Gorizia-Nova Gorica, il volto cattolico della Capitale della cultura 2025

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Un momento della presentazione degli eventi promossi dalle diocesi di Gorizia e Nova Gorica nell’ambito di Go! 2025, Capitale europea della cultura – Ilaria Tassini

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Dallo scorso 8 febbraio, Gorizia accompagna la città slovena di Nova Gorica nell’esperienza della Capitale europea della cultura per il 2025. Un percorso a cui partecipano con un ruolo da protagonista e con una serie articolata di iniziative le Chiese di Gorizia e Koper.

Il programma dei vari momenti che verranno proposti alle comunità ma soprattutto lo spirito che ne ha segnato la definizione, sono stati illustrati mercoledì scorso nella cornice della Sala del ‘700 della chiesa di Sant’Ignazio nel capoluogo isontino alla presenza, fra gli altri, dell’arcivescovo di Gorizia, Carlo Roberto Maria Redaelli, e del direttore di Avvenire, Marco Girardo.

Il direttore Girardo, a sinistra, assieme all'arcivescovo di Gorizia, Redaelli, durante la presentazione degli eventi diocesani promossi in occasione di Go! 2025

Il direttore Girardo, a sinistra, assieme all’arcivescovo di Gorizia, Redaelli, durante la presentazione degli eventi diocesani promossi in occasione di Go! 2025 – Ilaria Tassini

Nel suo intervento iniziale, Redaelli ha voluto evidenziare il messaggio che dal territorio isontino giunge all’Europa in un momento non semplice per il Vecchio Continente. «Se non ci fosse l’Europa – ha sottolineato l’arcivescovo – saremmo ancora divisi da una rete, avremmo ancora paura a passare di qua e al di là del confine saremmo ancora bloccati da timori e rancori». Certamente per ridare slancio ai valori europei non basta qualche riflessione e qualche suggestione ma «occorre riprendere continuamente i fili di ciò che ci unisce e non sono solo i soldi e i commerci, ma la cultura, l’arte, la poesia, la musica e anche la vita quotidiana di famiglie, di uomini e donne come noi a prescindere dalla lingua, dalla mentalità, dalla religione».

I temi del confine, della memoria e della pace sono stati al centro della riflessione proposta dal direttore di Avvenire, Marco Girardo. «La pace – ha evidenziato il relatore – si cerca lavorando per immaginare creativamente una via d’uscita dal labirinto del confine, uno scarto capace di sbloccare la situazione. È solo la capacità di cambiare la dinamica imposta da chi mette inizio al conflitto che può ribaltare la prospettiva».

E proprio dalla narrazione quotidianamente proposta ai lettori da tante parti del mondo dai giornalisti del quotidiano cattolico emerge la certezza che «chi, come volontario o componente dei corpi civili di pace o mediatore e mediatrice, continuamente frappone il suo corpo con un gesto concreto di pace, superando la logica della contrapposizione, crea le condizioni per preservare l’umanità in un contesto disumano e disumanizzante».

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«Accanto alla storia – ha concluso – l’esperienza dimostra che l’impegno per la pace contiene una profonda sapienza umana: testimonia che la guerra non è qualcosa di cui parlare in astratto ma è sempre un vissuto drammatico di persone, prime vittime della violenza bellica. L’impegno umanitario è un investimento indispensabile per preparare la ricostruzione sociale, umana, economica, materiale dei Paesi in guerra».

Un momento della presentazione degli eventi promossi dalle diocesi di Gorizia e Nova Gorica nell'ambito di Go! 2025, Capitale europea della cultura

Un momento della presentazione degli eventi promossi dalle diocesi di Gorizia e Nova Gorica nell’ambito di Go! 2025, Capitale europea della cultura – Ilaria Tassini

Sono state quindi presentate alcune delle numerose iniziative predisposte dall’arcidiocesi di Gorizia in collaborazione con la diocesi di Koper. Ai valori dell’Europa sarà dedicato in particolare un ciclo di incontri il primo dei quali vedrà giovedì 20 marzo la presenza del cardinale José Tolentino de Mendonça, nella duplice veste di prefetto del Dicastero vaticano della cultura edi poeta in lingua portoghese: un momento per il quale sono stati coinvolti i ragazzi delle scuole cittadine e che sarà preceduto dall’inaugurazione della rinnovata sede dell’Archivio storico diocesano.

In programma, poi, accanto a momenti curati anche dalle associazioni e gruppi diocesani, la proposta di alcune mostre per evidenziare le radici della Chiesa di Gorizia con la valorizzazione, ad esempio, nel nuovo allestimento, del tesoro del Duomo.

Al tema del confine sono dedicate una serie di pubblicazioni mentre un’attenzione particolare viene data ai Cammini che permettono di conoscere il territorio e il suo significato religioso e umano: fra essi, quello transfrontaliero da Aquileia a Sveta Gora-Monte Santo e il percorso tra i luoghi della carità.

Ad accompagnare tutte le iniziative sarà un logo realizzato da Serena Cavalli, vincitrice di un concorso di idee cui hanno partecipato gli studenti del locale liceo artistico “Max Fabiani”.

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