Regionali Campania, Renzi avverte De Luca: «Centrosinistra serio e credibile»

Prima sostenitore di De Luca per il terzo mandato, ora pontiere di un’alleanza tra Pd e Cinquestelle per le prossime regionali. E le due cose, De Luca candidato e intesa dem-M5s, vanno in direzione completamente opposta.

Eccolo Matteo Renzi che, ancora una volta, fa quello in cui riesce meglio: usare il suo indiscusso fiuto politico e sparigliare le carte. Mossa quanto mai opportuna, in questo momento, dove in attesa della decisione della Consulta per il terzo mandato di De Luca, la situazione appare congelata.

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Almeno per quel che riguarda il tavolo di centrosinistra a cui si dovrebbero sedere i leader dei partiti, grillini compresi, per decidere programma ma, soprattutto, il nome del candidato governatore al posto dell’ex sindaco di Salerno.

Doveva insediarsi subito dopo le vacanze di Natale ma di questo passo potrebbero passare pure le festività pasquali. E se provi a chiedere perché non si parta, nessuno riesce a dare una risposta precisa. In mezzo le divisioni sulla politica estera, da Trump e Ucraina, tra Pd e grillini che ieri Renzi chiede di superare per sedersi a discutere di alleanze per le prossime amministrative.  Oltre a queste divisioni poi, si assiste ad una certa ritrosia a far sedere a quel tavolo per la Campania anche i rappresentanti delle liste deluchiane: c’è il timore, infatti, che l’obiettivo di quest’ultimi sarebbe solo quello di sabotarlo. Il tavolo ovviamente. O comunque che alla fine i deluchiani tentino di portare il discorso per lunghe sino al 9 aprile quando la Consulta dovrebbe decidere sui destini del governatore. Con quest’ultimo che, nel frattempo, è piena campagna elettorale e macina chilometri come se nulla fosse. Compreso il niet della segretaria del Pd Elly Schlein al terzo mandato. 

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L’ex premier

Ed ecco quindi ieri il premier di Italia Viva sollecitare l’accordo Pd-M5s sia per le regionali in Campania che per le comunali di Genova. Invitando a non trovar scuse nei distinguo sulla politica estera come accaduto negli ultimi giorni tra Pd ed M5s su Trump, Russia e Ucraina: facendo saltare, per ora, il tavolo degli accordi per le amministrative. Da qui la scelta di Renzi di gettare acqua sul fuoco. «Ci sono dei leader politici che viste le dichiarazioni di Trump hanno deciso di non fare più accordi di centrosinistra anche a livello locale.

Non riesco a capire che cosa c’entrino le elezioni a Genova (forza Silvia Salis, che è una grande atleta, una dirigente del CONI e una cara amica. E che – en passant – non ha niente a che fare con l’altra Salis, eh) o le regionali della Campania con le dichiarazioni di Trump», è l’incipit del leader di Italia Viva nella missiva della sua e-news.

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«Noi – sottolinea – lavoriamo per un centrosinistra serio e credibile. A Genova come a Napoli come tra due anni alle politiche. E se qualcuno non ci vuole stare perché Trump dice assurdità sull’Ucraina, beh, auguri. Ma noi vogliamo vincere in Italia, non in Connecticut o in Iowa. E quindi certo che andiamo avanti con il centrosinistra. Chi oggi dice: “mai con il centrosinistra” lo fa per prendere un punto in più nei sondaggi. E alle prossime elezioni sarà con il centrosinistra. Sono influencer, non politici». 

Un cambio di marcia, quindi, rispetto a qualche mese fa. Era novembre scorso, appena approvata la norma sul terzo mandato in Consiglio regionale, con conseguente frattura tra la segreteria nazionale del Pd e i consiglieri regionali sulla linea deluchiana nonostante la linea imposta dalla Schlein. 

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«Se hanno consentito il terzo mandato a Zaia, possono concederlo anche a De Luca. La posizione di Schlein è politica. Io stimo moltissimo De Luca, ha fatto benissimo il presidente di Regione», diceva in quei giorni Renzi durante un’iniziativa a Napoli con il governatore De Luca. Ma non c’era l’impugnativa del governo alla legge e la strada per De Luca sembrava in discesa. E lo è ancora. Almeno sino al 9 parile quando la Corte Costituzionale deciderà se potrà correre per un altro mandato alla guida di Santa Lucia.