E’ stata una giornata di forte contrapposizione quella di ieri, a Palazzo Cesaroni, tra maggioranza e opposizione sulle liste d’attesa della sanità. L’ex presidente Donatella Tesei ha chiesto alla nuova governatrice, Stefania Proietti, di spiegare in Aula “in cosa consistono i 30 mila e 600 posti in più per l’abbattimento delle liste d’attesa”. Un botta e risposta che ha fatto salire la tensione nell’aula di palazzo Cesaroni. L’inizio di un vero e proprio derby fra donne su un tema che ha caratterizzato l’intera campagna elettorale. Tesei non è tipa che si rassegna e, ieri, ha provato a giocare la rivincita. Non a caso l’attacco è partito proprio sulle risorse utilizzate: ” Ci sono atti che assegnano ulteriori risorse alle Aziende sanitarie e a quelle private ?” ha incalzato l’ex sindaco di Montefalco. La Proietti però non è una che “ingoia” facilmente l’assalto dell’ex inquilina di Palazzo Donini e assicura che con lei sarà tutta un’altra musica. “In quattro settimane, con l’arrivo della Donetti, abbiamo completamente rivoluzionato il modello organizzativo”, ha replicato in modo risoluto. “Parole, parole…..”, hanno “cantato” dai banchi dell’opposizione Eleonora Pace (Fdi) e Laura Pernazza (Fi), “imitando” il brano di Mina che ha fatto la storia della nostra musica. Dai banchi della maggioranza c’è stato chi ha consigliato alle colleghe di minoranza di cambiare canzone, suggerendo quella di Caterina Caselli: “La verità mi fa male, lo so che ho sbagliato”. Dall’ opposizione, le reazioni più veementi sono arrivate da tre donne: Tesei, Pace e Pernazza. Andrea Romizi più garbato, Nilo Arcudi più cerchiobottista. Lo scontro nell’Aula è stato un crescendo wagneriano. “Ci vuole una grande pazienza”, ha confessato un consigliere di maggioranza. La Proietti, riprendendo il filo, non ha fatto nessun un passo indietro. Ha spiegato, con puntualità, che è stata messa in piedi una cabina di regia che si riunisce ogni martedì mattina al Broletto; tutti i giorni (la sera) si tiene una direzione tecnica con il responsabile unico di assistenza sanitaria (Ruas) e con Punto Zero per monitorare le azioni correttive necessarie e adeguare l’offerta alle esigenze; vengono monitorate le tecniche di chiamata e pianificata una parte aggiuntiva pubblica; vengono contattati i pazienti in attesa con telefonate (almeno tre) per essere certi di non sprecare qualsiasi appuntamento. Chi non risponde al telefono riceve un sms per contattare un numero dedicato. “In questo modo – ha sottolineato – ci sono persone che hanno accettato l’appuntamento, altre che hanno chiesto di essere cancellate perché avevano già effettuato la prestazione, altre hanno chiesto di rimanere nei percorsi e che verranno ricontattati”. Ma è vero che state finanziando i privati ? Ha chiesto con insistenza l’opposizione. “Ai privati convenzionati è destinato lo 0,4 del fondo sanitario, ovvero 7 milioni che il Governo ha obbligato a destinare ai privati”, ha precisato la governatrice. Proietti, dopo un lungo sospiro, ha guardato negli occhi la Tesei come per dire: “Dovresti sapere bene come stanno le cose, visto che nel 2024 sei stata presidente”. Poi, dopo aver recuperato la cartella con dentro i dati precisi, ha provato a “rinfrescare” la memoria dei presenti. Alla richiesta di sapere come garantirà trentamila e seicento prestazioni aggiuntive ha risposto con decisione: “Ventiseimila e cento con le strutture pubblica e quattromila e cinquecento con quelle private convenzionate”. “Vogliamo capire quali fondi si stanno utilizzando, vogliamo sapere quale struttura pubblica sta dando ulteriori prestazioni aggiuntive ” ha chiesto l’intramontabile Enrico Melasecche. L’ex assessore regionale ai Trasporti però non crede alla esegesi dell’ex sindaco di Assisi: “Appare tutto incredibile, lo deve dimostrare !”. Due minuti dopo si prepara un battagliero Tommaso Bori, ben addestrato alla lotta e allenato alla resistenza. “Avete portato il 20% degli umbri ad avere una assicurazione privata per avere il diritto alle cure. Avete portato le liste di attesa al massimo storico, con agende chiuse. Avete portato al massimo storico la mobilità passiva. La più grande apertura di centri di sanità privata dal dopoguerra. In cinque anni non siete stati capaci di fare un piano sanitario. Questi sono i vostri dati e su questi avete perso le elezioni”, ha ricordato Bori ai colleghi di centrodestra. “Dovreste prendervi un anno sabbatico su questi temi”, ha consigliato all’opposizione. Eleonora Pace (Fdi), donna di polso che non teme sicuramente lo scontro, ha risposto a muso duro: “Chiediamo chiarezza, vogliamo capire come siete riusciti a dare 30mila prestazioni aggiuntive e con quali soldi sono state pagate. Questa è solo politica degli annunci, senza nessun atto. Prima degli annunci si fanno gli atti “. Lo show a palazzo Cesaroni è continuato per ore con rimbrotti, sfuriate e tirata d’orecchi. “Stiamo davvero operando per un vero e serio abbattimento delle liste d’attesa cambiando la governance”, assicura uscendo dal palazzo una presidente stanca e bisognosa di un pò di riposo.
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