A Dubai pare non abbiano imparato abbastanza dal disastro dell’anno scorso, con le inondazioni mortali che hanno colpito il Golfo Persico e, per quanto riguarda gli Emirati, con più di un sospetto che le alterazioni meteo potessero essere legate anche alla cosiddetta “semina delle nubi”, ossia la tecnica con cui si cerca di far piovere nel deserto. Tanto che adesso ci riprovano, affidandosi all’Intelligenza Artificiale.
Perché a Dubai la pioggia è una tal meraviglia – e una necessità – per cui si è arrivati al punto di pagarla. Per chi ha creato una stazione sciistica nel deserto (al coperto), quale può essere in fondo il problema: per 300 dirham, circa 79 euro, in Raining Street si può passeggiare sotto una delicata pioggerella prodotta da spruzzatori ad hoc, oppure sedersi sotto una tendina a forma di fragola. Ma la pioggia vera, quella è tutta un’altra cosa: qui nell’emirato di pioggia ne vengono appena 100 millimetri all’anno.
A Dubai, ma anche ad Abu Dhabi, circa 10 milioni di abitanti – il 90% stranieri e immigrati – vivono con le acque sotterranee, alimentate dalle scarse precipitazioni incanalate da alcune dighe che servono per l’agricoltura. Il resto del fabbisogno idrico è coperto dagli impianti di desalinizzazione, che forniscono circa il 14% della produzione mondiale, secondo i dati ufficiali. Il consumo è enorme, in una metropoli che pure è ricca di piscine, campi verdi costantemente irrorati, fontane.
Da anni milioni e milioni di dollari sono stati spesi nella tecnica della pioggia provocata artificialmente, con il metodo della semina delle nuvole, ossia l’irradiazione di sali e altri prodotti chimici, portati ad alta quota da aerei attrezzati appositamente. Un sistema considerato ancora insufficiente, quando non pericoloso – causando scompensi di alta e bassa pressione, come successo l’anno scorso con le inondazione.
Adesso il nuovo metodo allo studio è quello di impiegare l’intelligenza artificiale per ottimizzare il procedimento. “È praticamente a punto, stiamo dando gli ultimi ritocchi”, spiega Luca Delle Monache, l’italiano vicedirettore del Centro per le condizioni meteorologiche e idrologiche estreme dell’Ovest, presso l’Istituto di oceanografia Scripps dell’Università della California, a San Diego. Secondo lui, spiega l’agenzia Gea, la semina delle nuvole permette di aumentare le precipitazioni del 10-15%, ma questa tecnica funziona solo con i cumuli, nuvole formate da vapore acqueo situate abbastanza in basso, e rischia di impedire le precipitazioni se non applicata correttamente. “Bisogna farlo nel posto giusto e al momento giusto, ecco perché utilizziamo l’intelligenza artificiale”, dice.
Ora questo progetto triennale, finanziato con 1,5 milioni di dollari (circa 1,38 milioni di euro) da fondi degli Emirati Arabi Uniti, mira a nutrire un algoritmo con dati satellitari, radar e meteorologici per consentirgli di localizzare le nuvole che potrebbero essere seminate nelle successive sei ore. L’obiettivo è migliorare l’attuale tecnica che si basa sullo studio delle immagini satellitari da parte di esperti, guidando le centinaia di voli di semina delle nuvole effettuati ogni anno nel Paese.
Il Programma di miglioramento delle precipitazioni conta su 22,5 milioni di dollari di aiuti. “Per la semina delle nuvole, questo programma è il migliore al mondo”, ha dichiarato Monache. “È un settore molto specializzato e ci sono pochi esperti al mondo e sono praticamente tutti qui”. Marouane Temimi, professore associato presso l’Istituto di Tecnologia Stevens nel New Jersey, ha presentato un sistema sviluppato negli Stati Uniti per seguire le tempeste in tempo reale.
Tuttavia, sia Temimi che Monache hanno avvertito che la tecnologia ha dei limiti. La mancanza di dati dettagliati sulla composizione delle nuvole – un problema comune a causa dei costi elevati delle apparecchiature di monitoraggio – impedisce di fare previsioni accurate, anche con l’IA, ha sottolineato. Si torna quindi al metodo seguito da decenni, ossia l’invito – non solo delle autorità religiose, ma anche dei leader di governo – alla popolazione a pregare per la pioggia.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link