case, scuole e ospedali, anche le infrastrutture civili e quelle economiche per rendere inaccessibile per i prossimi anni qualsiasi tipo di approvvigionamento di denaro, acqua, cibo o energia.
Lo rivela un’indagine condotta dal gruppo di ricerca finanziaria olandese Profundo e pubblicata dalle Ong olandesi BankTrack e Pax. La ricerca racconta come Israele tra il 7 ottobre 2023 e gennaio 2025 abbia emesso obbligazioni sovrane per un valore totale di 19,4 miliardi di dollari. Soldi che sono serviti al massacro che la Corte internazionale di giustizia, relatori speciali delle Nazioni Unite e numerosi gruppi per i diritti umani come Amnesty International e Human Rights Watch hanno configurato come «genocidio». E che lo stesso quotidiano israeliano Haaretz, da sempre schierato a favore della guerra, ha dovuto definire «operazione di pulizia etnica».
Le banche e le istituzioni finanziarie che aiutano Israele a radere al suolo la Palestina
Come spiega la ricerca di Profundo, da prassi il debito sovrano di Israele è aggiunto al bilancio statale complessivo. Ma una serie di rapporti confermano come le obbligazioni più recenti (quelle a partire dall’ottobre 2023) sono state emesse specificamente per coprire i costi della guerra contro la Palestina. Si tratta di veri e propri “war bonds”, o “obbligazioni di guerra”. Come confermato a febbraio dell’anno scorso dai funzionari del ministero delle Finanze israeliano. Tanto che Israel Bonds, l’organismo affiliato al governo responsabile della commercializzazione delle obbligazioni israeliane agli investitori internazionali, pubblicizza specificamente queste obbligazioni come opportunità per supportare «Israele in guerra».
Le sette banche che hanno sottoscritto i quasi 20 miliardi di dollari di obbligazioni di guerra sono per la maggior parte americane. A partire da Goldman Sachs con oltre 7 miliardi. Seguita da Bank of America (3,6 miliardi) e Citigroup (2,9 miliardi). Al sesto posto poi JPMorgan Chase con 0,7 miliardi di dollari. Prima di questa la tedesca Deutsche Bank (2,5 miliardi) e la francese BNP Paribas (2 miliardi). Chiude la britannica Barclays con 0,5 miliardi. A queste banche la ricerca di Profundo affianca anche le società di gestione patrimoniale che hanno aiutato la guerra di Israele acquistando oltre 2,7 miliardi di dollari in obbligazioni. Tra queste spiccano la tedesca Allianz (tramite la sua sussidiaria statunitense Pimco) con 960 milioni di dollari. A seguire Vanguard (546) e Wellington (250). Poco dopo anche l’italiana Bper con 99 milioni.
Comprare «obbligazioni di guerra» è una chiara violazione dei principi dell’Onu e dell’Ocse
«La guerra di Israele a Gaza ha creato una delle più grandi catastrofi umanitarie del ventunesimo secolo. Sottoscrivendo le obbligazioni che lo Stato israeliano ha emesso specificamente per continuare il suo sforzo bellico genocida, le banche hanno rischiato di rendersi complici di queste atrocità», ha spiegato Max Hammer, attivista per i diritti umani presso BankTrack. «Qualsiasi istituto finanziario o investitore che abbia aiutato Israele a raccogliere denaro per la sua campagna militare deve adottare misure urgenti per porre fine a tutto questo. E anche per rimediare a quanto ha contribuito nell’alimentare le diffuse violazioni del diritto umanitario internazionale».
Come è noto, infatti, banche e istituti finanziari hanno la responsabilità di evitare di contribuire a qualsiasi livello a possibili impatti negativi per i diritti umani. Anche attraverso le loro relazioni commerciali. Lo stabiliscono tra gli altri i Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani e le Linee guida dell’Ocse sulla condotta aziendale responsabile. Inoltre, le linee guida dell’Ocse sulla due diligence chiariscono che gli istituti finanziari stanno effettivamente contribuendo a questi impatti negativi sui diritti umani anche solo sottoscrivendo obbligazioni che consentono all’emittente di commetterli. E comprare obbligazioni di guerra emesse con il palese intento di commettere un massacro è una chiara violazione di questi principi e linee guida.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link